Con le sanzioni del dipartimento del Tesoro americano a Rosneft, Lukoil e Gazprom, in questi giorni la distanza politica tra Stati Uniti e l’Unione europea sull’Ucraina sembra finalmente essersi accorciata. Come giudichi questa convergenza?
Importante: ora però spetterà all’Unione europea e ai singoli paesi cercare di dare contenuti maggiori e più profondi a questa convergenza. Se si vuole approfondirla, bisogna trovare nuovi e più ampi temi comuni, come un maggiore impegno comunitario e propositivo in Medio Oriente e capire cosa l’Europa può fare nel nuovo scacchiere dell’Indo-Pacifico.
Prevedi ripercussioni sull’atteggiamento della Cina o il patto di ferro con la Russia di Putin continuerà come se niente fosse?
Nel breve periodo, penso che la Cina non mollerà la sua presa sulla Russia, né la Russia si allontanerà da Pechino. Ma certamente queste nuove misure avranno un effetto crescente nel tempo, e quindi è possibile che i due reagiranno.
Com’è il clima politico a Pechino dopo le accuse di corruzione ai vertici militari?
È una cosa senza precedenti in Cina, la decapitazione dei vertici militari. Implicitamente, però, è anche un messaggio distensivo: non ci sono attacchi militari contro Taiwan possibili nel prossimo futuro, senza vertici militari consolidati.
Stati Uniti e Unione europea stanno riprendendo i contatti con l’India dopo il suo avvicinamento a Pechino. Cosa prevedi?
Mi sembra che i due hanno trovato una quadra. A livello di immagine, Donald Trump ha celebrato la tradizionale festa indiana del Diwali. A livello di sostanza, l’India avrà tariffe commerciali al 15%, quelle dei paesi amici, in cambio di riduzioni indiane a import petroliferi russi; inoltre, l’India comprerà più petrolio americano.
Più delicato e complicato sarà navigare il triangolo con il Pakistan, nemico storico dell’India ma ritrovato alleato americano. Il Pakistan serve agli Usa per la sua proiezione in centro Asia, verso l’Afghanistan e oltre, e per la sua forza militare da impiegare in Medio Oriente contro l’Iran o i suoi alleati. Qui un giro nel giro: dopo i recenti scontri tra Pakistan e Afghanistan, Kabul ha ritrovato un dialogo con Delhi; quindi l’India fornisce agli Usa un’ulteriore spazio nel Centro Asia. La storia è in pieno sviluppo e occorre seguirla con attenzione.
L’accordo tra Stati Uniti e Australia sulle terre rare porterà risultati significativi?
Il problema sono i tempi. Gli ottimisti pensano che gli Stati Uniti si libereranno della dipendenza cinese dalle terre rare entro un paio di anni; altri pensano che ce ne vorranno dieci. Fin a quando non abbiamo un risultato vero e tangibile siamo tutti nel terreno delle ipotesi.






