(The Wall Street Journal, Sam Goldfarb, 24 novembre 2025)
Da settembre Amazon, Alphabet, Meta e Oracle hanno emesso quasi 90 miliardi di dollari di bond investment-grade per finanziare l’IA: più di quanto fatto nei precedenti 40 mesi. Anche ex-miner di bitcoin riconvertiti in data center hanno raccolto 7 miliardi in junk bond. Gli investitori, sorpresi dal volume, hanno costretto molte aziende a pagare tassi più alti; i prezzi dei bond calano e i CDS salgono.
1. Sul volume record di emissioni legate all’IA:
«Da inizio settembre gli hyperscaler dell’IA Amazon.com, Alphabet, Meta Platforms e Oracle hanno emesso quasi 90 miliardi di dollari di bond investment-grade, più di quanto avessero venduto nei precedenti 40 mesi».
2. Sulle difficoltà di assorbimento del mercato obbligazionario:
«Le aziende sono riuscite a completare le vendite, ma alcune hanno dovuto pagare tassi di interesse inaspettatamente alti. I prezzi dei bond di queste società sono scesi, segnale che gli investitori sono stati colti di sorpresa dalla quantità di titoli immessi sul mercato».
3. Sull’interconnessione tra mercato azionario e obbligazionario dell’IA:
«Oggi i mercati sono molto interconnessi. Sarà difficile che i mercati del credito vadano bene se le azioni dell’IA sono in vendita, e viceversa» (John Lloyd, responsabile globale credito multisettore Janus Henderson Investors).
4. Sul diverso impatto tra i giganti tech:
«Alphabet, Amazon e Microsoft sono stati risparmiati dal peggio grazie alla capacità di finanziare la maggior parte delle spese IA con gli enormi flussi di cassa generati ogni trimestre».
5. Sulla posizione più fragile di Oracle nel panorama tech:
«Oracle si trova in una posizione più difficile. Sta già bruciando cassa e prevede di bruciarne decine di miliardi nei prossimi anni per trasformarsi da leader software in gigante del cloud IA, affittando enormi cluster di chip avanzati necessari ad applicazioni come ChatGPT di OpenAI».
(Estratto dalla newsletter di Giuseppe Liturri)




