Il summit di oggi tra Trump e Putin si terrà presso la Joint Base Elmendorf-Richardson, la più grande base militare dell’Alaska, situata al confine nord di Anchorage.
DOVE SI TERRA’ IL VERTICE TRUMP-PUTIN
Con un’estensione di quasi 26 mila ettari, la base è strategicamente importante per la prontezza militare degli USA nell’Artico, con una storia che risale alla Guerra Fredda, quando – come ricorda la BBC – era soprannominata “Top Cover for North America” per la sua capacità di difesa aerea.
Scelta per motivi di sicurezza e per la scarsità di altre opzioni durante l’alta stagione turistica estiva, la base offre un contesto simbolico, dato che l’Alaska fu venduta dalla Russia nel 1867.
Le temperature previste per il 15 agosto, intorno ai 16°C, garantiranno un ambiente confortevole per i leader, assicura ancora BBC.
LE DELEGAZIONI
Secondo le fonti di Politico, il summit inizierà con un incontro a due tra Trump e Putin, accompagnati solo da interpreti, seguito da colloqui più ampi con le rispettive delegazioni e una colazione di lavoro.
La delegazione russa, rivela ancora Politico, include il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, il ministro della Difesa Andrey Belousov, il ministro delle Finanze Anton Siluanov (esperto nella gestione delle sanzioni occidentali), il capo del fondo sovrano russo Kirill Dmitriev e l’assistente presidenziale Yuri Ushakov.
La composizione della delegazione Usa non è stata dettagliata, ma è probabile che includa alti funzionari come il segretario di Stato Marco Rubio.
Come anticipa Politico, è prevista una conferenza stampa congiunta al termine del summit, con domande da entrambe le parti.
CHI CI SARA’ E CHI NON CI SARA’
Il summit sarà esclusivamente bilaterale, con la partecipazione di Trump e Putin, escludendo il presidente ucraino Zelensky, nonostante le sue richieste di essere incluso.
Putin ha insistito sull’esclusione di Zelensky, dichiarando che un incontro con lui sarebbe prematuro senza un accordo di pace preliminare. Secondo BBC Trump ha suggerito che Zelensky potrebbe essere coinvolto in un secondo momento, proponendo un futuro incontro trilaterale, ma per ora l’Ucraina sarà informata solo dopo il summit.
Gli alleati europei, pur non presenti, hanno cercato di influenzare Trump attraverso una chiamata virtuale mercoledì scorso, con i leader di Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Polonia, Finlandia, Zelensky, il capo della Nato Mark Rutte e i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo.
L’AGENDA DEL VERTICE
L’agenda si concentra sulla crisi ucraina, con l’obiettivo principale di Trump di ottenere un cessate il fuoco.
Come sottolinea il New York Times, Putin in realtà intende discutere anche di cooperazione economica, potenziale rimozione delle sanzioni e un possibile accordo sulle armi nucleari, inquadrando il conflitto ucraino come parte di una più ampia tensione Est-Ovest.
Trump ha descritto l’incontro come un “esercizio di ascolto” per valutare la serietà di Putin, ma ha suggerito la possibilità di “scambi di territori” per raggiungere un accordo.
A tal proposito le proposte russe sono massimaliste e, come sottolinea il Guardian, includono il controllo totale del Donbass e di tutte e quattro le province ucraine parzialmente occupate e formalmente annesse alla Federazione Russa, il riconoscimento dell’annessione della Crimea, la neutralità ucraina rispetto alla Nato e la limitazione delle sue forze armate.
Kyiv ha respinto queste richieste, insistendo su garanzie di sicurezza e sul rifiuto di cedere territori.
GLI SCENARI POSSIBILI
Uno scenario possibile del summit è la sigla di un accordo preliminare. Si tratta, come rimarca il Guardian, di un esito improbabile, dato il divario tra le richieste russe e la posizione di Kyiv, che rifiuta concessioni territoriali. Dal canto suo, sottolinea Politico, Trump potrebbe spingere per un cessate il fuoco temporaneo, ma Putin è riluttante senza garanzie significative.
Un secondo scenario possibile prevedrebbe una sorta di stallo diplomatico. La mancanza di preparazione e le posizioni inconciliabili potrebbero portare infatti a un nulla di fatto. Come evidenzia BBC, Trump ha dichiarato che potrebbe abbandonare i negoziati se non vedrà progressi, con un 25% di probabilità di fallimento.
Un terzo scenario probabile condurrebbe a concessioni parziali. Come rimarca il Guardian, Putin potrebbe offrire una pausa nei bombardamenti a lungo raggio in cambio di un allentamento delle sanzioni, ma è improbabile che ceda territori occupati come Kherson o Zaporizhzhia.
L’ultimo scenario prevede un aumento delle tensioni con gli alleati. Come evidenzia il Nyt, un accordo bilaterale Usa-Russia che escluda l’Ucraina rischierebbe di dividere la Nato e alienare l’Europa, che insiste sulla presenza di Kyiv nei negoziati.
DICHIARAZIONI ALLA VIGILIA
Trump ha alternato toni ottimisti e cauti, definendo il summit un “feel-out meeting” e sottolineando la possibilità di “scambi di territori” per risolvere il conflitto. Ha criticato Zelensky per la sua opposizione costituzionale alla cessione di territori, ma ha promesso di informarlo subito dopo il summit.
Il presidente ucraino dal canto suo ha avvertito che qualsiasi decisione senza l’Ucraina sarebbe “morta” e ha ribadito il rifiuto di cedere il Donbass, temendo che rafforzi la posizione russa per future offensive.
Putin, tramite Ushakov, ha enfatizzato il potenziale economico delle relazioni Usa-Russia e la necessità di risolvere la “crisi ucraina” alle condizioni di Mosca.
Gli europei, durante la chiamata di mercoledì, hanno esortato Trump a non accettare accordi che escludano Kyiv, esprimendo cauto ottimismo.