Mentre l’avventura della flottiglia Sumud si è conclusa nel più scontato dei modi, Israele ha lanciato un’accusa pesante. Documenti ufficiali di Hamas, rinvenuti nelle rovine della Striscia e resi pubblici per la prima volta dal Ministero degli Esteri israeliano, dimostrerebbero un “legame diretto” tra i leader della missione e l’organizzazione terroristica. Non si tratta di semplici sospetti: carte firmate dal defunto leader Ismail Haniyeh e liste di operativi dipingono un quadro di finanziamento e organizzazione occulti, con la Palestinian Conference for Palestinians Abroad (PCPA) al centro della rete, come riportato dal Ministero degli Esteri israeliano e analizzato dal Times of Israel.
Documenti e collegamenti con Hamas
Il dossier israeliano punta il dito contro il braccio estero di Hamas, con il PCPA come fulcro delle operazioni. Il primo documento, trovato tra le macerie della Striscia, è una lettera del 2021 firmata da Ismail Haniyeh – ucciso in un raid israeliano a Teheran nel 2024 – e indirizzata a Manir Shafik, segretario generale del PCPA. “Pace su di te”, esordisce il testo, invocando l’unità nazionale palestinese contro l'”oppressore occupante”.
Haniyeh elogia il PCPA come partner strategico per “completare l’unità” e “partecipare alla lotta in tutte le forme”, fino all'”indipendenza totale” con Gerusalemme capitale. Il documento, come riportato dal Times of Israel, non è ambiguo: Haniyeh “benedice” pubblicamente l’organizzazione, nata nel 2018 come “ambasciata de facto di Hamas all’estero”. Israele l’ha designata terroristica nel 2021 per questi legami, accusandola di orchestrare manifestazioni violente, marce anti-israeliane e “flottiglie di provocazione” sotto copertura civile.
La figura di Birawi
Il secondo documento è una lista di 25 operativi del PCPA, trovata in un avamposto di Hamas a Gaza, che include alti funzionari del gruppo. Al numero 19 figura Zaher Birawi, capo del “settore Hamas” del PCPA nel Regno Unito e organizzatore di flottiglie pro-Gaza negli ultimi 15 anni.
Birawi, descritto dal Middle East Monitor come giornalista e fondatore della International Freedom Flotilla Coalition, fu portavoce della Mavi Marmara nel 2010, quando 10 attivisti turchi persero la vita in uno scontro con la Marina israeliana.
I protagonisti della Sumud e i loro legami col PCPA
Tra i passeggeri della Sumud figurano attivisti da tutto il mondo, come la famosa Greta Thunberg e l’ex europarlamentare ed ex ministro greco Yanis Varoufakis. Tuttavia, il dossier israeliano mette in luce figure chiave legate al PCPA.
Zaher Birawi, oltre al suo ruolo storico nelle flottiglie, è stato fotografato con Thunberg durante i preparativi della missione, come mostrato in immagini del Ministero degli Esteri datate 30 settembre 2025. “Birawi non è un semplice attivista: è il leader logistico di queste operazioni per conto di Hamas”, affermano fonti israeliane, citate dal Times of Israel.
La figura di Kashk e le imbarcazioni della Sumud
Al numero 25 della lista compare Saif Abu Kashk, operatore del PCPA in Spagna e CEO di Cyber Neptune, una società iberica che, secondo il dossier, possiede “decine di navi” della flottiglia. Fondata inizialmente per scopi immobiliari, Cyber Neptune ha mutato statuto in “trasporti marittimi di persone e merci” poco prima della partenza della Sumud. Il Ministero degli Esteri, supportato dal Times of Israel, ha pubblicato immagini di contratti e registri societari, sostenendo che “le imbarcazioni appartengono segretamente a Hamas”.
La reazione internazionale
Le rivelazioni hanno scatenato un dibattito accesissimo su X, dove i post del Ministero degli Esteri israeliano hanno raccolto oltre 14mila like e migliaia di condivisioni. Utenti come @GAZAWOOD1 accusano la flottiglia di essere “un progetto terroristico in mare”.
Gli organizzatori della Sumud respingono le accuse, definendole “propaganda israeliana per demonizzare una missione umanitaria”, come dichiarato da un portavoce a Doha. Thunberg, in un video postato sui social, ha insistito: “Portiamo speranza, non armi”.
Hamas tace, ma fonti qatariote esprimono scetticismo. L’Autorità Palestinese, da Ramallah, si dissocia: “Non siamo noi”. In Europa, l’UE monitora la situazione: il presidente del Consiglio Antonio Costa ha definito le prove “da verificare”, auspicando indagini indipendenti.