Creare ottantatré centri sportivi in altrettanti Comuni per riqualificare spazi urbani e rafforzare il ruolo delle comunità attraverso lo sport. È l’obiettivo di Illumina, il progetto ideato da Sport e Salute che vede Bancomat come primo partner. Il primo centro sorgerà a Cologno Monzese e rappresenterà un laboratorio per rendere nuovamente lo spazio pubblico un luogo di aggregazione e una leva per la crescita economica e sociale delle comunità.
Se potessimo stimare un impatto economico e sociale di questi centri quale sarebbe?
“L’impatto economico e sociale del progetto Illumina riguarderà due assi. Il primo riguarda la coesione sociale, un elemento che contribuisce a creare una comunità, ridurre la dispersione giovanile e l’abbandono scolastico, diminuire il tasso di criminalità. Il secondo asse riguarda la salute. Dove si investe in sport si investe anche in salute. Infatti, la pratica sportiva contribuisce a ridurre la spesa sanitaria nazionale e locale”, spiega Fabrizio Burlando, amministratore delegato di Bancomat nell’intervista rilasciata a Start Magazine nel corso dell’evento di presentazione della partnership tra Bancomat e Sport e Salute.
Il progetto Illumina mira alla costruzione di centri inclusivi, riconoscibili e funzionali per lo svolgimento di attività sportive e ricreative che favoriscano l’incontro, il gioco, la formazione ed il benessere. Quanti investimenti metterete in campo per questa partnership?
“Sottolineo che siamo i primi partner di Sport e Salute. Parliamo di un investimento di brand a supporto dell’intera partnership, con un focus principale sugli spazi. Il primo investimento concreto sarà sul primo centro del progetto di Illumina, quello di Cologno Monzese. Sono già partiti i cantieri, successivamente definiremo quando fare il lancio e rendere operativo il centro”.
Può anticiparci già dove saranno realizzati i prossimi centri?
“I progetti sono 83 e partiranno a ottobre, proseguendo poi a novembre e dicembre. Sono finanziati da stanziamenti pubblici quindi c’è tutto un iter da seguire, molto dipenderà dall’approvazione delle lettere di intenti dei Comuni”, spiega Burlando.
Infatti, le comunità saranno coinvolte in prima persona nella scelta delle discipline sportive, ma anche nei processi di eco-design e arte partecipata, al fine di generare un circolo virtuoso di sostenibilità, sviluppo economico e benessere diffuso.
MOLINERIS (SPORT E SALUTE): “CHIUSURA 36 SEDI PER RIDURRE UNO SPRECO PUBBLICO
Nel corso della presentazione della partnership, l’ad di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris, è tornato sulla polemica nata in seguito alla decisione della società di chiudere 36 sedi territoriali di Sport e Salute.
“L’obiettivo della chiusura delle sedi territoriali è la sostenibilità economica e la riduzione degli sprechi. Analizzando le sedi sulla base dei benefici e dei servizi offerti e abbiamo concluso che 36 su 200 sono solo una fonte di costo, uno spreco pubblico. Per questa ragione, abbiamo deciso di trasformare i soldi utilizzati per affitti inutili in ore aggiuntive di servizi per i ragazzi”, ha sottolineato Molineris.