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Sorpresa, sui robotaxi di Tesla spunta… il conducente

Finora il "safety driver", ovvero il conducente che deve supervisionare le corse dei robotaxi Tesla col dito sempre vicino al pulsante di spegnimento, sedeva sul sedile alla destra del guidatore. Da qualche giorno, però, con l'apertura del servizio al grande pubblico i supervisori sono stati posizionati alla guida, con le mani vicine al volante. Come mai?

Sono almeno 10 anni che Elon Musk dice che il traguardo delle auto a guida autonoma è dietro l’angolo. Nella primavera del 2019 il patron di Tesla sosteneva che in un biennio avremmo avuto “i primi robotaxi senza conducente”. Nel ’23 disse che la vettura che si guida da sé sarebbe arrivata entro l’anno.

SUL ROBOTAXI TESLA SPUNTA IL CONDUCENTE AL POSTO DI GUIDA?

C’è pure chi gli ha intentato causa sostenendo di aver acquistato una Tesla non perché volesse guidarla ma proprio nella speranza di poterne fare a meno. Lo scorso giugno sono stati annunciati i suoi robotaxi: quelli sì, a guida completamente autonoma.

O almeno così si credeva dato che adesso nella fase di test il personale alla sicurezza che finora sedeva sul sedile accanto a quello del guidatore ha iniziato a sedersi proprio al volante e deve tenere le mani vicine al volante, almeno secondo quanto riportano le testate specializzate.

 

Durante i test eseguiti al lancio, come si scriveva e come è stato documentato da alcuni siti, i “safety drivers” si limitavano a sedere accanto alla postazione del conducente col dito sempre accanto al pulsante di spegnimento ma le mani ben lontane dal volante e i piedi dai pedali, presumibilmente per non rovinare l’immagine dell’auto a guida autonoma ed evitare che i maligni diffondessero voci maliziose sulle reali capacità del software di bordo.

 

E infatti i video promozionali rilanciati da Musk hanno cura di non allargare l’inquadratura per ricomprendere il sedile alla destra del conducente. In questo modo l’auto sembra muoversi totalmente in autonomia, senza alcuna supervisione umana, coi passeggeri seduti tranquillamente dietro.

 

Musk comunque minimizza: tempo un paio di mesi e spariranno. Ma il buon Elon, si sa, sulla guida autonoma ha peccato di ottimismo in più ti una occasione.

 

 

APRE IL SERVIZIO E C’E’ LA FILA PER SCARICARE L’APP

Nel frattempo le corse sui robotaxi sono state aperte al pubblico (finora era “su invito”) e ci sarebbe già la fila per provarli. Secondo Brett Winton, Chief Futurist di Ark Invest, l’app ha registrato circa 80.000 download sui dispositivi Apple durante il suo primo giorno di disponibilità. Raffrontandola con la concorrenza, tale cifra ha più che raddoppiato i numeri di Uber ed è oltre sei volte superiore al miglior numero di download giornalieri di Waymo di Alphabet.

 

LA SPERIMENTAZIONE IN AUTOSTRADA

La scorsa settimana l’azienda ha ampliato per la terza volta il raggio d’azione della sperimentazione in Austin, città texana dove ha sede la stessa Casa di auto elettriche, passando da circa 165 a 270 km quadrati. In questo modo sono state incluse nei test diverse arterie autostradali. E sarebbero proprio queste tratte ad aver spinto Tesla a spostare i suoi “safety monitor” dal posto del passeggero a quello del conducente, con l’indicazione di tenere le mani vicine al volante.

Proprio come già accade dalla fine di luglio nell’area della Baia di San Francisco dato che Tesla non è autorizzata a offrire servizi di robotaxi in California e dunque deve esserci sempre un conducente al posto di guida.

Per quanto riguarda il Texas, non è chiaro se tale misura di sicurezza sia stata presa in via autonoma da Tesla o se sia stata imposta dalle autorità locali: lo Stato del resto ha appena varato norme più restrittive sulla circolazione di tali veicoli. Mentre appare pacifico che con un conducente al volante l’immagine futuristica risulti fortemente ridimensionata: un bel problema con Tesla che deve convincere azionisti e acquirenti della bontà del proprio operato dopo un Master Plan che ha fatto sollevare più di un sopracciglio.

PER TORNARE A CORRERE SERVE UN MUSK CONCENTRATO SUL PROGETTO

Forse anche per questo il board di Tesla ha proposto un nuovo piano di remunerazione per Musk valutato in circa 1.000 miliardi di dollari ma legato al raggiungimento di determinati obiettivi, molto ambiziosi per capitalizzazione e redditività della società: accusato di essersi disinteressato troppo della sua società nei mesi in cui ha tagliuzzato qua e là la ‘cosa pubblica’ dal Doge, si tenta nuovamente di ingolosire il magnate visionario con prebende e maxi premi sulla produzione.

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