Proposta di nozze tra le banche armate: l’European Rearmament Bank (Erb) tende la mano alla Defense, Security and Resilience Bank (Dsrb).
Il 3 dicembre l’ex vicepresidente della Bers, Guy de Selliers, nonché uno dei leader dell’iniziativa Erb, ha dichiarato durante un evento a Berlino, di aver scritto la scorsa settimana alla Banca per la Difesa, la Sicurezza e la Resilienza (Dsrb) “per dire che vorremmo fondere i due team perché non è utile avere due organizzazioni che parlano entrambe della creazione di una banca multilaterale e sono in competizione tra loro”, riportava ieri Reuters.
Entrambi i progetti mirano a fornire finanziamenti per la difesa in Europa, in un momento cruciale: da quasi quattro anni, dall’invasione russa dell’Ucraina, i paesi europei hanno promesso aumenti record della spesa militare. A mancare, però, è ancora una struttura finanziaria comune capace di sostenere acquisti, investimenti industriali e programmi congiunti.
La scorsa primavera una coalizione globale di capi della difesa (come Lord Stuart Peach ex Presidente del Comitato Militare della Nato e Capo di Stato Maggiore della Difesa del Regno Unito), operatori finanziari e leader politici ha lanciato la Banca per la Difesa, la Sicurezza e la Resilienza (Dsr Bank), una nuova istituzione finanziaria da 100 miliardi di sterline progettata “per colmare il gap di finanziamento che minaccia la sicurezza occidentale”. Dall’altra parte c’è l’European Rearmament Bank (Erb), sul modello della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers).
Sia Erb che Dsrb puntano a creare un’istituzione con un rating creditizio tripla A – il più alto – per mobilitare rapidamente capitali per gli appalti della difesa europea, ma differiscono sulla proposta di adesione e sulle condizioni di prestito, precisa Reuters.
Tutti i dettagli.
COS’È L’EUROPEAN REARMENT BANK
L’European Rearmament Bank si propone come “Una nuova fonte di finanziamento per la spesa per la difesa che integri fonti esistenti come la Banca Europea per gli Investimenti è un vantaggio netto per l’Europa. Aggiunge risorse e non frammenta quelle esistenti. Una nuova istituzione con personale professionale e regole e governance trasparenti non compromette la coerenza del panorama finanziario pubblico europeo”. È quanto scriveva il promotore Guy de Selliers in una lettera al Financial Times lo scorso aprile.
Proposta a inizio anno, l’Erb nasce su impulso dell’ex membro del Comitato Esecutivo della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo De Selliers insieme all’ex capo della Difesa britannico Nick Carter e da Edward Lucas, consulente senior del Center for European Policy Analysis di Washington.
Utilizzando il modello di altre banche multilaterali come la Bei e la BERS, la banca emetterebbe obbligazioni con rating AAA basate su un importo relativamente ridotto di capitale versato dagli Stati membri, che accantonerebbe anche capitale richiamabile, spiega European Policy Centre.
FOCUS SUI PAESI EUROPEI DELLA NATO
In particolare, l’Erb si concentra sui membri europei della Nato e sui prestiti a tassi di mercato.
Secondo una nota dell’Erb condivisa con Reuters, l’Erb ha invitato i paesi europei della Nato come azionisti e spera di generare fino a 250 miliardi di euro di prestiti sui mercati dei capitali, facendo leva su circa 10 miliardi di euro degli azionisti membri, versati in tre anni.
In base a quanto dichiarato a Reuters da de Selliers, sono in corso colloqui con i governi, ma finora solo la Polonia ha approvato l’Erb. “Abbiamo parlato con molti governi e abbiamo ricevuto risposte molto positive. Nessuno è riuscito a trovare un difetto fatale”, ha affermato de Selliers. La Francia ha elogiato la proposta, ma ha sollevato preoccupazioni circa la sovranità e la capacità finanziaria, ha proseguito de Selliers, aggiungendo che il team sperava che Parigi “cambiasse idea”. Il gruppo ha anche avuto colloqui con il governo tedesco, che de Selliers ha dichiarato essere in corso, pur rifiutandosi di fornire dettagli.
COS’È DSRB
Dall’altra parte troviamo l’iniziativa di alto profilo per la creazione di una banca multilaterale per la difesa Dsrb.
Obiettivo della Dsr Bank è costituire una nuova istituzione finanziaria multilaterale per mobilitare finanziamenti privati per “difesa, sicurezza e resilienza” nella Nato, nell’Ue e negli alleati indo-pacifici.
Secondo il fondatore della Dsr Bank, Robert Murray – un ex ufficiale dell’esercito britannico e capo dell’innovazione alla Nato – la banca multilaterale emetterà obbligazioni con rating AAA garantite dalle nazioni azioniste, rendendo disponibili risorse a costi accessibili.
Come spiegava il Telegraph, “i paesi membri potrebbero utilizzare i finanziamenti della banca per gli appalti della difesa, mentre l’istituzione stessa sottoscriverebbe prestiti commerciali concessi alle aziende del settore, abbassando i tassi di interesse”. D’altronde, “L’elevato costo dei finanziamenti privati per le aziende del settore della difesa è stato uno dei principali fattori di inflazione nel settore della difesa da quando la Russia ha invaso l’Ucraina” ha sottolineato il quotidiano britannico.
A inizio agosto per l’iniziativa è arrivato il sostegno da cinque tra le più grandi banche del mondo: Commerzbank, Ing Group, JPMorgan Chase, Landesbank Baden-Württemberg e RBC Capital Markets (la divisione investment banking della Royal Bank of Canada). In quell’occasione il Dsrb Development Group, composto da ex banchieri multilaterali, avvocati, specialisti in investimenti per la difesa e alti dirigenti delle politiche di difesa, ha fatto sapere che a settembre segnerà l’inizio del confronto formale sulla struttura istituzionale e sullo statuto della banca.
Tuttavia, Dsrb ha subito una battuta d’arresto a settembre, quando funzionari del Regno Unito hanno dichiarato a Reuters che Londra non avrebbe sostenuto l’iniziativa. La Dsr Bank ha spiegato all’epoca che esisteva un ampio interesse internazionale per i meccanismi finanziari per il finanziamento della difesa, ma che i governi erano in una fase iniziale di questo processo.
L’UNIONE FA LA FORZA?
Dunque l’idea di fondere Erb e Dsrb potrebbe semplificare il panorama, oggi disperso tra proposte parallele e iniziative non coordinate.
Un portavoce di Ing ha dichiarato a Reuters di non avere commenti sulla specifica proposta di fusione, ma ha aggiunto che l’istituto di credito olandese era favorevole a un’iniziativa multilaterale a sostegno delle capacità di difesa europee “qualunque forma assuma”.




