Tutti e 32 membri della Nato raggiungeranno l’obiettivo – concordato 11 anni fa – di spendere il 2% del Pil per la difesa quest’anno.
È quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall’Alleanza Atlantica, secondo cui solo tre di essi hanno raggiunto un nuovo obiettivo più elevato, fissato dai leader dell’alleanza a giugno.
Già lo scorso aprile un rapporto del Sipri indicava che tutti i membri della Nato hanno aumentato la loro spesa militare nel 2024. La spesa militare totale dei membri dell’Alleanza Atlantica ammonta a 1,5 trilioni di dollari, pari al 55% della spesa militare globale. Inoltre, il think tank di Stoccolma metteva in evidenza che dei 32 membri della Nato solo 18 hanno speso almeno il 2% del Pil per le proprie forze armate, in aumento rispetto agli 11 del 2023 e al numero più alto da quando la Nato ha adottato le linee guida sulla spesa nel 2014.
Le stime della Nato pubblicate oggi mostrano che, solo lo scorso anno, più di 10 dei 32 membri della Nato non avevano raggiunto l’obiettivo del 2% concordato nel 2014. Tuttavia, la corsa al riarmo ha prodotto un quadro diverso quest’anno. I dati per il 2025 dimostrano che tutti gli alleati hanno raggiunto tale obiettivo, con sette che hanno raggiunto almeno il 2,0% e molti altri solo di poco superiori.
Tutti i dettagli.
LA POLONIA IL PAESE NATO CHE SPENDE DI PIÙ PER LA DIFESA, SUL PODIO INSIEME A LITUANIA E LETTONIA
Secondo i dati, la Polonia è il membro della Nato che spende di più per la difesa in percentuale della sua economia, con il 4,48%, seguita dalla Lituania con il 4% e dalla Lettonia con il 3,73%. Questi sono gli unici membri dell’alleanza che attualmente superano il nuovo obiettivo di spesa per la difesa del 3,5% del Pil concordato dai leader della Nato in un vertice all’Aia a giugno.
Attualmente gli Stati Uniti spendono il 3,22% del loro Pil per la difesa, in leggero calo quest’anno rispetto agli anni precedenti, ma molto al di sopra di tutti gli altri Paesi Nato in termini assoluti, rappresentando la quota maggiore della spesa totale dell’alleanza in termini di dollari.
LUSSEMBURGO, SPAGNA, REPUBBLICA CECA, BELGIO, MACEDONIA DEL NORD E GERMANIA QUELLI CHE SPENDONO DI MENO
Fanalino di coda invece per Lussemburgo, Spagna, Repubblica Ceca, Belgio, Macedonia del Nord, Germania e Portogallo che raggiungono quest’anno l’obiettivo del 2% del Pil per la difesa, in linea con l’obiettivo fissato dalla Nato nel 2014, ma al di sotto della media dei Paesi alleati, pari al 2,76%. Si confermano pertanto i membri con la spesa militare più bassa.
SI PUNTA AL NUOVO OBIETTIVO DI SPESA PER LA DIFESA
Nel frattempo, come già detto, gli alleati hanno alzato l’asticella per la spesa in difesa. A conclusione del vertice Nato dello scorso giugno a L’Aja, i 32 Paesi dell’Alleanza Atlantica hanno approvato l’impegno ad aumentare le spese militari a fino al 5% del Pil entro il 2035, ovvero più che raddoppiare l’attuale impegno del 2%. In particolare gli alleati si sono impegnati ad investire “almeno il 3,5% del Pil” per le spesa della difesa entro il 2035, “per finanziare i requisiti fondamentali della difesa e per soddisfare gli obiettivi di capacità della Nato”, e l’1,5% del Pil per le spese più generali di sicurezza.
Secondo i dati pubblicati oggi dall’istituzione, solo tre nazioni hanno finora superato la nuova soglia del 3,5%.
LE PAROLE DEL SEGRETARIO RUTTE
Da parte sua il Segretario Generale della Nato Mark Rutte ha elogiato l’aumento della spesa per la difesa da parte dei membri dell’alleanza, ma ha precisato che è importante trasformare il denaro extra in capacità militari.
“Il denaro da solo non garantisce la sicurezza”, ha affermato il numero uno dell’Alleanza atlantica, intervenendo ieri all’inaugurazione di una fabbrica di munizioni in Germania, ripreso da Reuters. “La deterrenza non deriva dal 5%. La deterrenza deriva dalla capacità di… combattere potenziali nemici” ha concluso Rutte.