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Francia Takata stellantis

La Francia affonda il colpo sugli airbag difettosi Takata

Dopo almeno 18 decessi, col 2026 la Francia intende eliminare una volta per tutte il problema delle vetture che circolano ancora con gli airbag potenzialmente letali di Takata. Allo stesso tempo, è stata avviata una nuova class action contro Stellantis

Lo scorso giugno un tweet del ministro dei Trasporti francese, Philippe Tabarot annunciava che in Francia non avrebbero più potuto circolare airbag dell’azienda nipponica (fallita da tempoTakata. Un provvedimento eccezionale destinato a colpire quasi un milione di vetture con diversi anni nel contachilometri (la maggior parte prodotta nella decade precedente), indipendentemente dal marchio. La decisione seguiva di pochi giorni un sinistro mortale avvenuto a Reims che aveva avuto particolare risonanza sui media, dal momento che una donna di 37 anni aveva perso la vita a bordo di una C3 del 2014 in seguito non a un impatto ma all’esplosione del dispositivo montato sulla propria autovettura.

PERCHÉ GLI AIRBAG TAKATA SONO POTENZIALMENTE LETALI

I dispositivi Takata hanno il proprio punto debole nella capsula di gas utilizzata per gonfiarli in caso di impatto soggetta a deterioramento dopo una prolungata esposizione al calore o all’umidità. Nei sinistri che si sono verificati finora l’esplosione della capsula ha rilasciato frammenti metallici che si sono irradiati all’interno della vettura come proiettili ferendo anche mortalmente gli occupanti.

LA FRANCIA DICE ADIEU AGLI AIRBAG TAKATA

Solo in Francia già 18 persone sono morte in tali circostanze. Per lo più nei Territori d’Oltremare, dove un parco auto più vetusto e le condizioni climatiche tropicali hanno senz’altro avuto un peso in tale classifica. Ma il recente sinistro mortale di Reims ha dimostrato che le condizioni che rendono instabile la capsula di nitrato d’ammonio possono facilmente replicarsi anche all’interno dell’Hexagone.

Per questo adesso il governo francese intende entrare nella seconda fase della propria controffensiva: secondo quanto riporta la testata d’Oltralpe Argus, difatti, a partire dal prossimo primo gennaio i centri di revisione dove gli automobilisti francesi, esattamente come quelli italiani, sono chiamati a portare la propria vettura per il collaudo, dovranno identificare i veicoli soggetti a richiami importanti, ovvero quelli che “presentano un pericolo grave, diretto e immediato per l’integrità fisica dei loro utenti o di coloro che circolano sulle strade pubbliche o per l’ambiente” e nel caso il guidatore non abbia provveduto al richiamo, non potranno più concedere l’autorizzazione alla circolazione.

IL ‘MAL FRANCESE’ IN NUMERI

Secondo i dati pubblicati mercoledì sera dal Ministero dei Trasporti, da luglio, data del decreto che ha rafforzato le misure di richiamo, sono stati riparati 670.000 veicoli. Mentre il totale avrebbe faticosamente raggiunto il milione e 200mila veicoli, ha aggiunto la stessa fonte.

Secondo i calcoli dei media francesi, sarebbero oltre 1,8 milioni le auto in circolazione in Francia e nei Territori d’Oltremare sottoposte alle campagne di riparazione sollecitate dalle autorità transalpine, e circa 1,3 milioni di veicoli (in realtà c’è molta confusione sul punto e si teme nessuno conosca il numero reale) sarebbero oggetto del richiamo più urgente con indicazione “stop drive”, che implica il divieto di circolare prima della sostituzione (gratuita) degli airbag del veicolo, ma evidentemente sono pochi gli automobilisti che in questi anni hanno risposto ai solleciti delle varie Case automobilistiche interessate, nonostante – occorre riconoscerlo – gli sforzi posti in essere da queste ultime per campagne di richiamo senza precedenti.

Adesso la nuova legge punta soprattutto a bloccare la circolazione di mezzi che hanno disertato l’appuntamento obbligatorio con il centro di riparazioni autorizzato in territori in cui la prevenzione rischia di essere stata meno forte, come nelle Isole di Guadalupa, la Martinica, nella Guyana Francese, a Réunion, nella Nuova Caledonia e in Polinesia.

CLASS ACTION CONTRO STELLANTIS

Sempre negli ultimi giorni e sempre in Francia una delle principali associazioni dei consumatori, Consommation Logement Cadre de vie, ha avviato un procedimento legale collettivo contro Stellantis per conto di 150 proprietari di auto dotate di airbag Takata difettosi.

La Consommation Logement Cadre de Vie si è rivolta al tribunale di Parigi per “far valere il danno” subito dai proprietari dei veicoli interessati da una campagna di richiamo, ritenuta però “tardiva, parziale e disorganizzata” dall’associazione.  Perciò intende chiedere al Gruppo italo-francese ristoro per i danni “materiali” e “di godimento” legati all’immobilizzazione dei veicoli, nonché danni morali come i “danni da ansia”.

I PRECEDENTI FRANCESI E AMERICANI

Un’altra importante associazione di consumatori, Ufc-Que Choisir, aveva già avviato in Francia a luglio un procedimento analogo, sempre contro Stellantis. A suonare la carica delle associazioni il fatto che negli Stati Uniti, il Paese che conta il più alto numero di decessi legati a questo genere di sinistri (28 morti), Ford, Toyota, Honda, BMW, Nissan e Mazda hanno pagato un totale di 1,5 miliardi di dollari di risarcimenti alle vittime e ai loro familiari.

Stellantis ha rifiutato di commentare il procedimento in corso, ma ha ricordato all’AFP che il gruppo “sta mobilitando l’intera rete e implementando le risorse più significative per garantire la sicurezza dei suoi clienti”. Il produttore ha inoltre specificato che il 70% dei veicoli della sua flotta francese dei marchi Citroën, DS e Opel “sono stati trattati”, tra cui il 90% dei veicoli C3 e DS3.

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