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Spagna sull’orlo della crisi sociale, il governo offre nuove abitazioni. Report El Mundo

Lo Stato diventa padrone di casa: ecco perché secondo il quotidiano spagnolo El Mundo. Estratto dalla rassegna di Liturri.

(El Mundo Madrid, Daniela Saltos, 05 dicembre 2025)

Il governo della Spagna lancia Casa 47, azienda pubblica derivata dalla ristrutturazione di Sepes, che gestirà alloggi pubblici con affitti limitati al 30% del canone di affitto medio locale e costi di costruzione assorbiti dallo Stato. Accesso per redditi tra 2 e 7,5 volte l’IPREM, contratti fino a 75 anni e prezzi fino alla metà del mercato in zone tese come Madrid e Málaga.

1. Sul nuovo criterio di prezzo basato sulla capacità di pagamento dei cittadini:

«Per la prima volta il prezzo pubblico non si fissa in base a quanto è costato costruirlo, ma in base a quanto la cittadinanza può pagare, in modo che i costi di opera, materiali o suolo non saranno assunti dagli inquilini ma passeranno alle amministrazioni».

2. Sul tetto massimo dell’affitto per garantire l’accessibilità:

«All’interno del parco di edilizia pubblica nessun affitto potrà superare il 30% del canone di affitto medio del territorio, con tetti stabiliti in ogni autonomia per tenere conto delle differenze esistenti tra l’offerta di ciascuna».

3. Sui requisiti di reddito per accedere alle case pubbliche:

«Il 60% della popolazione che percepisce redditi situati tra due e 7,5 volte l’IPREM avrà accesso a queste abitazioni, mentre ai redditi inferiori si offre sostegno con edilizia sociale e a quelli superiori si ritiene che non debbano avere problemi ad accedere al mercato libero».

4. Sui benefici concreti nelle zone con maggiore tensione immobiliare:

«A Madrid il prezzo sarà del 38% inferiore a quello di mercato e a Málaga con la formula si ridurrebbe della metà il prezzo che si paga per l’affitto, per cui locare un’abitazione potrebbe costare intorno ai 680 euro o meno di 700 euro».

5. Sulla durata eccezionalmente lunga dei contratti di locazione:

«I futuri inquilini avranno contratti con una durata totale fino a 75 anni, con un primo di 14 anni e proroghe automatiche ogni sette anni purché si mantengano la maggior parte delle condizioni di accesso».

(Estratto dalla newsletter di Giuseppe Liturri)

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