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Lockheed Martin, Northrop Grumman e General Dynamics, ecco come vanno gli affari delle aziende della difesa. Report Sipri

Le grandi aziende globali della difesa stanno registrando un forte aumento dei ricavi, spinto dai conflitti in Ucraina, a Gaza e non solo. Tutti i dettagli dell’ultimo rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri).

Continua il boom di ricavi per le aziende della difesa in tutto il mondo, ma i produttori di armi europei hanno venduto un numero significativamente maggiore di equipaggiamenti militari nel 2024.

È quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale dell’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri) sui 100 produttori di armi più importanti al mondo. I ricavi globali derivanti dal settore degli armamenti sono aumentati notevolmente l’anno scorso, grazie all’aumento della domanda dovuto alle guerre in Ucraina e Gaza, alle tensioni geopolitiche globali e regionali e alla spesa militare sempre più elevata. Delle 100 aziende elencate, 39 hanno sede negli Stati Uniti, di gran lunga il Paese leader. Queste 39 aziende rappresentano poco meno della metà del fatturato globale derivante dalle vendite di armi.

Per la prima volta dal 2018, tutte e cinque le maggiori aziende del settore hanno aumentato i propri ricavi.

Secondo il Sipri, sebbene la maggior parte dell’aumento globale sia dovuto alle aziende con sede in Europa e negli Stati Uniti, si sono registrati incrementi su base annua in tutte le regioni del mondo presenti nella Top 100. L’unica eccezione riguarda l’Asia e l’Oceania, dove le problematiche legate all’industria bellica cinese hanno ridotto il totale regionale.

L’impennata dei ricavi e dei nuovi ordini ha spinto molte aziende del settore ad ampliare le linee di produzione, ad ampliare gli stabilimenti, a creare nuove filiali o a effettuare acquisizioni.

Tutti i dettagli.

CRESCE IL GIRO D’AFFARI PER LE AZIENDE DELLA DIFESA NEL 2024 FOTOGRAFA IL SIPRI

I produttori di armi non hanno mai guadagnato così tanto come nel 2024. Secondo il report dell’istituto di Stoccalma, i ricavi derivanti dalla vendita di armi e servizi militari sono ammontati a 679 miliardi di dollari (582 miliardi di euro) lo scorso anno. Ciò rappresenta un aumento del 5,9%, al netto dell’inflazione, rispetto a 632 miliardi di dollari del 2023. Anche allora, le crescenti tensioni geopolitiche e, soprattutto, la guerra in Ucraina avevano portato a un aumento della domanda di armi. Nel 2024, questa tendenza ha subito un’ulteriore accelerazione.

LOCKHEED MARTIN, NORTHROP GRUMMAN E GENERAL DYNAMICS SUL PODIO

In particolare, l’anno scorso i ricavi complessivi del settore degli armamenti delle aziende statunitensi nella Top 100 sono cresciuti del 3,8%, raggiungendo i 334 miliardi di dollari, con 30 delle 39 aziende statunitensi in classifica che hanno aumentato i propri ricavi. Tra queste, i colossi Lockheed Martin, Northrop Grumman e General Dynamics.

Nella top five del Sipri figura al primo posto del podio Lockheed Martin (che produce i caccia F-35), seguita da RTX (ex Raytheon Technologies, che produce motori aeronautici e droni) e Northrop Grumman (che produce missili a lungo raggio). Al quarto posto entra la britannica Bae Systems, seguita da General Dynamics (che produce sottomarini nucleari e missili guidati).

Nonostante il predominio delle aziende statunitensi nel mercato di armamenti, il Sipri sostiene che ritardi diffusi e sforamenti di bilancio continuano a penalizzare progetti chiave come il caccia F-35, i sottomarini classe Columbia e Virginia e il missile balistico intercontinentale Sentinel.

PRIMA VOLTA DAL 2017 CHE NELLA TOP FIVE ENTRA UN’AZIENDA NON AMERICANA

Inoltre, è la prima volta dal 2017 che un’azienda non con sede negli Stati Uniti compare tra i cinque maggiori produttori di armi. A titolo di confronto, la divisione militare del consorzio europeo Airbus si classifica al 13° posto tra le 100 aziende più importanti.

