In un editoriale per il Corriere della Sera scritto nella sua vecchia logica del “ma anche” -che ne contrassegnò a suo tempo l’esperienza di primo segretario del Partito Democratico contribuendo forse alla sua breve durata, e alla sua restituzione alla vocazione giornalistica che era stata pure del padre- il mio amico Walter Veltroni ha concesso qualcosa, certamente, alla campagna estiva di quella che rimane la sua parte politica contro il governo Meloni. A proposito del quale -si è lamentato- “non si può dire che la vita degli italiani e delle loro famiglia sia cambiata in meglio, o comunque sia cambiata”.
Ma Veltroni ha anche -appunto- ricordato alla sinistra che il tema, il problema, l’esigenza della sicurezza, che è quella più avvertita dalla gente, specie la più debole e indifesa, la riguarda non meno della destra. O forse anche di più appunto perché “la percezione della insicurezza” colpisce, danneggia, distorce la coscienza maggiormente di quell’elettorato che era una volta della sinistra. Ed ora, partecipe di una democrazia tentata addirittura dall’”eutanasia”, è portata a preferire la decisione di uno solo, o quasi, che comanda alla “farraginosa democrazia”. In Italia, ma non solo, a cominciare dagli Stati Uniti di Donald Trump.
Ad occhio e croce, senza volergli forzare -o almeno forzargli troppo- la mano, il cervello e il cuore, Walter mi è sembrato rivolto nel suo editoriale più alla segretaria del Nazareno Elly Schlein che alla Meloni, al netto della polemica che ha riservato pure a lei per ragioni, diciamo così, di anagrafe politica, cioè di origini.
Da buon cronista, con la stessa efficacia narrativa messa scrivendo libri su vicende che hanno segnato molto la storia repubblicana, dalle brigate rosse al pozzo di Vermicino, Veltroni si è soffermato sull’attualità più stingente, come quella della banda di ragazzi, poco più di bambini, che con un’auto rubata a turisti francesi hanno travolto e ucciso una donna a Milano. Fatto, fattaccio sul quale ho avvertito personalmente la tentazione, leggendo le reazioni politiche, di attribuirne la responsabilità al governo Meloni, come del presunto calo del turismo in Italia e dei prezzi smodati negli stabilimenti balneari per assicurarsi un ombrellone, o semplicemente una sdraio al sole.