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Ecco i piani di Crosetto su scudo spaziale, Gcap e non solo

Che cosa ha detto il ministro Crosetto in audizione sul Documento Programmatico Pluriennale

Una guerra sempre più tecnologica richiama una Difesa italiana da rinnovare profondamente.

È quanto ha emerso dall’audizione odierna del ministro della Difesa, Guido Crosetto, presso la commissione Affari Esteri e Difesa del Senato sul Documento Programmatico Pluriennale, per il triennio 2025-2027.

Il ministro Crosetto ha esordito ricordando che la guerra in Ucraina, giunta ormai al quarto anno,  è una “guerra di droni”, caratterizzata da una grande evoluzione tecnologica. Allo stesso tempo, lo spazio cibernetico “è terreno di scontro quotidiano”, parte integrante dei conflitti moderni, ma “Sono decenni” che le autorità italiane non si occupano di aspetti chiave per il rafforzamento della Difesa, e “ora bisogna correre”. “Siamo chiamati a costruire insieme una protezione per la nostra nazione”, con una difesa “più adeguata ai rischi attuali”, capacità di operare in ambito multidominio.

Nel Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2025-2027 sono state messe al centro le priorità di interesse strategico per l’Italia, tenendo in conto “le specificità del Fianco Sud” dell’Alleanza atlantica ha evidenziato il ministro della Difesa spiegando che il Fondo investimenti difesa, rifinanziato con 1,5 miliardi di euro annuali, “rappresenta lo strumento cardine” per la programmazione.

Tutti i dettagli.

DAL MEDITERRANEO ALLARGATO ALL’INSTABILITÀ DEL CONTESTO GLOBALE

Innanzitutto, il Mediterraneo allargato resta il principale teatro di interesse: un quadrante reso più instabile da crisi regionali, competizione tra potenze e presenza crescente di attori non statuali.

Il Mediterraneo allargato rappresenta l’area di priorità per l’interesse strategico dell’Italia, ha affermato il ministro della Difesa Crosetto, in audizione: “Il contesto globale è segnato da una crescente instabilità”, ha spiegato ribadendo che “Il Mediterraneo è cruciale per la sicurezza energetica” e l’interscambio commerciale.

NECESSARIO RIDEFINIRE STRUMENTO MILITARE

E proprio alla luce dello scenario internazionale, “C’è l’esigenza di dotarci di uno strumento militare efficiente ed efficace, pronto ad adeguarsi a cambi repentini che ci rendono impossibile definire il futuro dal punto di vista della minaccia, degli scenari e delle tecnologie” ha sottolineato Crosetto.

“È un tema – ha aggiunto – che richiede un profondo rinnovamento della Difesa, che possiamo gestire insieme e che deve essere approvato dal Parlamento, dove lo proporrò all’inizio del prossimo anno perché è il tempo maturo per ridefinire il quadro della nostra Difesa”.

Dopo Parigi e Berlino, anche a Roma si ragiona sull’introduzione della leva militare su base volontaria: la scorsa settimana proprio il ministro della Difesa Crosetto ha confermato l’intenzione di portare in Parlamento una nuova proposta per il servizio militare.

Sul tema della leva “si è innescato un dibattito” ma serve aumentare qualità e numero nelle Forze armate, ha spiegato in audizione il titolare della Difesa italiana. “Va aumentata la qualità delle forze armate con delle professionalità che si trovano solo sul mercato”, ha precisato Crosetto. “Stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero”, motivo per cui serve un aumento “della parte operativa delle Forze armate, quelle professionali”.

SCUDO SPAZIALE È IRRINUNCIABILE

Passando agli strumenti resisi indispensabili oggigiorno, per Crosetto uno di questi è lo scudo spaziale, ovvero “un’architettura protettiva multilivello che prevede la difesa spaziale, missilistica e antidrone. Una difesa che non abbiamo mai avuto e che non è più rinunciabile, che assorbe investimenti nelle annualità pari a circa 4,4 miliardi di euro ha illustrato il ministro della Difesa alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera.

È un sistema, ha insistito Crosetto, “multilivello interoperabile, in grado di garantire in futuro, purtroppo non adesso, protezione e difesa al nostro territorio. È una cosa che nasce da quello che abbiamo visto succedere in Israele e che vediamo ogni giorno in Ucraina”.

In questa prospettiva, il ministro ha ricordato i programmi per il caccia Gcap, per le batterie Samp-T Next Generation. “Stiamo definendo i sistemi necessari a completare l’architettura difensiva italiana”, costruendo “un sistema multilivello” integrato con gli Alleati.

IL PROGRAMMA GCAP

E proprio in riferimento al programma Gcap per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione in collaborazione con Regno Unito e Giappone, il ministro della Difesa ha sottolineato che il progetto “è una piattaforma tecnologica”, non un semplice aereo. “L’aereo non conta, ma contano le tecnologie che sono a bordo”, che finora non avevamo; tuttavia, grazie ai negoziati con il Regno Unito “siamo arrivati a una condivisione totale”, ha spiegato Crosetto, auspicando una partecipazione di sempre più nazioni nel progetto.

Allo stesso tempo, il ministro ha messo in luce che l’industria europea della Difesa risente ancora di una forte frammentazione. “Assistiamo ancora a inutili duplicazioni, egoismi e sprechi di risorse”, ha evidenziato Crosetto, parlando della necessità di “perseguire obiettivi chiari e concreti”.

NECESSITÀ INVESTIMENTI

Dunque “C’è il ‘dovere di dotaci di strumento militare efficiente, adeguato che non sprechi risorse e che sia pronto ad affrontare cambi repentini nelle minacce e nelle tecnologie che dovremmo affrontare” ha proseguito Crosetto, ribadendo che gli investimenti nel settore sono motore fondamentale per crescita economica. Investire in difesa e sicurezza rappresenta “un motore fondamentale per la crescita economica nazionale”. “Le capacità sviluppate dall’industria della difesa possono essere messe al servizio” dei cittadini anche nella quotidianità, ha sottolineato Crosetto, citando il principio del “dual-use”. “L’Italia è leader in settori trainanti”, ha proseguito il ministro.

SOPRATTUTTO PER I “NUOVI” DOMINI STRATEGICI

Dopodiché il ministro ha evidenziato l’importanza dei nuovi domini, da presidiare.

A partire da quello cibernetico che rappresenta “una delle dimensioni più strategiche” per la sicurezza nazionale. L’impegno finanziario in materia è di circa 500 milioni l’anno, che sono però “troppo poco”, secondo Crosetto. “Sono programmi che guardano al presente e al futuro”, ha aggiunto il ministro, ricordando che “la sicurezza digitale non è un comparto separato”

Così come lo spazio, che “non è più soltanto una frontiera tecnologica”, ma è diventato “parte integrante della postura difensiva nazionale”, ma gli investimenti attuali sono insufficienti. “In questa direzione stiamo investendo 200 milioni di euro l’anno” per “sapere cosa succede e ad opera di chi”. Per Crosetto, tuttavia, “200 milioni sono nulla” in questo settore.

Allo stesso tempo, l’Italia intende confermarsi un attore di primo piano nell’ambito della capacità subacquee per la difesa e la sicurezza, ha concluso il ministro della Difesa.

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