IL RIARMO EUROPEO

Delle 26 aziende di armamenti nella Top 100 con sede in Europa (esclusa la Russia), 23 hanno registrato un aumento dei ricavi derivanti dal settore degli armamenti. I loro ricavi aggregati sono cresciuti del 13%, raggiungendo i 151 miliardi di dollari. Questo aumento è legato alla domanda derivante dalla guerra in Ucraina e alla percepita minaccia russa, osserva il Sipri.

L’azienda ceca Czechoslovak Group ha registrato il più forte aumento percentuale dei ricavi derivanti dal settore degli armamenti tra tutte le aziende della Top 100 nel 2024: del 193%, raggiungendo i 3,6 miliardi di dollari. L’azienda attribuisce la maggior parte dei suoi ricavi all’Ucraina.

Nella classifica Sipri, la Russia è elencata separatamente. E non sorprende che i produttori di armi russi abbiano registrato una crescita significativa. Mentre i ricavi delle esportazioni russe sono diminuiti a causa delle sanzioni internazionali, il forte aumento della domanda interna ha più che compensato le perdite.

LA RISALITA DI LEONARDO, MENTRE SCIVOLA DI QUATTRO POSIZIONI FINCANTIERI

Guardando ai due campioni della difesa tricolore, Leonardo e Fincantieri, il primo riconquista la dodicesima posizione (occupata nel 2022), posizionandosi dietro i colossi di Usa, Regno Unito, Russia e Cina e davanti al colosso europeo Airbus. Al 53° posto troviamo il gruppo navale di Trieste, rispetto alla 49esima posizione dell’anno scorso.

FOCUS CINA

L’Asia si colloca al terzo posto dopo Stati Uniti ed Europa, con 23 aziende produttrici di armi quotate. Asia e Oceania sono state le uniche regioni al mondo a registrare un calo complessivo dei ricavi dalle armi tra le prime 100 aziende nel 2024, scendendo a 130 miliardi di dollari, l’1,2% in meno rispetto al 2023, rileva il rapporto Sipri. Nello specifico, sono state principalmente le aziende cinesi a registrare un calo significativo dei ricavi, del 10%. Nessun altro paese ha registrato un calo simile, sostiene il report.

“Una serie di accuse di corruzione nell’approvvigionamento di armi da parte della Cina ha portato al rinvio o alla cancellazione di importanti contratti di armamenti nel 2024”, ha spiegato Nan Tian, ​​Direttore del Programma per le Spese Militari e la Produzione di Armi del Sipri. “Ciò accresce l’incertezza sullo stato degli sforzi di modernizzazione militare della Cina e sulla data in cui si materializzeranno nuove capacità”.

LA SPINTA NEL MEDIO ORIENTE

Per la prima volta, nove delle prime 100 aziende di armi avevano sede in Medio Oriente, con un fatturato complessivo di 31 miliardi di dollari. I ricavi derivanti dal settore degli armamenti nella regione sono cresciuti del 14%. Le tre aziende di armi israeliane presenti in classifica hanno aumentato i loro ricavi complessivi del 16%, raggiungendo i 16,2 miliardi di dollari.

Inoltre, la classifica del 2024 include cinque aziende turche del settore armamenti (con un fatturato complessivo di 10,1 miliardi di dollari, con un aumento dell’11% su base annua), dopo che MKE è entrata per la prima volta nella Top 100. La turca Baykar, che produce, tra le altre cose, droni avanzati venduti di recente all’Ucraina e con cui si è alleata l’italiana Leonardo, ha visto il 95% dei suoi 1,9 miliardi di dollari di ricavi dal settore degli armamenti nel 2024 provenire dalle esportazioni verso altri paesi. Il conglomerato statale degli Emirati Arabi Uniti Edge Group ha registrato un fatturato complessivo di 4,7 miliardi di dollari nel settore armamenti nel 2024.

IL COMMENTO DEL SIPRI

“Lo scorso anno i ricavi globali derivanti dal settore degli armamenti hanno raggiunto il livello più alto mai registrato dal Sipri, poiché i produttori hanno capitalizzato sull’elevata domanda”, ha commentato Lorenzo Scarazzato, ricercatore del Programma Spese Militari e Produzione di Armi del Sipri. Sebbene le aziende abbiano incrementato la propria capacità produttiva, devono ancora affrontare una serie di sfide che potrebbero influire sui costi e sui tempi di consegna.

 

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