Dici Labubu e subito pensi a dei mostriciattoli pelosi che ti comprano provocando tenerezza. A perdere la testa per quest’ultimo oggetto totalmente inutile sono fiumi di ragazzini – e adulti – che si riversano nei negozi che li vendono. Pop Mart, la fortunata società cinese che li produce, si rallegra e annuncia numeri da capogiro grazie a questa trovata.
Ma dietro i Labubu c’è molto di più. Quegli occhioni grandi e i dentoni a vista, per The Conversation, rappresentano una nuova frontiera del soft power cinese, mentre il Guardian scrive che sono diventati quasi una sorta di “moneta sociale”.
RISULTATI RECORD PER POP MART
Pop Mart ha annunciato risultati finanziari semestrali eccezionali, registrando un aumento dell’utile netto del 396,5% e un incremento dei ricavi del 204,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi hanno raggiunto i 13,88 miliardi di yuan (circa 1,93 miliardi di dollari), mentre l’utile netto si è attestato a 4,57 miliardi di yuan, superando le stime preliminari dell’azienda pubblicate a luglio, che prevedevano una crescita del 200% nei ricavi e almeno del 350% negli utili netti.
IL FENOMENO LABUBU E LA CULTURA DELLA “BLIND BOX”
Alla base del successo commerciale di Pop Mart c’è la linea di giocattoli “The Monsters”, che include l’ormai desideratissima bambola Labubu, ideata dal designer di Hong Kong Kasing Lung e diventata un lusso accessibile il cui costo parte dai 20 euro, rendendolo un brand aspirazionale, ma non elitario, capace di parlare alla pancia emotiva dei consumatori. Questi giocattoli vengono spesso venduti nel formato “blind box”, in cui il contenuto è sconosciuto fino all’apertura, spingendo i consumatori a ripetuti acquisti per completare le collezioni.
Labubu, descritta come una bambola “brutta-ma-carina”, è diventata un’icona globale dopo essere stata promossa da celebrità come Rihanna, David Beckham, Dua Lipa e Lisa del gruppo K-pop Blackpink. L’azienda ha riferito che la sola linea “The Monsters” ha generato 4,81 miliardi di yuan nella prima metà dell’anno, pari al 34,7% dei ricavi complessivi.
ANCHE ALL’ESTERO TUTTI PAZZI PER LABUBU
La popolarità mondiale di Labubu ha accelerato l’espansione globale di Pop Mart. Nei primi sei mesi del 2025, Bloomberg riferisce che le vendite estere sono aumentate del 440%, raggiungendo i 5,6 miliardi di yuan e rappresentando circa il 40% del fatturato totale dell’azienda.
Secondo quanto dichiarato dal co-direttore operativo Moon Duk II durante una conference call, Pop Mart intende portare il numero di negozi esteri oltre quota 200 entro la fine dell’anno, rispetto ai 140 attuali. Il piano prevede una forte espansione negli Stati Uniti nei prossimi 12-24 mesi.
INVESTIMENTI E SVILUPPO DI NUOVE PROPRIETÀ INTELLETTUALI
Oltre a Labubu, Pop Mart ha comunicato che altre quattro linee di prodotti, tra cui “Molly”, “Skullpanda”, “Crybaby” e “Dimoo”, hanno superato individualmente 1 miliardo di yuan di ricavi nel primo semestre. Le vendite della sola linea Crybaby, scriveva a giugno il Financial Times, sono cresciute di oltre 16 volte nel 2024, arrivando a rappresentare quasi il 10% del fatturato.
Tuttavia, secondo Jeff Zhang, analista di Morningstar, l’azienda dovrà continuare a sviluppare nuove proprietà intellettuali per evitare un rallentamento legato alla saturazione di personaggi già affermati.
STRATEGIA RETAIL E CANALI DI VENDITA
Pop Mart conta 571 negozi fisici in 18 paesi e regioni, inclusi 40 aperti nel primo semestre, oltre a 2.597 “roboshop”, ovvero distributori automatici. Il maggior numero di nuove aperture si è verificato nelle Americhe, seguito dalla Cina continentale.
