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Quanto vale l’oro della Banca d’Italia

L’atteggiamento tenace dell’Italia sull’oro ripaga con l’impennata dei prezzi. L'articolo di Reuters tratto dalla rassegna di Liturri.

(Reuters, Giselda Vagnoni, 15 ottobre 2025, 14:35 GMT+2, aggiornato 6 ore fa)

L’articolo in breve

  • L’Italia detiene la terza riserva aurea nazionale più grande al mondo con 2.452 tonnellate, valutate circa 300 miliardi di dollari al prezzo attuale, pari al 13% del PIL 2024, resistendo alle vendite nonostante crisi e debito pubblico.
  • La politica aurea italiana è radicata nella storia, forgiata dalle confische naziste del 1940, con un recupero post-bellico che ha portato a 1.400 tonnellate entro il 1960, e un rifiuto di svendere durante shock petroliferi e crisi del 2008.
  • Oggi, con l’oro al 75% delle riserve ufficiali italiane (superiore alla media eurozona), la Banca d’Italia non intende vendere, vista come “argento di famiglia” per crisi, mentre il paese esporta gioielli di lusso da Alessandria, Arezzo e Vicenza.

Cinque citazioni chiave

1. L’articolo descrive il valore attuale delle riserve auree italiane, che generano un manna che cade dal cielo con i prezzi record:

“Le 2.452 tonnellate d’oro della Banca d’Italia valgono circa 300 miliardi di dollari ai prezzi attuali, pari a circa il 13% del PIL nazionale del 2024, riflettendo decenni di salvaguardia determinata”.

2. Stefano Caselli, decano della SDA Bocconi, spiega l’acquisto di oro durante gli shock petroliferi degli anni ‘70:

“L’instabilità monetaria estrema ha portato le banche centrali occidentali ad acquistare oro, il simbolo ultimo di solidità finanziaria, per contrastare l’incertezza globale e la fuga di capitali in Italia”.

3. Salvatore Rossi, ex vice governatore della Banca d’Italia, paragona l’oro a un bene familiare insostituibile:

“L’oro è come l’argenteria di famiglia, come l’orologio prezioso del nonno: è l’ultima risorsa in tempi di crisi, qualsiasi crisi che mina la fiducia internazionale nel paese”.

4. Giacomo Chiorino, capo dell’analisi di mercato di Banca Patrimoni Sella & C, respinge le proposte di vendita per ridurre il debito:

“Vendere anche solo metà delle riserve auree non risolverebbe comunque il problema del debito italiano, che supera i 3 trilioni di euro e si attesta al 137,4% del PIL il prossimo anno”.

5. Stefano Caselli sottolinea la modernità della decisione storica della Banca d’Italia di trattenere l’oro:

“Quella decisione storica della Banca d’Italia appare sorprendentemente moderna, perché siamo tornati in un contesto di ridisegno dell’ordine globale, con banche centrali che accumulano di nuovo l’asset più caldo”.

(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)

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