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Blue Economy sotto attacco? AI e droni per proteggere le reti sottomarine

L’intelligenza artificiale e la cooperazione europea diventano la chiave per difendere le infrastrutture sottomarine, nuovo fronte della sicurezza globale. Cosa è emerso nel corso di Sea Future 2025

I cavi e le reti sottomarine sono sempre più sotto attacco.

L’IA e le tecnologie emergenti possono contribuire a rendere le infrastrutture del mare più durevoli e sicure. Ma singolarmente i Paesi europei non possono competere con le superpotenze mondiali che stanno puntando fortemente sull’innovazione per ottenere il dominio marittimo: Cina, Corea del Nord, Iran e Russia. Per questa ragione, i membri dell’Ue devono collaborare tra loro e consolidare il legame con la Nato. È quanto emerso nel corso di “Deep Tech for Deep Waters: Innovative R&D Solutions for Underwater Infrastructure Protection”, evento organizzato nell’ambito di Sea Future 2025.

IA E DRONI PER PROTEGGERE LE RETI SOTTOMARINE

L’economia sottomarina è forse il settore più dinamico della Blue Economy. L’energia e l’IT sono due comparti fondanti di questo mercato, che da qui al 2033 raggiungerà un valore complessivo di 400 miliardi di euro, secondo le stime di Fincantieri. Le tecnologie e i servizi per l’ambiente subacqueo faranno la parte del leone, le condutture, i cavi e le reti di comunicazione rappresenteranno l’architettura fondante per lo sviluppo di questo comparto. AI, Robotica avanzata, UAV, tecnologie dei sensori e analisi dei dati possono aiutare a monitorare e difendere le infrastrutture sottomarine dai sempre più frequenti attacchi, portando benefici in termini di durabilità e sicurezza.

CHI DEVE PROTEGGERE LE RETI MARINE E COME

A chi appartengono i fondali marini e chi deve proteggerli? Come si garantisce la conservazione ambientale mentre cresce la sua militarizzazione del mondo sottomarino? Come fare in modo che i droni operino sempre sotto controllo umano? Come prepariamo la nostra società a una realtà in cui il prossimo attacco critico potrebbe arrivare da sotto il mare e non dal cielo? Sono le domande poste nel corso dell’evento dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato, il quale ha offerto una panoramica sui rischi che gravano su cavi e reti sottomarini.

“Per non perdere il passo coi nostri competitor dobbiamo rafforzare lo scambio di dati. Intelligenza artificiale e droni marini sono campi in cui la Nato sta investendo. Bisogna spostarsi da piattaforme singole a reti di maritime awareness condivise e scambio di dati. I nostri competitor non sono fermi. La Russia espande il proprio parco sottomarini e porta avanti il progetto del veicolo senza pilota Poseidon, la Cina vuole creare la maggiore marina del mondo e investe nella sorveglianza sottomarina, Corea del Nord e Iran sviluppano tecnologie proprietarie a loro volta. È una competizione che non possiamo permetterci di perdere, ma non si vince da soli. Serve collaborazione a livello europeo, senza tagliare il legame transatlantico”, ha sottolineato l’ammiraglio.

IA REGINA DELLA DIFESA DELLE RETI SOTTOMARINE

La sfida maggiore per la difesa e il monitoraggio delle infrastrutture sottomarine riguarda l’AI, secondo Alessandro Iafrati, Direttore del’Istituto di Ingegneria del Mare del Cnr. Il settore delle comunicazioni sarà uno dei più floridi di soluzioni, così come la cybersecurity. “I nuovi sistemi sottomarini possono aumentare in maniera importante la durata delle missioni. Servono però più giovani scienziati”, ha aggiunto Iafrati.

“Complessivamente abbiamo 18 progetti in cantiere per Il più importante progetto riguarda la situational awaraness attraverso l’infrastruttura di comunicazione sottomarina esistente e la capacità di fibra ottica. Permetterà di individuare e classificare i veicoli che navigano sopra le infrastrutture. Un altro programma riguarda l’interoperabilità con veicoli autonomi con cui comunichiamo wireless, che sarà completato nel 2026 e testato nel 2027”, ha sottolineato Cristiano Nervi, direttore del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea e del Centro di Supporto e Sperimentazione Navale della Marina Militare.

STANDARD UNICI CERCASI

Standard unici e collaborazione tra mondi diversi. Questa è la soluzione per difendere le infrastrutture sottomarine e far crescere la blue economy.

“È fondamentale implementare gli standard e unificare la compliance a livello europeo per aiutare l’industria della difesa a lavorare. Se non lo facciamo falliremo. L’interoperabilità è un altro elemento importante. È importante trovare opportunità di collaborazione in un terreno comune”. È l’allarme lanciato da Jörg Bartoschek, Head of Unit Critical Enablers dell’Eda.

“Stiamo creando un team che unisce le competenze ed esperienze dalla marina e dall’Oil&Gas, il più avanzato nello sviluppo di soluzioni per l’integrità delle infrastrutture sottomarine. Stiamo investendo molto negli M&A. Il terzo elemento fondante della nostra attività è costruire solide partnership con le PMI parte del Polo Nazionale della Subacquea”, ha sottolineato Gabriele Cafaro, Manager Underwater Hub di Fincantieri.

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