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Digital Omnibus, la Ue interviene (di nuovo) sui cookies raccolti dai siti

Le norme europee sul consenso informato dei dati che ciascun internauta cede durante la navigazione hanno trasformato Internet in una selva di pop-up sull'uso dei cookies. L'utilità è perciò prossima allo zero: l'utenza clicca distrattamente infastidita dalle continue interruzioni. Ma col Digital Omnibus allo studio a Bruxelles la situazione potrebbe cambiare

Occhi puntati sul Digital Omnibus, il nuovo pacchetto di norme che la Ue intende far valere tra i 27 con riferimento all’ambiente online. Il corpus sarà anche con ogni probabilità l’occasione di fare un tagliando al regolamento Gdpr al fine, pare, di alleggerire vincoli considerati eccessivamente rigidi dalle imprese, soprattutto da startup e piccole aziende. C’è persino chi ha malignato di un ritocco fatto per compiacere Trump e permettere alle multinazionali Usa di firmare meno scartoffie. Quel che è certo è che si va pure verso una riforma della gestione dei cookies, le famose briciole che ciascun internauta lascia dietro di sé durante la navigazione la cui raccolta e profilazione, proprio per effetto delle norme europee, negli ultimi anni ha portato l’utenza a doversi districare tra selve di pop up che solitamente vengono accettati con stizza in quanto rallentano la navigazione.

COSA SONO I COOKIES

Un cookie è un piccolo file di testo che un sito web salva sul computer o dispositivo mobile dell’internauta mentre lo visita. Ciò permette al sito di ricordare le preferenze (ad esempio il nome utente, la lingua ecc.) per un determinato periodo di tempo.

Ci sono poi quelli che vengono usati per valutare, in forma anonima, come l’utente interagisce con il  sito web: almeno in teoria i dati raccolti non identificano personalmente l’internauta limitandosi a profilare come si muove tra le varie pagine e dove si sofferma.

A proposito di profilazione, i cookies vengono usati anche e soprattutto a scopi pubblicitari: si visita un sito di gioielli per fare un regalo e subito compaiono ovunque, durante le ricerche o la consultazione di altri siti (servizi per lo sharing, social network, testate giornalistiche, ecc) pubblicità di gioielli.

UNA SELVA DI POP-UP

Le più stringenti leggi europee volte a rendere l’internauta del Vecchio continente maggiormente informato sui dati che cede al proprio passaggio hanno reso Internet una giungla di pop-up e avvisi: ogni volta che si atterra su di un sito si è invitati ad accettare o rifiutare i cookies. Stanno peraltro apparendo formule truffaldine che la mettono su di un piano diverso: si paga l’accesso coi dati, altrimenti ci si abbona ma allora si pagherà con soldi veri e propri.

Che è un po’ il famigerato modello “paga o acconsenti” messo in piedi da Meta e che all’Europa non è mai piaciuto. Il 23 aprile 2025, la Commissione europea sulla scorta del Digital Markets Act ha sanzionato infatti il colosso di Mark Zuckerberg per 200 milioni di euro avendo rilevato una grave violazione del principio di libero consenso previsto dal Gdpr e dal Dma stesso, secondo i quali la scelta dell’utente deve essere “libera, informata, specifica e inequivocabile”.

COOKIES, NIENTE PIÙ POP-UP

Ma torniamo alle novità in studio a Bruxelles. Secondo il contenuto del Digital Omnibus, gli utenti potranno definire in via generale le preferenze sui cookies tramite impostazioni centralizzate, per esempio nel browser o nel sistema operativo.

I siti web saranno obbligati a rispettare tali scelte per almeno sei mesi, eliminando così la necessità di riproporre richieste continue. La Commissione sottolinea che questa impostazione “semplificherà drasticamente” l’esperienza online, perché restituirà un controllo reale sulle decisioni legate ai dati personali.

Questa nuova formula dovrebbe infatti aumentare l’attenzione degli internauti del Vecchio continente quando vengono chiamati a scartabellare tra le opzioni della privacy in un’unica occasione, evitando invece che accettino qualsiasi cosa pur di entrare in un sito come accade oggi, semplicemente perché di fronte all’ennesimo pop-up che sbarra l’accesso a una informazione che vogliono raggiungere.

Il Digital Omnibus introduce un’interfaccia di consenso semplificata basata su un pulsante “single-click” che permetterà di accettare o rifiutare tutti i cookie con un’unica azione. La riforma definisce anche requisiti di design  per impedire l’uso di modalità che rendano il rifiuto più complesso dell’accettazione. Insomma, un tagliando vero e proprio che pare faccia tesoro delle critiche emerse in questi anni.

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