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Oscar Farinetti

Vi racconto i sorridenti flop di Oscar Farinetti

Nonostante un investimento da 6 milioni, un restyling completo e l’uscita di Coop Alleanza dalla società, il parco tematico alimentare voluto da Oscar Farinetti continua a perdere milioni. L’approfondimento di Mario Sassi, esperto di Gdo e curatore del Blog Notes sul lavoro

 

“Nella vita chi fa impresa le azzecca e le sbaglia, i grandi imprenditori mediamente ne sbagliano di più di quelle che azzeccano, l’importante è che poi a livello valoriale le cose che azzecchi valgano più di quelle che sbagli, che è quello che è successo a me, che se mi lamentassi sarei un disgraziato. Diciamo che dovevo restituire un po’ della grande fortuna che ho avuto investendo in questo progetto.

Eppure era evidente fin da subito, più che l’idea, era il luogo scelto che non poteva funzionare. Farinetti stesso, in una sua intervista rilasciata a Quindici, rivista bisettimanale del master in giornalismo dell’Università di Bologna, e riportata da BolognaToday, lo aveva dichiarato: “Sono fiero dell’idea, il format era pazzesco, di una bellezza inaudita; l’errore è stato farlo a Bologna. Mi sono fatto conquistare dalle proposte che mi arrivavano, ho creduto nel progetto e in chi me l’aveva venduto e ci sono cascato”. Secondo Farinetti, c’era un’unica sede adatta: “Milano. Sarebbe stato perfetto per il dopo Expo, poteva funzionare solo lì”. E, aggiungo sommessamente, potrebbe ancora oggi funzionare in un formato rivisto un po’ più “milanese” sia nell’area ex Alfa Romeo di Arese oppure all’interno del grande progetto Foody – Ortomercato. Ma tant’è.

Oscar Farinetti, più o meno un anno fa e, pur dopo il primo flop, appariva sicuro: “Noi puntiamo a fare nel 2025 un milione e mezzo di visitatori, con una trentina di milioni di fatturato: lì c’è il break even.” Non è andata così. Commettere un errore così come un torto è perdonabile, continuare a farlo dopo aver capito che è sbagliato è evidentemente un fallimento personale. Non era difficile capire che il passaggio tra FICO a Gran Tour non poteva funzionare. Dal progetto iniziale sono cambiate molte cose, non certo solo il nome: un restyling strutturale che ha richiesto 8 mesi di chiusura e un investimento da 6 milioni di euro, la fuoriuscita dalla società di Coop Alleanza che ha lasciato i Farinetti soli al comando con la loro Eatinvest e l’avvento di un amministratore delegato con una solida esperienza nel mondo dei parchi di divertimenti. Ne avevo parlato anch’io subito dopo l’annuncio (leggi qui). Non era necessario aspettarne un ulteriore declino.

Eppure sarebbe bastato scorrere le recensioni. Molte negative. Ne ho presa una a caso tra le decine che appaiono in rete: “Ancora più mesto e triste degli ultimi tempi di FICO, semideserto, probabilmente non a caso: il tutto ormai è ridotto a una serie di pseudo ristoranti regionali con prezzi sproporzionati per prodotti di ordinaria qualità, davvero si fa fatica a capire il senso di questo posto. Se non siete in zona per altre ragioni, davvero non vale la visita”.

È vero che non sono gettate risorse della collettività e quindi Farinetti poteva e può fare quello che gli pare però i dati sono impietosi. Marco Madonia li descrive bene sul Corriere di Bologna. Il bilancio, approvato lo scorso giugno, “evidenzia la differenza tra attivi e passivo della società: meno 977 milioni. Per questo i Farinetti hanno versato, di tasca propria, diversi milioni per rimettere a posto i conti di Fico, o meglio, di Grand Tour Italia, come recita la nuova denominazione del parco tematico al centro di mille polemiche”. L’ultimo consuntivo, almeno nei risultati, non si è discostato dagli anni precedenti. Nel bilancio 2024 il «rosso» è stato di 4,7 milioni, erano stati 3 milioni nel 2023. Nel 2022 la società aveva perso 6,5 milioni, nel 2021 erano stati bruciati 6,7 milioni, mentre, nel 2020, la perdita aveva toccato 4,2 milioni. Conti alla mano negli ultimi cinque anni oltre 25 milioni di perdite. A fine 2024 la società aveva debiti verso banche, altri finanziatori e fornitori per 12,2 milioni, ammontavano a 7,7 milioni solo 12 mesi fa. Tra l’altro, molti di questi debiti andranno rimborsati nel corso dell’anno.

Il Bilancio, poi, racconta i ritardi nella realizzazione del Parco avventura e della pista di Go-kart e i progetti futuri. Resteranno i ristoranti regionali ma con meno spazio. «Saranno mantenute le aree distinte per ogni Regione italiana rappresentata da un ristorante e da punti vendita che offrono prodotti alimentari locali, riducendo però gli spazi ad esse dedicati per meglio affrontare la gestione delle attività e fare sinergie per raggiungere una corretta sostenibilità del progetto». Deloitte ha approvato il bilancio ma con alcuni rilievi legati proprio alla realizzazione del progetto Grand Tour Italia e alla conseguente difficoltà nella stima dei flussi finanziari futuri. «L’impegno a supportare la società in termini finanziari — si legge nella nota integrativa formulata dalla società di revisione Deloitte — si è concretizzato con l’intervento del socio Eatinvest con versamento di capitali (per un importo pari a 4 milioni) al fine di un rafforzamento patrimoniale che, sostenuto con ulteriori versamenti già concretizzatisi nei primi mesi del 2025 (3 milioni) ha permesso di portare il patrimonio netto a una situazione positiva a sostegno dei mesi futuri».

La società, dal canto suo, conferma che il progetto «si completerà, seppur con modifiche, nei prossimi mesi anche con novità non previste da piano». «Non riusciremo a rispettare quanto messo a budget finché non aprirà lo stadio che, insieme al tram, è uno dei motivi per cui ho scelto quella location», aveva aggiunto Farinetti. E conclude: “Io spero possa andare così: poi se non succede non fa niente, siamo capienti, non abbiamo debiti, possiamo permetterci di durare anche più a lungo“.

È il lato invidiabile di Farinetti. Quello che trasuda entusiasmo anche di fronte ad un prevedibile ulteriore flop che riuscirebbe a mettere tristezza anche al poeta Tonino Guerra. Quello che ci ricordava in un riuscitissimo spot che l’ottimismo è il “profumo della vita”..

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