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Le frasi fatte vintage vanno più di moda degli argomenti seri

Gli argomenti seri sono troppo impegnativi per giornalisti, politici e per noi stessi; le semplificazioni delle frasi fatte vanno meglio, persino di quelle recuperate dal passato. Il corsivo di Battista Falconi

Ceto medio, maggioranza silenziosa, secondo i manifestanti e secondo la questura… Tornano di moda alcune espressioni del secolo e dei decenni scorsi che convergono verso un concetto non del tutto scontato: nell’Occidente liberal-capitalista contano i numeri, comanda chi ha la maggioranza. È così da poco più di due secoli, per lungo tempo il potere era solo di censo, ricchezza, dinastia. E comunque ad attaccare questa scelta, che si riproporrà oggi e domani in Calabria, c’è sempre da un lato the power of money e dall’altro il sogno rivoluzionario di sostituire il consenso con la piazza.

La divergenza sulle cifre è tornata attuale di nuovo ieri con la manifestazione romana, 250 mila contro un milione, pochi giorni dopo il 500 mila vs due milioni, su cui il sempre equilibrato ministro Piantedosi ha giustamente osservato che non è questo il punto. Che non dovrebbe però stare neppure nella cosiddetta frangia dei violenti, altra espressione vintage tornata modaiola, sulla quale le stime si invertono e sono gli organizzatori a ridurre le cifre, accusare gli avversari di esasperarle e magari indurre il sospetto che a imbrattare, spaccare, scontrarsi con i poliziotti siano degli infiltrati.

Gli argomenti seri sono troppo impegnativi per giornalisti, politici e per noi stessi; le semplificazioni delle frasi fatte vanno meglio, persino di quelle recuperate dal passato. A rendere protagonisti questi aspetti marginali è l’illuminazione faziosa di leader, partiti e media. Esemplare il peana messo in onda ieri sera da La7 con Massimo Gramellini, Tomaso Montanari, Mario Calabresi e l’inviata Giovanna Botteri che, nello sforzo di esaltare la bellezza rivoluzionaria della manifestazione romana, ha sfiorato la falsità del pianto accorato della cantante Elisa perché si portassero a Gaza gli aiuti bloccati sulla Flotilla. Oppure i non meno improbabili reazionari e conservatori che si occupano solo del “fascista” scritto sulla brutta statua di Wojtyla, degli inni e striscioni pro-Hamas, dei disagi causati a pendolari e cittadini.

Come se la maggioranza di governo fosse l’amministratrice municipale o condominiale dei borghesi benestanti che si sono ritrovati la guerriglia sotto casa. Che, intanto, sono ben più minacciati dall’incertezza: vedi la richiesta confindustriale di un piano pluriennale, i dazi sulla pasta, il dibattito sulle pensioni.Dall’altra parte, le sinistre di opposizione trascurano gli schizofrenici movimenti delle borse, l’ascesa delle criptovalute, la presenza di big tech, multinazionali e singoli manager che possiedono e muovono capitali pari o superiori ai Pil di molti Stati nazionali, anche dei maggiori.

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