- L’amministrazione Trump propone dazi fino al 100% sulle gru cinesi da nave a terra, aggiungendosi al 25% già imposto sotto Biden, per contrastare il dominio marittimo della Cina.
- Le gru di Shanghai Zhenhua Heavy Industries (ZPMC), che coprono l’80% del mercato USA, costano circa 15 milioni di dollari ciascuna, molto meno rispetto a concorrenti come Konecranes e Liebherr.
- I porti USA chiedono esenzioni per gli ordini di gru precedenti al 2024 e un rinvio di tre anni per i nuovi dazi, citando l’assenza di alternative domestiche e il lungo tempo necessario per sviluppare capacità produttive.
I porti americani stanno sollevando allarme sui costi delle infrastrutture, che potrebbero aumentare di decine di milioni se l’amministrazione Trump applicherà dazi fino al 100% sulle gru da nave a terra (STS) di fabbricazione cinese. Queste si aggiungono al 25% già introdotto sotto Biden, come parte di un’indagine dell’Ufficio del Rappresentante Commerciale USA (USTR) sul dominio della Cina nel settore marittimo. La Shanghai Zhenhua Heavy Industries (ZPMC) fornisce quasi l’80% delle gru STS nei porti USA, grazie a prezzi competitivi (circa 15 milioni di dollari contro i più costosi concorrenti europei come Konecranes e Liebherr).
Le autorità portuali lamentano che i dazi penalizzerebbero ordini già effettuati e che non esistono alternative domestiche. Carl Bentzel, presidente della National Association of Waterfront Employers, ha chiesto al governo una transizione graduale, mentre Charlie Jenkins, CEO del Porto di Houston, stima che servirebbe un decennio per sviluppare una capacità produttiva USA, con il suo porto che rischia 100 milioni di dollari di costi extra per 22 gru nei prossimi sei anni. I porti richiedono esenzioni per gli ordini pre-2024 e un rinvio di tre anni per i nuovi dazi, mentre l’USTR considera anche tariffe su navi portacontainer straniere, suscitando preoccupazioni per rincari sui prezzi delle auto.
(The Wall Street Journal, Paul Berger, 10 luglio 2025)