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Ucraina, l’esercito schiera veicoli terrestri senza pilota

In tutte le brigate si stanno creando unità ucraine specializzate nell'uso di veicoli terrestri senza pilota. Questi veicoli svolgono già la maggior parte dei rifornimenti e delle evacuazioni in prima linea, scrive Le Monde.

Sotto il cielo infestato dai droni nemici lungo la linea del fronte tra Ucraina e Russia, il ruolo di autista è diventato il più rischioso. «Tra i miei uomini, scelgo i meno dotati e i meno utili per rifornire le nostre prime linee», ha recentemente confidato un comandante di battaglione ucraino.

A corto di soldati, dall’estate l’esercito ucraino sta schierando massicciamente veicoli terrestri senza pilota (VTSP) in un teatro di guerra in cui la logistica avversaria costituisce un obiettivo prioritario, come dimostrano le strade di rifornimento ostruite da veicoli distrutti. I rapidi progressi dei droni da combattimento tattici (chiamati anche munizioni vaganti o FPV) consentono loro di ampliare la «zona di morte» fino a diverse decine di chilometri dietro le linee nemiche.

Il vantaggio del VTSP, oltre a salvare la vita di un autista, è la sua furtività, grazie alle dimensioni ridotte e al motore elettrico. Mentre l’arsenale si evolve rapidamente da tre anni e mezzo, i robot terrestri possono avere un impatto sul corso degli eventi?

SISTEMI COMPLESSI

[…] Diversi uomini sono impegnati a lavorare sui robot, armati di saldatori o apparecchi elettronici per verificare i molteplici collegamenti di questi sistemi complessi. Altri ancora sono seduti davanti ai computer per programmare le missioni o progettare parti realizzate con stampanti 3D. «I VTSP sono in uso già da un anno, ma il picco dello sviluppo è oggi. Tutte le brigate si stanno mettendo all’opera e ognuna sta creando le proprie unità specializzate», continua il comandante.

Questi robot terrestri sono generalmente montati su cingoli o grandi pneumatici fuoristrada. Sono sormontati da un palo che sostiene un’antenna e molto spesso delle telecamere. Le dimensioni sono variabili, dai piccoli veicoli suicidi lunghi meno di 1 metro ai telai dei grandi 4 × 4. Anche il loro prezzo è variabile e può raggiungere decine di migliaia di euro.

CENTINAIA DI OFFICINE

«I droni [volanti] hanno una capacità di carico molto limitata e quelli più grandi sono facilmente individuabili dal nemico», continua Anton. Con i miei VTSP, invece, posso caricare 200 chili, percorrere diverse decine di chilometri e raggiungere discretamente una posizione avanzata, senza farmi scoprire [segnalarmi al nemico]. »

[…]

I servizi segreti russi, attraverso i loro droni o i loro informatori tra la popolazione locale, spiano infatti ogni concentrazione di armi o militari ucraini e sono pronti a lanciare droni e missili su qualsiasi luogo sospetto. Centinaia di officine come quella della brigata Roubij costellano le città e i villaggi vicini al fronte. «Sì, c’è un rischio nel mostrare questa officina, ma pensiamo che sia importante che gli occidentali sappiano come combattiamo», riprende Anton, sedendosi accanto a due operatori VTSP.

ATTENZIONE ALLA FURTIVITÀ

Questi ultimi spiegano che il segreto di una missione riuscita dipende dalla qualità della sua pianificazione. «Bisogna studiare attentamente l’itinerario, per evitare mine, terreni accidentati, crateri…», racconta Serhiï, un pilota di VTSP di 26 anni. Allo stesso tempo, bisogna sempre prestare attenzione alla furtività. «La maggior parte dei rifornimenti viene effettuata di notte, quando i droni nemici sono dotati di telecamere a infrarossi», continua questo ragazzo alto e biondo con le occhiaie. Su una strada che sembra calda perché l’asfalto trattiene il calore, il VTSP appare tiepido per contrasto. Se attraversa i campi, il VTSP sembra invece un oggetto caldo, spiega il pilota.

Un altro problema ricorrente è la connettività. Viaggiando a ras del suolo, il collegamento radio di un VTSP è molto più fragile di quello di un drone. Ecco perché i robot terrestri sono dotati di una «rete mesh» molto complessa che permette di passare da una tecnologia all’altra (tra cui Starlink) quando una di esse viene meno a causa del rilievo.

Nonostante i rischi, le missioni logistiche sono sempre più spesso abbinate all’evacuazione dei feriti. Il VTSP porta viveri e riporta indietro uno o due militari incapaci di muoversi. «Rimane meno rischioso di un’evacuazione con un blindato», sottolinea il comandante della compagnia.

La maggior parte delle brigate ucraine ha sperimentato evacuazioni che si sono rivelate un fiasco, poiché i piloti di droni russi non risparmiano nessun veicolo.

MOMENTI DI INTENSA SODDISFAZIONE

All’interno della 5a brigata d’assalto, che combatte anche nella regione di Donetsk, le evacuazioni e la logistica vengono già effettuate quasi esclusivamente tramite VTSP. Volodymyr, 27 anni, comandante della compagnia VTSP, racconta di aver portato a termine con successo dieci evacuazioni. […]

«Il processo deve ancora essere perfezionato perché al momento non abbiamo un modo diretto per entrare in contatto con i soldati evacuati», ammette Volodymyr.

Il suo subordinato, Vitali, capo sezione e pilota di VTSP di 33 anni, conferma che c’è ancora molto da fare. Durante un’evacuazione estremamente pericolosa oltre la prima linea ucraina, dopo aver preso in carico un ferito incosciente, ha dovuto tornare al punto di evacuazione perché un braccio del ferito, mal posizionato, penzolava fuori dalla piattaforma e rischiava di essere trascinato sotto il cingolo. «È stressante, ma non mi lamento, perché guido il mio VTSP da una cantina, lontano dal fronte. Sono fortunato!», osserva Vitali. Ci sono anche momenti di intensa soddisfazione, come durante la sua ultima missione: un compagno della 5a brigata, soccorso grazie al VTSP di Vitali, ha baciato con effusione la telecamera del robot, prima di essere preso in carico dalle mani, questa volta ben umane, dei paramedici.

 

(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di Epr Comunicazione)

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