Lunedì alla Casa Bianca il presidente Donald Trump ha svelato un ambizioso piano di pace in 20 punti per porre fine alla guerra a Gaza, quasi due anni dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Accolto da Israele e da leader arabi, il documento prevede un cessate il fuoco immediato, lo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi, il disarmo di Hamas e la sua esclusione dal governo di Gaza.
Come osserva Al Jazeera, il piano include garanzie per l’economia della “New Gaza” e aiuti umanitari immediati, ma esclude Hamas da qualsiasi ruolo futuro, offrendo amnistia solo a chi rinunci alle armi. Secondo la BBC, il piano congela le linee di battaglia e prevede il ritiro graduale delle forze israeliane, ma solo dopo la liberazione di tutti gli ostaggi. Un diplomatico anonimo ha rivelato che funzionari qatarioti ed egiziani hanno presentato la proposta ai negoziatori di Hamas, senza fissare scadenze per una risposta, poiché questi devono consultare le leadership a Gaza, un processo che potrebbe durare ore o giorni a seconda della situazione sul terreno.
Le consultazioni interne di Hamas
I leader di Hamas stanno discutendo intensamente il piano, con consultazioni in corso tra la leadership politica e militare, sia dentro che fuori Gaza. Come scrive la BBC, un alto funzionario palestinese ha confermato che le riunioni coinvolgono esponenti interni ed esterni, con Hamas che studia la proposta “con grande responsabilità”. Fonti interne, riportate da Reuters, indicano che il gruppo ha avviato “una serie di consultazioni” con fazioni palestinesi alleate, ma le comunicazioni complesse tra membri dispersi potrebbero richiedere diversi giorni.
Al Jazeera riporta che il team negoziale di Hamas ha incontrato a Doha rappresentanti di Qatar, Egitto e Turchia ieri per analizzare i dettagli. Un portavoce del ministero degli Esteri qatariota ha confermato che Hamas ha promesso di esaminare il piano in buona fede. Tuttavia, come osserva The Guardian, non c’è ancora una risposta ufficiale, e le divisioni interne emergono: alcuni leader spingono per un’accettazione per porre fine alla guerra, mentre altri lo vedono come una trappola americana.
Le dichiarazioni dei leader di Hamas
Finora, le dichiarazioni di Hamas sono caute e critiche. Ismail Al-Thawabta, capo dell’ufficio media del governo di Hamas a Gaza, ha definito il piano “un tentativo di imporre una nuova forma di tutela” sull’enclave, secondo NBC News. Un alto esponente ha detto alla BBC che il piano “ignora gli interessi del popolo palestinese” e “serve gli interessi di Israele”, prevedendo un probabile rifiuto.
Un professore dell’Università Hamad Bin Khalifa in Qatar citato da Al Jazeera ha criticato il documento come “problematico”, poiché Hamas dovrebbe cedere ogni leva di potere a una parte non fidata. Il gruppo ha anche obiettato al dispiegamento di una Forza di Stabilizzazione Internazionale (ISF) a Gaza, vista come una nuova occupazione, come riportato dalla BBC.
Nessuna dichiarazione ha indicato un sì immediato, ma fonti vicine, citate da Axios, rivelano che alti ufficiali di Hamas esortano la leadership estera a considerare il piano positivamente, con il sostegno dell’ala militare, per terminare il conflitto.
Le pressioni internazionali su Hamas
Hamas subisce forti pressioni da mediatori arabi e globali. Qatar, Egitto e Turchia, come riferisce Reuters, hanno incontrato il gruppo più volte nelle ultime 24 ore, esortandolo a rispondere positivamente per porre fine alla guerra.
I ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar ed Egitto hanno accolto con favore l’iniziativa trumpiana, secondo Reuters, isolando ulteriormente Hamas. Come osserva la BBC, leader europei e mediorientali, inclusi Antonio Costa del Consiglio Europeo, hanno espresso ottimismo e invitato tutte le parti a cogliere l’opportunità. Il segretario generale ONU António Guterres ha chiamato a un impegno da parte di tutti, come riportato da The Guardian.
Trump ha dato “tre o quattro giorni” per rispondere, avvertendo di una “triste fine” per il gruppo se rifiutato, e promettendo pieno sostegno a Israele per “finire il lavoro”. Netanyahu, lunedì, ha promesso che Israele completerà la missione se Hamas non accetterà, e martedì Trump ha ribadito che lascerà Israele “fare ciò che deve”. Un diplomatico anonimo, nei testi forniti, nota che la consultazione con Gaza complica le cose, ma le pressioni da Doha e Il Cairo sono intense.
Le intenzioni di Hamas: accettazione o rifiuto?
Hamas non sembra intenzionato ad accettare il piano nella sua forma attuale, ma le intenzioni rimangono fluide. Come scrive Al Jazeera, il gruppo richiede garanzie per un ritiro completo israeliano e la fine della guerra, elementi deboli nel documento. La BBC riporta che Hamas vede il piano come sbilanciato, con Netanyahu che ha già chiarito di opporsi a uno Stato palestinese e di mantenere l’IDF in gran parte di Gaza.
Fonti interne, citate da The Guardian, indicano divisioni: alcuni vedono un’opportunità per salvare vite, ma prevale lo scetticismo, con timori di un “fallimento diplomatico risonante”. Reuters nota che, se accettato, porterebbe aiuti immediati e ricostruzione, ma il disarmo e l’esilio per i membri fedeli sono ostacoli. Come osserva la BBC, mentre alcuni palestinesi a Gaza appoggiano il piano per fermare i bombardamenti, il rifiuto potrebbe dare a Netanyahu via libera per un’offensiva totale. Le consultazioni proseguono, ma senza un sì entro pochi giorni, il rischio di escalation è alto.