Nell’impianto Stellantis di Melfi si chiude l’era, iniziata ben 11 anni fa, della Jeep Renegade, come hanno dichiarato ai media locali la Segretaria Regionale Ugl Basilicata Florence Costanzo e Giuseppe Palumbo, Segretario Provinciale Ugl Metalmeccanici Potenza. Un addio che la Basilicata non vive con eccessiva preoccupazione dato che, secondo le promesse fatte a inizio anno, Melfi beneficerà del lancio di sette nuovi modelli tra elettrici e ibridi.
LA STRATEGIA DOPO L’USCITA DI SCENA DELLA RENEGADE
Jeep Renegade, che poggia sulla piattaforma small-wide che non è più in fase di sviluppo, ha seguito la medesima strada della sua “gemella” Fiat 500X la cui produzione era stata interrotta lo scorso anno e ripresa come si dettaglierà a breve per un solo ordine quest’anno. Stellantis continuerà a produrre la Renegade in Brasile, nell’hub di Goiânia, ma l’uscita di scena è ormai comunque prossima mentre il Gruppo italofrancese prevede di puntare sulla Avenger e sulla nuova Compass.
IL FUTURO DELLA RENEGADE IN POLONIA? I RUMOR
Attualmente Renegade non sembra avere eredi: secondo alcune indiscrezioni il marchio statunitense potrebbe essere al lavoro su una nuova generazione della Renegage che non dovrebbe comunque essere commercializzata prima del 2027, basata sulla piattaforma Smart Car e costruita in Polonia.
LA ROADMAP VENTURA DELL’HUB LUCANO
“Nel 1° semestre 2026 verrà prodotta la DS7 e nel 2° semestre 2026 la Lancia Gamma, entrambe nelle due versioni elettrica e ibrida. E’ indispensabile procedere ad equipaggiare anche la DS8 con il motore ibrido”, spiegano da Fim-Cisl. Il rischio infatti è che lo stabilimento lucano si trasformi in un hub elettrico in un momento in cui la bassa domanda di auto a batteria rischi di penalizzare produzione e occupazione.
“Per l’indotto melfitano in forte sofferenza serve garantire l’uso degli ammortizzatori e dare priorità alle aziende locali nelle forniture”, le istanze dei sindacati. “Stiamo agendo a tutti i livelli istituzionali per tutelare i posti di lavoro e sostenere le imprese nella transizione. È indispensabile attivare strumenti previsti nell’accordo di programma e nelle aree di crisi complessa, per attrarre nuovi investimenti e dare prospettive a tutto il territorio”, proseguono i sindacati.
LA SITUAZIONE A MELFI
Finora la produzione di Compass e Renegade ha rappresentato l’81% delle vetture sfornate a Melfi. La situazione nell’impianto in Basilicata è tutt’altro che rosea, come sottolineano da Fim-Cisl nel report che riguarda l’ultimo trimestre 2025: “Rispetto all’anno precedente le produzioni nello stabilimento si sono dimezzate, raggiungendo le 26.850 unità prodotte. Rispetto al periodo pre-Covid, la perdita è dell’87%”.
Nell’ultimo trimestre Compass e Renegade hanno raggiunto un valore complessivo di 21.854 unità, in riduzione del 39% rispetto al 2024. La 500X come si anticipava è tornata eccezionalmente in produzione “per soddisfare uno specifico ordine, a fine settembre ne erano state prodotte 3.235 unità”.
La Ds8 in produzione nella sola versione full electric ha raggiunto le 1.248 unità. Nello stabilimento si sono prodotte circa 500 altri nuovi modelli in fase di avvio. Nel semestre si sono registrati 57 giorni di fermo collettivo gestiti con Contratti di solidarietà (187 turni persi). Negli altri giorni l’utilizzo medio dell’accordo aziendale tra datore di lavoro e sindacati è stato del 63%, coinvolgendo ogni giorno circa 3.050 lavoratori.
“La perdita di volumi ha già avuto conseguenze occupazionali: dal 2021, circa 2.370 lavoratori sono usciti incentivati su base volontaria, portando gli occupati a 4.670”, viene evidenziato da Fmi-Cisl. Attualmente sono circa 350 i lavoratori in prestito presso altri stabilimenti. “Lo stabilimento è nel pieno della transizione verso i nuovi modelli sulla nuova piattaforma Stla Medium”, annotano i sindacati.
LA SITUAZIONE NEL RESTO D’ITALIA
Non si tratta di un unicum: la crisi infatti attanaglia ogni impianto Stellantis della Penisola. Sempre secondo i dati diffusi dalla Fim-Cisl, nei primi nove mesi del 2025 sono stati realizzati 265.490 veicoli, in calo del 31,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le autovetture sono crollate del 36,3% (151.430 unità), mentre i veicoli commerciali risultano calati del 23,9% (114.060 unità). “Tutte le fabbriche – hanno sottolineato i rappresentanti dei lavoratori – registrano perdite tra il 17% e il 65%”.