L’azienda ha inoltre dichiarato l’intenzione di rafforzare i propri canali di vendita online attraverso piattaforme come Amazon e TikTok, nonché investire nello sviluppo delle proprie app e nel potenziamento dell’e-commerce proprietario.
VALUTAZIONE DI MERCATO E ANDAMENTO AZIONARIO
Le azioni di Pop Mart, quotate a Hong Kong, hanno guadagnato oltre il 200% dall’inizio del 2025 e più del 600% su base annua, portando la capitalizzazione di mercato della società a circa 40 miliardi di dollari. Si tratta di una valutazione superiore a quella combinata dei colossi statunitensi Mattel (produttore di Barbie) e Hasbro (produttore di Hello Kitty).
Il 19 agosto, afferma Bloomberg, il titolo ha toccato un massimo storico di 310,6 HKD, con un incremento dell’11% nella giornata, in seguito alle dichiarazioni del Ceo Wang Ning secondo cui l’azienda potrebbe superare l’obiettivo di 20 miliardi di yuan di ricavi annui e raggiungere i 30 miliardi “piuttosto facilmente”. Grazie ai Labubu, Wang è entrato per la prima volta nella top ten dei miliardari cinesi. Con un patrimonio netto di 22,7 miliardi di dollari, basato sulla sua quota in Pop Mart, il 38enne – ha scritto a luglio Forbes – è diventato il decimo uomo più ricco della Cina e il più giovane tra i maggiori magnati del Paese.
EFFETTO DIPENDENZA
Ma il successo delle “blind box” ha attirato l’attenzione delle autorità cinesi. A giugno, ricorda il Financial Times, il quotidiano statale People’s Daily ha pubblicato un rapporto in cui alcuni esperti legali sollecitavano una regolamentazione più rigorosa, temendo effetti di dipendenza tra i minori. Il giorno successivo, le azioni di Pop Mart hanno perso il 3,6% a Hong Kong.
Nel frattempo, il mercato secondario ha visto prezzi in forte rialzo: a giugno, una versione a grandezza umana di Labubu è stata venduta all’asta a Pechino per 1,2 milioni di yuan (circa 144.000 euro), incluse le commissioni. Alcune edizioni esclusive, come la “Mega Space Molly” venduta solo a Shanghai, hanno raggiunto prezzi al dettaglio fino a 1.299 yuan (circa 155 euro).
IL (NUOVO) SOFT POWER CINESE
Per The Conversation, inoltre, dietro ai Labubu c’è di più. Per anni la Cina ha cercato di esercitare soft power attraverso iniziative istituzionali: dagli Istituti Confucio alla promozione del cinema nazionale, fino a campagne di comunicazione ufficiali. Il fenomeno Labubu mostra però un percorso alternativo: spontaneo, commerciale, basato su proprietà intellettuali solide e su dinamiche dal basso. Un successo nato senza direzione centralizzata, ma capace di generare un impatto globale e Pop Mart sta contribuendo a ridefinire l’immagine del “made in China”, che da sinonimo di imitazione e bassa qualità si trasforma in emblema di creatività e innovazione.
La cultura popolare, afferma l’articolo, potrebbe rivelarsi per la Cina un veicolo più efficace della diplomazia tradizionale. E tutto parte da un piccolo pupazzo con un sorriso sghembo e i denti storti.
PROSPETTIVE E SVILUPPI FUTURI
Tuttavia, chi si ferma è perduto e ieri il Ceo Wang Ning ha annunciato il lancio imminente di una nuova versione in miniatura della bambola Labubu, senza fornire ulteriori dettagli. Inoltre, ha affermato che, a partire da settembre, le vendite di Labubu potrebbero superare i 10 milioni di unità al giorno.
Secondo Citigroup, la combinazione tra la capacità di gestione delle proprietà intellettuali e l’espansione internazionale dovrebbe continuare a sostenere la crescita dell’azienda nella seconda metà dell’anno anche se altri analisti restano cauti rispetto alla sostenibilità a lungo termine del fenomeno Labubu.