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Sugli Autovelox i giornali sbandano troppo…

Una riflessione sull'attendibilità (e sulla professione) giornalistica partendo dall'elenco degli autovelox del ministero dei Trasporti. La lettera di Francis Walsingham.

Caro direttore,

come sai per mestiere sono costretto a viaggiare spesso e, visto che mi piace guidare, adoro andare veloce. Il che spesso è in contraddizione col codice stradale (e – purtroppo – col mio portafoglio). Per carità, sono un guidatore comunque attentissimo alla sicurezza: in quarant’anni sulle strade ho avuto solo un incidente, ma per colpa di chi aveva maldestramente predisposto un cantiere di manutenzione stradale e, a parte la mia automobile, nessuno si è fatto niente. Comunque, la legge è legge e va rispettata, anche se a sinistra qualcosa sanguina (ma non è il cuore). Il che non impedisce, come usano fare i molto abbienti che pagano fior di consulenti fiscali per sborsare – in modo del tutto legittimo – il meno tasse possibile, di cercare di ridurre per quanto possibile l’emorragia.

Bene, ti starai dicendo, perché mi fai perdere tempo con queste divagazioni?

Hai ragione, vengo al punto.

Dato il preambolo, capirai che la recente notizia della pubblicazione, il 28 novembre 2025, da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT), dell’elenco ufficiale dei dispositivi autorizzati sul territorio italiano per il rilevamento della velocità (cosiddetti “autovelox”) ha suscitato la mia attenzione. Finalmente, mi sono detto, avrò modo di tamponare quel fastidioso salasso continuo.

Bene, visto che ormai un motore di ricerca è la porta di accesso a “tutto quello che avresti voluto sapere ma non hai mai osato chiedere”, mi sono messo in cerca di informazioni su dove trovare questa lista. Invariabilmente, tutti i siti ritornati (beh, quasi, mi sono limitato ai primi 10, come si fa di solito…) ripetono più o meno la stessa storia in base alla quale, parola più parola meno, alla pagina del MIT dedicata a questo scopo è presente l’elenco dei dispositivi ufficialmente autorizzati, i soli – quindi – che possono legalmente multare per eccesso di velocità, con indicazione della loro collocazione (qualcuno specifica “collocazione chilometrica”, qualcun altro aggiunge “qualora necessaria”) e della direzione di marcia oggetto del controllo.

Ottimo, ho ripetuto sfregandomi le mani, vediamo quest’elenco, visto che sono di nuovo in partenza.

Beh, ci crederai? Non c’è traccia in questo elenco né di indicazione chilometrica, né di direzione di marcia. Ma neanche della strada o della zona in cui sono collocati! Solo il codice catastale del comune. Benedetti giornali, ma non si usa più fare le verifiche?

Ecco dunque la riflessione per gli aspiranti giornalisti: ormai notizie di questo genere le possono creare in automatico i sistemi di intelligenza artificiale generativa. Tempo 5 anni, non troverete più un lavoro se continuate a produrre articoli così. Non solo, probabilmente non ci saranno più neanche giornali fatti in questo modo, perché siffatte “notizie” sono in grado fornirle anche le ultime versioni di questi sistemi, che cercano da soli riscontri sulla rete.

L’unica speranza quindi (per i giornali come per i giornalisti) è fare quello che questi sistemi non sanno fare: andare a verificare le notizie con il buon senso e lo spirito critico di un essere umano e poi farsi qualche domanda.

Mi pare, infatti, che l’assenza di un dato di questo genere sia giornalisticamente interessante. Per carità, non è l’ultimo delitto di cui si parla quotidianamente sui canali televisivi nazionali e sui grandi giornali, non si tratta dell’eclatante caso di scandalo (economico o di costume) di cui si riempiono la bocca gli eccelsi opinionisti che da noi abbondano, ma – per un giovane che voglia farsi le ossa in questo settore – mi sembra una circostanza che vale la pena investigare più a fondo e un compito neanche troppo difficile.

Temo che nulla di tutto questo accadrà: ma chi ha imparato il mestiere da veri giornalisti e continua a praticarlo sopravviverà. Agli altri non rimane che ricordare l’antico adagio: “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

Concludo e ti saluto perché sono in ritardo e ho parecchi chilometri da fare…

Francis Walsingham

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