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Cosa si dice sulla proposta di Bruxelles di tassare (ancora) il tabacco

Bruxelles intende aumentare le accise sui prodotti del tabacco, compresi quelli usati come exit strategy dal vizio del fumo, per fare cassa: la misura porterebbe nelle casse comunitarie 15 miliardi di euro. Il 4 dicembre sarà discusso un nuovo testo. Fatti, numeri e polemiche

Bruxelles non molla con la proposta di rivedere la Direttiva europea sulle accise del tabacco (Ted). Durante un’audizione della commissione parlamentare Fisc dello scorso 20 novembre, la Commissione europea ha difeso la sua proposta di aumentare le tasse sui prodotti del tabacco e della nicotina, compresi quelli innovativi come sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. 

NUOVE TASSE DA BRUXELLES SUL TABACCO

La revisione, presentata a luglio, secondo il governo comunitario punta a riallineare le aliquote minime di tassazione e ad estendere le regole ai nuovi prodotti, in linea con la strategia Ue per una “generazione libera dal fumo” entro il 2040. Bruxelles difatti considera la leva fiscale uno strumento chiave per ridurre il consumo.

Le bozze iniziali riportavano ingenti aumenti: +139% sulle sigarette, +258% sul tabacco trinciato e oltre +1.000% sui sigari. Secondo stime della stessa Ue, questi incrementi avrebbero comportato rincari medi dei prezzi al consumo di circa il 20% e un impatto sull’inflazione di mezzo punto percentuale.

La consultazione avviata dalla Commissione si è chiusa con un risultato netto: il 92% dei partecipanti si è dichiarato contrario alle proposte. Hanno risposto circa 17.000 cittadini europei, di cui 3.000 italiani. Le principali ragioni di opposizione riguardano gli impatti economici e occupazionali, la penalizzazione dell’innovazione e il rischio di crescita del mercato illecito, secondo il Sole 24 ore.

LA NUOVA PROPOSTA NON CORREGGE GLI ASPETTI CRITICI

La nuova proposta della Presidenza danese sarà discussa il 4 dicembre al Working Party on Tax Questions. Il nuovo testo non corregge le criticità, ma introduce ulteriori irrigidimenti e aumenti. Per il tabacco riscaldato, la tassazione crescerebbe del 132% rispetto alla proposta iniziale, con rincari sui prezzi che sfiorano +2 euro per confezione. Inoltre, i prodotti senza combustione verrebbero tassati più di alcuni prodotti da fumo tradizionali, creando un paradosso rispetto agli obiettivi di salute pubblica. Per le bustine di nicotina, si ipotizzano incrementi fino al 1.000%.

COSA DICONO GLI EURODEPUTATI CONTRARI

Alcuni eurodeputati chiedono di distinguere tra prodotti ad alto e basso rischio, come avviene in altri settori. “Serve una tassazione proporzionata all’impatto sanitario”, ha sottolineato per esempio Marco Falcone, vice capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo

Il deputato dell’Adr Fernand Kartheiser (Lussemburgo) ha denunciato che la proposta, che punta a generare 15 miliardi di gettito, andrebbe “oltre le competenze della Commissione e mina il principio di sussidiarietà”.

LE RICADUTE PER L’ITALIA

L’eurodeputato Gaetano Pedullà (eletto nelle liste M5s) ha avvertito: “In Italia il settore ha investito molto. Questa riforma rischia di colpire posti di lavoro e aziende agricole. Non possiamo causare il collasso delle industrie”. Gli oppositori denunciano il rischio di gravi conseguenze economiche e sociali: perdita di competitività che metterebbero a rischio PMI e migliaia di posti di lavoro. Le misure colpirebbero anche produzioni italiane esportate in decine di Paesi.

COSA DICONO GLI ESPERTI

Molti timori avanzati dagli europarlamentari trovano sponda nelle tesi dei tecnici. Secondo gli esperti, tasse troppo alte favorirebbero il commercio illecito, già diffuso in Europa per la vicinanza a Paesi extra-UE con tabacco a basso costo come Bielorussia e Ucraina.

Secondo la ricercatrice Hana Ross la Ted non prevede adeguamenti per inflazione e reddito, né regole per i nuovi prodotti, favorendo acquisti transfrontalieri e sostituzioni che vanificano gli obiettivi di salute pubblica.

Fa quadrato la filiera. Christa Pelsers di Tobacco Europe ha sottolineato che tabacco riscaldato, e-cig e bustine di nicotina presentano rischi inferiori rispetto alle sigarette tradizionali. “La nicotina non è la causa del cancro: il problema sono le sostanze tossiche della combustione. Serve una tassazione proporzionata al rischio”, ha detto.

I FAVOREVOLI

Non tutti sono contrari. Gijs van Wijk, Policy Officer di Smoke Free Partnership, ha difeso la proposta: “Aumentare il prezzo del tabacco è il modo più efficace per ridurre il consumo, soprattutto tra i giovani e i gruppi a basso reddito. Stabilire accise minime più forti è essenziale per chiudere i divari di prezzo che l’industria ha sfruttato per anni”.

Secondo van Wijk, questi divari hanno alimentato acquisti transfrontalieri e mantenuto i prezzi troppo bassi, rendendo sigarette e prodotti alla nicotina facilmente accessibili ai giovani.

L’ENORME PROBLEMA DELL’ILLECITO

L’elefante nella stanza resta l’immenso fenomeno del contrabbando: il commercio illegale di tabacco costa alla Ue circa 12,5 miliardi di euro l’anno e finanzia la criminalità organizzata, minando le politiche di salute pubblica e la concorrenza.

Proprio uno studio citato in audizione all’Europarlamento mostra una correlazione tra accise elevate e traffici illegali. “Così si crea uno scenario perdente per tutti: meno entrate fiscali, più prodotti non regolamentati e nuove opportunità per la criminalità”, l’avvertimento del professor Francesco Moscone dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e della Brunel University di Londra

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