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Insurbanking, cosa faranno assieme Alleanza Assicurazioni e Banca Generali

Va concretizzandosi la partnership annunciata in primavera tra Alleanza Assicurazioni e Banca Generali sull'insurbanking. Cosa si è detto alla presentazione del progetto a Milano

Dopo il primo accordo quadro sottoscritto ad aprile tra la genovese Alleanza Assicurazioni e la triestina Generali il 30 giugno scorso erano stati firmati i contratti di insurebanking con l’obiettivo di integrare l’offerta della compagnia con prodotti bancari e d’investimento. Accordi che, si ricorderà, avevano solleticano e non poco gli analisti. Ma finora non si era visto nulla di concreto: con l’autunno il piano inizia a essere più dettagliato, presentato alla stampa dal management dei due Gruppi.

LE MOSSE DI GENERALI E ALLEANZA NELL’INSURBANKING

“Questa per noi è una trasformazione industriale”, ha spiegato Davide Passero, amministratore delegato di Alleanza Assicurazioni, “vogliamo diventare un punto di riferimento unico con lo slogan ‘proteggersi prima per investire meglio’. Intendiamo anche arricchire la nostra capacità di data intelligence con le nuove informazioni che ci arriveranno da questa partnership”.

L’ATTENZIONE PER I DATI

Alleanza infatti è particolarmente sensibile al tema della raccolta dei dati e della loro informatizzazione: la scrematura ora sarà operata da Ally, AI sviluppata internamente da un team nato fin dal 2017. L’algoritmo nei prossimi giorni verrà messo a disposizione degli impiegati. “Come Alleanza – prosegue Passero – abbiamo una rete distributiva di 800 filiali. I nostri clienti con noi hanno 42 miliardi di euro, ma la ricchezza stimata delle famiglie che serviamo è di 170 miliardi: lo scopo è attrarre ma anche trattenere più capitali”.

QUEI CAPITALI DORMIENTI E INFRUTTIFERI DA RISVEGLIARE

Gli ha fatto eco Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali: “Per noi la scelta strategica è prendere modelli complementari e scalare da clienti di fascia alta alle famiglie. Ciò che portiamo noi a questa partnership è la banca intesa come mezzo d’accesso ad altri servizi: un servizio che deve essere digitale e snello. Se fosse un insurbanking puro – ha chiosato il Ceo – ci fermeremmo qua, noi in più diamo accesso alle competenze di gestione del denaro dell’istituto bancario all’interno di una polizza, così da andare a smuovere quel risparmio infruttifero e stimolare investimenti di lungo periodo”.

Ed è proprio il risparmio nei conti l’obiettivo di tale sinergia, come ha ribadito Giancarlo Fancel, Country manager e Ad di Generali Italia: “L’assicurazione che distribuisce prodotti bancari è essenziale per raggiungere parte della massa trattenuta dagli italiani nei propri conti: si stima fossero 3600 miliardi nel 2024 di cui il trenta percento detenuto in liquidità e il 55% della fascia di clienti con un patrimonio investibile compreso tra i 100.000 euro e il mezzo miliardo”.

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