In un momento di distensione diplomatica tra Washington e Mosca, un inviato del Cremlino ha lanciato una proposta audace: un tunnel ferroviario sottomarino sotto lo Stretto di Bering per collegare Russia e Alaska.
Come riporta Fox News, la proposta è arrivata subito dopo la telefonata Putin-Trump del 16 ottobre, quando i due leader hanno fissato un incontro a Budapest da tenersi tra due settimane per discutere soluzioni al conflitto ucraino.
Costo stimato 8 miliardi di dollari, con la tecnologia di Elon Musk come chiave per realizzarlo in otto anni, il progetto – battezzato “Putin-Trump Tunnel” – mira a simboleggiare l’unità tra i due paesi e aprire la strada a collaborazioni economiche nell’Artico.
L’autore della proposta: Kirill Dmitriev
Kirill Dmitriev, presidente del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF) e inviato speciale per gli investimenti del presidente Vladimir Putin, è l’artefice di questa idea visionaria.
Come scrive Reuters, Dmitriev ha suggerito il tunnel “per collegare i due paesi, sbloccare l’esplorazione congiunta delle risorse naturali e simboleggiare l’unità”.
Laureato a Stanford e Harvard, Dmitriev ha giocato un ruolo chiave nella “offensiva di fascino” russa per rilanciare i legami con gli Usa, inclusi colloqui in Arabia Saudita e relazioni con l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff.
Come osserva il Financial Times, la sua proposta è arrivata su X poche ore dopo la telefonata tra Putin e Trump del 16 ottobre, in cui i leader hanno discusso di commercio post-guerra in Ucraina.
Dmitriev ha anche rivelato, come riporta Sky News, che uno studio di fattibilità sul tunnel è iniziato “sei mesi fa”, con il RDIF che ha già finanziato il primo ponte ferroviario Russia-Cina, riducendo le rotte cargo di oltre 700 chilometri.
Il ruolo del Cremlino
Il Cremlino vede nella proposta un’opportunità per normalizzare i rapporti con Washington, legando la pace in Ucraina a prospettive economiche allettanti.
Dmitriev, come inviato di Putin, ha enfatizzato come il tunnel possa sostituire le multinazionali europee uscite dalla Russia, con un potenziale di 342 miliardi di dollari persi dagli Usa per le sanzioni, secondo il Financial Times.
Il progetto si inserisce in una strategia più ampia: collaborazioni energetiche nell’Artico, joint venture con major Usa e la rimozione delle sanzioni post-pace.
Il Cremlino, attraverso Dmitriev, punta anche su legami con figure trumpiane come Witkoff, incontrato più volte con Putin per i negoziati su Ucraina e Medio Oriente, come nota USA Today.
In fondo, è un messaggio chiaro: la pace porta business, dal ponte di ferro al disgelo geopolitico.
Il progetto
Il “Putin-Trump Tunnel” è un’ambiziosa infrastruttura da 70 miglia (112 km) sotto lo Stretto di Bering, il passaggio più stretto tra Eurasia e America – solo 51 miglia alla larghezza minima, con le isole Diomede (una russa, una americana) separate da appena 2,4 miglia.
Come descrive Reuters, si tratterebbe di un collegamento ferroviario e cargo, realizzabile in meno di otto anni a un costo di 8 miliardi di dollari, finanziato da Mosca e “partner internazionali” – contro i 65 miliardi stimati per metodi tradizionali.
Dmitriev ha taggato Elon Musk su X, proponendo The Boring Company – azienda fondata da Musk nel 2016 e specializzata nella costruzione di tunnel sotterranei per migliorare i trasporti – come contractor.
“Immaginate di connettere USA e Russia, le Americhe e l’Afro-Eurasia con il Putin-Trump Tunnel – un legame che simboleggia l’unità”, ha scritto Dmitriev, elogiando la tecnologia di Musk.
Il Financial Times sottolinea che il tunnel sarebbe più del doppio del Canale della Manica (31,5 miglia), ma RDIF avrebbe studiato proposte storiche, dal piano ferroviario Siberia-Alaska del 1904 a quello russo del 2007, inclusa una ferrovia USA-Canada-Russia-Cina.
Tuttavia, CNBC avverte delle sfide: mancanza di infrastrutture in Chukotka (regione russa scarsamente popolata), temperature sotto zero, attività sismica elevata e terremoti frequenti.
The Boring Company, nota l’articolo, ha inoltre esperienza limitata in ambienti estremi, con progetti passati in zone calde e secche.
Reazioni negli Usa
Negli Usa la proposta ha suscitato curiosità ma anche scetticismo, con enfasi sulle implicazioni per la sicurezza e l’ambiente.
Come riporta CNBC, si sono registrate reazioni tiepide da parte di vari esperti, che dubitano delle capacità di The Boring Company in condizioni artiche, citando tra l’altro multe per violazioni in Nevada e proteste a Nashville per un progetto locale.
Il Financial Times nota l’assenza di commenti immediati da Musk, nonostante i suoi legami passati con Putin – da forniture di alluminio russo a Tesla a colloqui segreti nel 2022.
Complessivamente, l’interesse è alto per il simbolismo, ma prevalgono dubbi su fattibilità e tempistiche, con RDIF pronto a supportare “la proposta più sostenibile”.
Che ne pensa Trump
Come riporta CNBC, Trump ha accolto la proposta con un misto di intrigante ambivalenza, definendola “interessante” e promettendo di “pensarci su”, durante la conferenza stampa del 17 ottobre con Zelensky.
USA Today descrive la scena: Trump ha stuzzicato il leader ucraino, chiedendogli un parere – “Cosa ne pensi, signor Presidente? Ti piace l’idea?” – e ha riso quando Zelensky ha replicato: “Non sono felice di questa idea”, scatenando risate dal lato Usa.
Come scrive Reuters, il capo della Casa Bianca ha chiesto a Zelensky il suo parere proprio mentre discutevano modi per fermare la guerra in Ucraina, notando il “cattivo sangue” tra Putin e Kyiv.
Sky News conferma l’umorismo della situazione, con Trump che ha sorriso: “Non credo gli sia piaciuta”.
Il presidente Usa ha contestualizzato il tutto evocando la telefonata con Putin, durata due ore in cui i due leader hanno discusso di commercio e pace. Per lui, il tunnel potrebbe essere un’opportunità per un “futuro insieme”, ma resta cauto, bilanciando il suo stile negoziale con le pressioni ucraine.