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Tutte le pene economiche e politiche del governo Lecornu in Francia

Come i giornali francesi raccontano passi e difficoltà del governo francese. Estratto dalla rassegna di Liturri.

Budget: Lecornu sommerso dagli eventi

(L’Opinion, Dinah Cohen et Matthieu Deprieck, 17 novembre 2025)

1. Il Primo ministro ha perso il controllo della narrazione lasciando troppa libertà ai parlamentari:

«Lasciando mano libera ai parlamentari, non controlla più il racconto e vede ogni misura imporsi nel dibattito come se si trattasse della versione definitiva».

2. Metafora dell’arrivo di Lecornu a Matignon e del caos crescente:

«Arrivando a Matignon, Sébastien Lecornu ha preso un sacco, l’ha riempito di nodi e ha scommesso che alla fine tutto ciò avrebbe comunque assunto l’aspetto di un bilancio».

3. Il governo appare completamente sopraffatto dalla situazione:

«I consiglieri in comunicazione hanno avviato un’ampia campagna di “sensibilizzazione” dei media con una regola d’oro: parlare sempre al condizionale senza mai dimenticare di precisare le condizioni d’uso».

4. Un consigliere prevede la prossima battaglia comunicativa con l’arrivo del Senato:

«Dovremo batterci per spiegare alla gente che quando il Senato toglierà la sospensione, non sarà comunque finita. Finora avevamo uno che faceva girare dieci piatti e adesso aggiungiamo una seconda squadra, quella dei senatori».

5. Un comunicatore governativo ammette l’impossibilità di far passare il messaggio giusto:

«Il bilancio è temporaneo. È in corso di discussione e servirà a colmare l’attesa fino alle presidenziali. Ma è un racconto che non riusciamo a imporre, preoccupati dal clima di “martellamento fiscale” che si sta imponendo. Tutto è buono per provare ad attenuarlo».

L’ombra di un bilancio imposto con la forza aleggia sui deputati

(Le Figaro, Wally Bordas, 17 novembre 2025)

1. Un deputato di Renaissance rivela la strategia del governo che, avendo aperto i dibattiti anche nei weekend, ora punta a far scadere i tempi per evitare un voto sulla prima parte del bilancio e non mostrare un fallimento pubblico:

«Il governo ha commesso un errore strategico aprendo i dibattiti nei weekend. L’obiettivo è chiaramente che il testo venga inviato al Senato senza voto sulla parte 1».

2. Il deputato macronista spiega perché conviene far slittare tutto: il testo attuale, stravolto da oltre 40 miliardi di nuove tasse votate soprattutto a sinistra e al RN:

«Il progetto di legge così come è stato emendato dall’inizio dei nostri dibattiti all’Assemblea, penso che non ci sia quasi nessuno disposto a votarlo. Verrebbe respinto e manderebbe un segnale di fallimento, mentre invece siamo sulla buona strada con il Partito socialista e LR».

3. Il relatore generale Philippe Juvin ammette che nella forma attuale nessuno voterebbe il testo, ma si dice tranquillo perché alla fine, tra commissione mista paritaria, seconda lettura o legge speciale, la Francia avrà comunque un bilancio:

«Io non vedo chi possa votare questo testo… Dopo ci sarà la commissione mista paritaria (CMP) e la seconda lettura… Oppure una legge speciale. Alla fine, non mi preoccupo, la Francia avrà un bilancio».

4. Una deputata del Rassemblement National prevede con certezza il ricorso alle ordinanze, vista la lentezza dei dibattiti che renderà impossibile rispettare i 70 giorni costituzionali, costringendo il governo a far passare il bilancio senza il Parlamento:

«Finirà con le ordinanze, è una certezza. Potremo tutti spiegare che abbiamo dibattuto per due mesi, che ognuno ha ottenuto le sue vittorie e che ora pensiamo ai francesi, alla stabilità e alle feste di fine anno».

5. Un deputato Renaissance molto vicino alla strategia dell’esecutivo spiega il piano finale:

«Bisogna andare fino in fondo al processo. E alla fine ci chiudiamo in una stanza per tre ore con i socialisti e i LR e sbarchiamo su un testo che una maggioranza di deputati non censurerà».

Il governo vuole rassicurare le imprese

(Le Figaro, Propos recueillis par Emmanuel Egloff, Ivan Letessier, Julie Ruiz et Marie Visot, 17 novembre 2025)

1. Il ministro Roland Lescure presenta l’edizione di Choose France dedicata alle imprese francesi come una celebrazione di chi investe sul territorio in un contesto globale difficile e annuncia oltre 150 progetti che coprono tutti i settori:

«Noi annunciamo più di 150 progetti su tutto il territorio francese e in tutti i settori: nell’industria di oggi (agroalimentare, beni di consumo, cosmetici, salute, chimica, trasporti) e in quella di domani, che mettono la Francia al centro della quarta rivoluzione industriale e della transizione energetica».

2. Di fronte alle preoccupazioni degli imprenditori per l’instabilità politica e le nuove tasse votate dall’Assemblea, Lescure riconosce che l’incertezza politica crea incertezza economica, ma invita a un compromesso responsabile che non scarichi tutto sulle grandi imprese:

«L’incertezza politica genera incertezza economica. Per togliere questa incertezza bisogna adottare un bilancio 2026… ma non a qualunque costo. Il compromesso di bilancio non può avvenire unicamente sulle spalle delle grandi imprese».

3. Il ministro garantisce che alcune misure fiscali votate dall’Assemblea saranno corrette, a partire dalla tassa sulle multinazionali, e confida nella saggezza del Senato per eliminare le disposizioni inapplicabili o dannose:

«Alcune misure fiscali adottate dall’Assemblea devono essere corrette. A cominciare dalla tassa sulle multinazionali, che alimenta la fantasia di una Francia capace di tassare il mondo intero per tirarsi fuori dalla fossa del deficit».

4. Lescure spiega che il deficit pubblico rischierebbe di rimanere intorno al 5% del PIL con gli emendamenti attuali e che il risanamento non può basarsi solo su decine di miliardi di tasse in più, perché soffocherebbe l’economia e l’occupazione:

«I francesi vedono miliardi che volano da tutte le parti senza capire a cosa corrispondano. Gli emendamenti votati ci portano a un deficit pubblico intorno al 5% del PIL. È troppo. Il risanamento dei conti non può passare per decine di miliardi di imposte in più».

5. Il ministro invita i parlamentari a votare anche consistenti tagli di spesa, perché senza vere economie il Paese non uscirà dalla spirale del debito, e assicura che il governo farà di tutto per ottenere un testo finale che protegga crescita e riduzione del deficit:

«Il governo farà tutto perché il testo finale preservi la crescita e la riduzione del deficit, e non mostri prelievi obbligatori alle stelle. Invito i parlamentari a essere responsabili votando anche riduzioni significative della spesa. Senza risparmi non ne usciremo».

(Estratto dalla newsletter di Giuseppe Liturri)

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