La saggezza popolare sostiene che il diavolo vada ad annidarsi tra i dettagli. Vale soprattutto nel giornalismo, dove la gerarchia delle notizie di un quotidiano, la posizione in pagina e l’uso di determinati termini al posto di altri può realmente fare la differenza. Per questo in merito a certe notizie è sempre interessante notare come i quotidiani decidono di riportarle. Ieri la Procura della Repubblica di Torino ha chiuso le indagini sugli illeciti fiscali contestati nell’ambito dell’eredità di Marella Agnelli, chiedendo l’archiviazione per Lapo e Ginevra Elkann, lasciando aperta una contestazione nei confronti del fratello John. Il presidente di Stellantis e di Ferrari ha contestualmente chiesto la messa alla prova – con il parere favorevole della Procura torinese – per ottenere la sospensione del procedimento penale, sulla quale dovrà ora esprimersi il Gip. Tradotto: John Elkann in caso di parere favorevole del giudice delle indagini preliminari dovrà svolgere lavori di pubblica utilità o socialmente utili sulla base di un programma concordato con i pm. L’Ansa, principale agenzia di stampa del Paese, ha titolato così il lancio una quindicina di ore fa: ++ Eredità Agnelli,sì alla messa alla prova per John Elkann ++. Il doppio più è un espediente per far emergere la notizia rispetto alla moltitudine che vengono battute al minuto, in questo modo i giornalisti che tengono d’occhio le agenzie vengono indirizzati a concentrarsi su quelle ritenute importanti. Anche questa è, ovviamente, una scelta editoriale.
IL GIORNALE SPARA LA NOTIZIA IN PRIMA PAGINA
Il Giornale edito dal gruppo Tosinvest, controllato dalla famiglia Angelucci, ha deciso di aprirci a tutta pagina. Non solo, il taglio si concentra sull’accordo tra Elkann e i magistrati requirenti: “Elkann ai servizi sociali” il titolone sparato a caratteri cubitali. Col catenaccio “Tasse non pagate sull’eredità, ok dei PM alla messa in prova. Versati al Fisco 183 milioni, ma ora la madre Margherita può chiedere i danni”.
Titolo affine a quello scelto dal quotidiano di Confindustria, Il Sole24Ore: “Inchiesta eredità Agnelli: Elkann verso i servizi sociali”. Per arrivarci bisogna però sfogliare fino a pagina 30, alla chiusura della sezione Finanza & Mercati. Curioso che non sia stato posizionato accanto al pezzo sull’incontro al Mimit tra il ministro Adolfo Urso e il Ceo del gruppo automobilistico Antonio Filosa che apre Imprese & Territori, a pagina 16: “Auto, Governo con Stellantis e filiera per cambiare le regole Ue”. Però un box di spalla richiama la notizia fin dalla prima pagina. Scelte editoriali, appunto.
ELKANN AI SERVIZI SOCIALI, L’IMBARAZZO DI REPUBBLICA
Repubblica (gruppo Gedi, controllata della holding della famiglia Agnelli-Elkann con sede in Olanda, Exor) pone la notizia a pagina 18: “Eredità Agnelli, sì della procura alla messa alla prova per Elkann”. Il titolo è dunque affine a quelli visti finora.
Chi volesse malignare potrebbe obiettare però che non si fa cenno in via diretta ai “servizi sociali” e che “messa alla prova” sia una terminologia giuridica un po’ oscura che rischia di essere sconosciuta ai più. Quel che è certo è che col catenaccio si ha un tentativo di riequilibrare da manuale di giornalismo: “I legali dei fratelli: ‘La richiesta per chiudere vicenda dolorosa ma non comporta alcuna ammissione di responsabilità”. Nessun accenno in prima pagina: dei giornali qui presi in considerazione quello fondato da Eugenio Scalfari risulta il solo a compiere una simile scelta.
ANCHE LA STAMPA PREFERISCE LA FORMULA GIURIDICHESE DELLA MESSA IN PROVA
Scelta diversa infatti dalla Stampa (sempre del gruppo Gedi): il principale quotidiano del Nord Ovest anticipa la notizia fin dalla prima pagina, di spalla ma evita comunque il riferimento più popolare ai servizi sociali: “La procura: Elkann sì alla messa in prova”.
L’articolo, rubricato sotto ‘cronache’ occupa gran parte di pagina 15 (sotto i necrologi): “Chiusa l’inchiesta sull’eredità Agnelli I pm: sì alla messa in prova per Elkann”. Anche qui il catenaccio aggiunge elementi a favore della famiglia Elkann: “Versati al Fisco 183 milioni di euro. Cadono le accuse di truffa e dichiarazione infedele contro Lapo e Ginevra I legali di John: ‘Nessuna ammissione di responsabilità ai pubblici ministeri, le ipotesi di reato si estingueranno’”. Si notano anche due citazioni evidenziate che spezzano le colonne. La prima: “La Procura: “La somma versata all’Erario estingue integralmente il debito tributario” mentre la seconda “L’avvocato dei nipoti “Marella Agnelli risiedeva all’estero dagli anni Settanta”. Apparentemente il bilanciamento è salomonico, avendo dato spazio grafico alle tesi di accusa e difesa, ma le frasi scelte in realtà sono entrambe pro Elkann.
LEZIONI DI CERCHIOBOTTISMO DAL CORRIERE?
Spostandosi infine da Torino, feudo degli Agnelli, a Milano, il modo di presentare la notizia cambia: richiamo in prima pagina del Corriere della Sera, taglio centrale subito sotto la vignetta di Giannelli e l’utilizzo delle parole ‘servizi sociali’ di maggiore impatto nel titolo: “Il caso dell’eredità. Servizi sociali per John Elkann, c’è il sì dei pm”. Con l’occhiello: “Ora la scelta spetta ai giudici”.
A pagina 25 l’articolo vero e proprio che occupa due terzi dell’ingombro totale.
Qui sparisce ogni riferimento ai servizi sociali: “Inchiesta eredità Agnelli. I pm: sì alla messa in prova per John Elkann”. E anche il catenaccio riequilibra: “Versati al Fisco 183 milioni. Il legale del presidente di Stellantis: non è un’ammissione di responsabilità. Chiesta l’archiviazione per Lapo e Ginevra”. In mattinata il quotidiano milanese torna sull’argomento nell’edizione online: “Messa alla prova per John Elkann, l’ipotesi di 10 mesi di lavoro dai salesiani”. Catenaccio: “Il presidente di Stellantis dovrà svolgere lavori di pubblica utilità o socialmente utili sulla base di un «programma di trattamento» concordato con i pm. Ma restano aperte le cause in Italia e Svizzera”.