Tre punti chiave:
Il dollaro si stabilizza dopo il peggior inizio d’anno dal 1973, con un rialzo dell’1,5% a luglio, grazie a dati economici solidi che riducono le aspettative di tagli dei tassi.
Nonostante i rischi legati alle politiche di Trump, come gli attacchi all’indipendenza della Fed e i dazi imminenti, l’economia Usa mostra resilienza con 147.000 nuovi posti di lavoro.
L’ottimismo sull’euro si affievolisce a causa delle preoccupazioni per i dazi Usa del 30% sull’Ue e dei commenti della Bce sulla forza della valuta.
Dopo un crollo del 10,8% nella prima metà del 2025, il dollaro Usa sta vivendo un rimbalzo, con l’indice del dollaro in crescita dell’1,5% a luglio, segnando il primo guadagno mensile dell’anno. La robustezza dell’economia americana, con 147.000 nuovi posti di lavoro a giugno e un’inflazione annuale al 2,7%, ha ridotto le aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, ora previsti in uno o due interventi di un quarto di punto entro fine anno. Questo ha spinto gli investitori a riconsiderare le scommesse ribassiste sul dollaro, nonostante le incertezze legate alle politiche di Donald Trump.
Le minacce di Trump di imporre dazi del 30% sull’Ue e di attaccare l’indipendenza della Fed continuano a pesare, ma la resilienza dell’economia Usa, sostenuta da tagli fiscali e altre misure, sta attirando l’attenzione. Analisti di Citi prevedono che la crescita economica Usa, una volta superata l’incertezza dei dazi, potrebbe rafforzare ulteriormente il dollaro. Nel frattempo, l’euro, che aveva superato 1,18 dollari, si è indebolito a causa delle preoccupazioni per i dazi e dei commenti della Bce sulla sua forza, che hanno raffreddato l’ottimismo degli investitori europei.
(Financial Times Europe, Ian Smith e Isabela Ocampo, 21 luglio 2025)