Punti chiave:
– Le spese europee per la difesa raddoppieranno entro il 2030 superando gli 800 miliardi di euro annui, con investimenti in nuovi armamenti in forte crescita secondo McKinsey.
– La Germania guida la corsa agli armamenti in Europa, con piani per 153 miliardi annui entro il 2029 e grandi ordini per Rheinmetall, che espande fabbriche.
– L’industria della difesa affronta sfide: produzione insufficiente, acquisti extra-UE e costi elevati, ma spera in garanzie e sconti per volumi per accelerare.
L’economia europea sta vivendo un mutamento strutturale: più di trent’anni dopo la fine della Guerra Fredda, l’industria della difesa torna a essere un pilastro centrale della produzione industriale. Motore di questo boom sono le spese per la difesa degli Stati europei, che secondo un’analisi McKinsey disponibile al Handelsblatt potrebbero quasi raddoppiare entro il 2030, superando gli 800 miliardi di euro annui. Quest’anno, i 27 Stati UE prevedono di aumentare gli investimenti in armamenti del 23% a 130 miliardi di euro, come emerge dal rapporto annuale dell’Agenzia Europea per la Difesa (Eda), mentre le spese totali per la difesa saliranno a 381 miliardi, +11% sul 2024. Il 33% di questi fondi va a nuove acquisizioni, record storico, spinto da grandi ordini per jet da combattimento, carri armati e sottomarini.
La Germania, come maggiore economia europea, è all’avanguardia: il ministro delle Finanze Lars Klingbeil (Spd) prevede di raggiungere il 3,5% del PIL in spesa per la difesa entro il 2029, con 153 miliardi annui più 9 miliardi per l’Ucraina.
“Come vicepresidente e ministro delle Finanze, mi assicurerò che i fondi per gli investimenti nella sicurezza siano disponibili”, ha dichiarato Klingbeil all’inaugurazione di una fabbrica Rheinmetall nella Bassa Sassonia.
Il CEO Armin Papperger prevede ordini massicci per la Bundeswehr, inclusi forse 3.500 veicoli Boxer, con un potenziale da miliardi di euro.
Tuttavia, il Tribunale dei Conti federale avverte di rischi di abuso: “Da un ‘Whatever it takes!’ per motivi di sicurezza non deve derivare un ‘I soldi non contano!’ da parte dell’amministrazione”, criticando sprechi che potrebbero sottrarre risorse ad altri compiti essenziali.
L’industria della difesa si prepara a un’espansione, ma le capacità produttive crescono più lentamente degli ordini, secondo McKinsey. Il ministro della Difesa Boris Pistorius (Spd) esorta: “Le nuove esigenze NATO ci danno un chiaro mandato, non ‘da fare un giorno’, ma ‘ora’”. Rheinmetall punta a produrre 1,5 milioni di colpi di artiglieria all’anno entro il 2027, da 70.000 pre-invasione russa, aprendo fabbriche anche in Lituania, Romania e Bulgaria. Aziende come Renk, leader nei cambi per carri armati, prevedono grandi ordini quest’anno e sconti per volumi elevati.
“Aspetto che entro quest’anno arrivino i primi grandi ordini per carri armati e veicoli da combattimento corazzati dai nostri clienti”, dice il CEO Alexander Sagel.
Si discute di modelli per ordinare eccedenze e rivenderle ad altri Paesi, garantendo garanzie di acquisto per finanziare l’espansione, anche se esperti come Justus Haucap avvertono contro euforie eccessive, notando che un euro speso in difesa genera solo 0,50 centesimi di attività economica extra in Germania, contro di più negli USA. Nonostante ciò, con l’economia in crisi, effetti positivi sono possibili se le capacità restano in Ue, riducendo acquisti da Usa (metà dal 2021) o Corea del Sud.
(Articolo del quotidiano Der Tagesspiegel -CARSTEN VOLKERY, FRANK SPECHT, ROMAN TYBORSKI UND MARKUS FASSE, 3 settembre 2025 – tratto dalla newsletter di Liturri)