Un viaggio cancellato, una lunga serie di appuntamenti disdetti e un clima di freddezza che ormai avvolge due economie un tempo strettamente intrecciate. Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto rinunciare all’imminente missione diplomatica in Cina, dopo che Pechino ha annullato quasi tutti gli incontri previsti, ponendo come condizione un ammorbidimento delle sue recenti critiche sulla condotta cinese nel Mar Cinese Meridionale. Una pretesa inedita nei rapporti bilaterali, che ha spinto Berlino a cancellare il viaggio, segnando uno dei punti più bassi nelle relazioni tra Germania e Cina.
E mentre gli occhi del mondo sono focalizzati sull’incontro fra il presidente americano Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping, che giovedì prossimo si vedranno a quattr’occhi a margine del vertice APEC in Corea del Sud, Berlino vive la sua piccola tempesta diplomatica.
UNA SVOLTA NEI RAPPORTI DIPLOMATICI
L’episodio, presentato ufficialmente come una questione di “problemi di calendario”, arriva peraltro a pochi mesi dalla visita a Berlino del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che a luglio aveva promesso collaborazione e maggiore trasparenza nelle forniture di terre rare, lasciando intravedere una possibile distensione. Ma da allora la situazione è mutata radicalmente. Mentre si discuteva della preparazione di una futura visita del cancelliere tedesco a Pechino, i rapporti sono precipitati in una spirale di diffidenza e contrapposizione.
Negli ultimi mesi la Cina ha accentuato la propria assertività su Taiwan, rivendicando con crescente determinazione la sovranità sull’isola, il cui ruolo è cruciale per l’economia globale grazie alla produzione di semiconduttori. Gli esperti sottolineano come la leadership cinese tenda ormai a subordinare le relazioni bilaterali alle proprie priorità strategiche, ponendo condizioni esplicite ai partner. Mikko Huotari, direttore del think tank Merics, ha osservato sull’Handelsblatt che i rapporti di forza si sono spostati in modo evidente a favore di Pechino, che testa la capacità europea di resistere alle pressioni sulla questione di Taiwan.
LA DIPENDENZA ECONOMICA DELLA GERMANIA
Anche secondo Andreas Fulda, politologo dell’Università di Nottingham, l’affronto subito da Wadephul non rappresenta un episodio isolato ma il riflesso di un più ampio raffreddamento politico. Intervistato dal Tagesspiegel, sostiene che “la Germania ha perso centralità nella strategia cinese, mentre la dipendenza economica continua a limitare la sua autonomia decisionale”. L’intreccio di forniture industriali e interessi commerciali, infatti, “espone Berlino a una vulnerabilità crescente, aggravata dalla prudenza politica nel reagire a eventuali ritorsioni”.
Sul piano economico, la tensione diplomatica si traduce in effetti concreti. Nonostante gli impegni assunti, la Cina ha drasticamente ridotto l’export di terre rare e materiali critici verso l’Europa, provocando difficoltà in numerosi settori industriali tedeschi. Alcune aziende hanno già sospeso la produzione, altre si preparano a farlo. Il ministro Wadephul avrebbe dovuto discutere a Pechino la questione con i massimi responsabili della politica commerciale cinese, ma la mancanza di disponibilità da parte di questi ultimi ha reso il viaggio inutile.
LE VULNERABILITÀ INDUSTRIALI E STRATEGICHE
Secondo Jürgen Matthes, esperto dell’istituto economico IW di Colonia, “la Cina sta ora utilizzando in modo mirato le dipendenze costruite negli anni per consolidare il proprio peso politico”. “Il vecchio equilibrio, in cui Pechino forniva materie prime critiche in modo stabile e conveniente, è ormai tramontato”, afferma l’economista. L’Europa importa oggi il 93% delle terre rare dalla Cina, ma la stessa dipendenza si riscontra anche per metalli come il gallio e la grafite, indispensabili nella produzione di batterie, componenti elettronici e tecnologie verdi.
Nicolas Zippelius, deputato della Cdu/Csu ed esperto di Cina, ha richiamato l’attenzione sui rischi per l’industria dell’alta tecnologia e per la sanità, settori in cui la Germania dipende fortemente da fornitori cinesi. A suo avviso, “i segnali di una progressiva riduzione delle forniture erano visibili da tempo, ma la Germania non ha predisposto adeguate misure preventive”. Le conclusioni coincidono con quelle di un recente studio dell’IW, che mostra come, anziché diminuire, la dipendenza dell’industria tedesca dalla Cina sia addirittura aumentata.
IL GOVERNO SI DIVIDE SUL FUTURO DELLE RELAZIONI CON LA CINA
La tensione diplomatica ha avuto riflessi anche sul piano politico interno. Nella coalizione di governo sono emerse divergenze sull’opportunità della cancellazione del viaggio. I rappresentanti della Cdu hanno difeso la decisione del ministro, mentre nell’Spd sono state espresse critiche per i possibili contraccolpi economici. Il dibattito riflette in realtà una spaccatura più ampia sul modo in cui la Germania dovrebbe gestire il rapporto con una Cina sempre più assertiva. Cdu/Csu propendono per una linea più dura, spalleggiati dall’opposizione dai Verdi. L’Spd, come fu nel caso della Russia, suggerisce prudenza e spinge per non pregiudicare il filo dei rapporti.
Gli esperti di politica estera convergono nell’indicare la fase attuale come un passaggio critico per la diplomazia tedesca. L’alto livello di interdipendenza limita i margini d’azione di Berlino, che si trova stretta fra l’esigenza di mantenere i legami economici e la necessità di reagire a un atteggiamento sempre più rigido da parte di Pechino. Secondo Huotari, i prossimi mesi saranno decisivi e la Germania dovrà scegliere se adattarsi alle nuove condizioni imposte dalla Cina o avviare un processo di diversificazione, che però richiederà tempo e una strategia comune europea.
Nell’attesa di nuovi sviluppi, l’episodio del viaggio mancato segna un punto di svolta simbolico. Da terreno privilegiato di cooperazione industriale, il rapporto tra Germania e Cina si sta trasformando in un fragile equilibrio. Berlino, stretta fra le esigenze della propria economia e la difesa dei principi che guidano la sua politica estera, si trova ora a misurare il prezzo reale delle dipendenze accumulate negli anni. E come dimostrano i riflettori internazionali tutti accesi sull’incontro Trump-Xi, misura anche la perdita di peso specifico nello scacchiere internazionale.






