Uber prende a bordo l’Ai: tra una corsa e l’altra infatti i suoi driver saranno incentivati ad addestrare gli algoritmi intelligenti. Chi lo farà potrà guadagnare qualche soldo extra.
NIENTE SCUOLA GUIDA, PER ORA
Non si tratta, almeno al momento, di lezioni di guida, anche se con ogni probabilità molto presto Uber abbraccerà il settore delle auto a guida autonoma, facendo correre robotaxi sulle strade in cui opera.
Non bisogna dimenticare che in piena estate la realtà statunitense ha infatti investito più di 300 milioni di dollari nella connazionale Lucid Motors per l’avvio fin dal 2026 di un servizio di robotaxi nelle principali città americane. Inoltre sempre Uber ha siglato un accordo con la tedesca Volkswagen per la fornitura di ID.Buzz elettrici a guida autonoma.
L’Ai che ora Uber intende accudire e allevare sembra avere tutt’altro scopo. Le richieste inoltrate ai propri autisti, difatti, variano dall’upload di documenti alla registrazione di brevi clip audio passando per la catalogazione di dati.
AUTISTI DI UBER E INSEGNANTI PER AI NEL TEMPO LIBERO
L’ex startup di San Francisco fondata da Travis Kalanick e Garrett Camp, emblema di quella – spesso contestata – gig economy fatta di lavoretti saltuari e paghe irrisorie ha impalcato un portale apposito, Work Hub, accessibile solo a veicolo parcheggiato e capace di eseguire funzioni anche offline: un gran vantaggio per gli automobilisti che spesso pur di competere coi taxi si spingono in zone remote, dove anche la copertura telefonica è minima.
COSA (NON) SAPPIAMO SUL NUOVO MODELLO
Si parte con l’India, ma l’intenzione è sperimentare il medesimo modello pure negli Stati Uniti entro la fine dell’anno. Non è dato sapere se, così facendo, Uber stia mettendo a disposizione di terze parti la propria forza lavoro o se stia persino sperimentando soluzioni hi-tech proprietarie.
Così come non è stato rivelato se l’Ai in questione sarà utilizzata per esempio dall’ex startup statunitense per gestire ordini e database al posto di sviluppatori e contabili umani. Bocca cucita anche su quanto sarà pagato chi accetterà di impartire istruzioni all’Ai tra una corsa e l’altra. Ma quasi tutti gli osservatori concordano che saranno cifre molto piccole, in pieno stile gig economy.






