Sono numerosi i fronti che vedono competere le aziende presenti nello sterminato portafogli di Elon Musk con quelle cinesi. Senza dimenticare, peraltro, che Musk ha spesso il perno della propria produzione proprio in Cina. Dall’automotive elettrica ai robot, passando per l’Intelligenza artificiale fino alla corsa interstellare. E adesso, svela un interessante approfondimento di Nature, la gara si sarebbe spostata nella tecnologia di frontiera per il ripristino del cervello umano.
L’OMINO DEL CERVELLO
Musk, è noto, ha fondato la sua startup Neuralink nel 2016 per sviluppare la tecnologia idonea alla messa a punto di un impianto cerebrale che permetta a pazienti affetti da patologie altamente invalidanti di bypassare le parti mal funzionanti o dismesse del proprio corpo e impartire, per esempio, comandi a un computer sfruttando non gli arti ma gli impulsi elettrici provenienti dal cervello.
Sembravano traguardi da futuro distopico, invece a inizio 2024 il capo di Tesla e SpaceX nonché proprietario di X aveva annunciato che Neuralink aveva impiantato il suo primo chip cerebrale su un paziente come parte di studi clinici, pubblicando in marzo il video di un uomo tetraplegico che giocava a scacchi e muove il mouse con la mente.
UN VIDEO CHE HA SORPRESO IL MONDO
A maggio di quest’anno, invece, è stata pubblicata la testimonianza di un uomo di 50 anni affetto da sclerosi laterale amiotrofica che ha spiegato come l’interfaccia cervello-computer gli abbia permesso di usare gli impulsi del cervello per controllare il mouse e montare il filmato andato in onda su YouTube. Attualmente il chip sarebbe stato innestato su almeno cinque pazienti.
L’ULTIMO INVESTIMENTO
A giugno Neuralink (che prima dei nuovi fondi era già quotata attorno i 9 miliardi secondo Semafor) ha dichiarato di aver raccolto 650 milioni di dollari nel suo ultimo round di finanziamento, con la partecipazione di investitori chiave tra cui ARK Invest, DFJ Growth, Founders Fund, G42, Human Capital, Lightspeed, QIA, Sequoia Capital, Thrive Capital, Valor Equity Partners e Vy Capital, ha dichiarato la società. E parallelamente riceveva l’etichetta di “innovazione” dalla Food and Drug Administration statunitense per il suo dispositivo di ripristino del linguaggio (già ricevuto l’anno prima per il suo dispositivo per il ripristino della vista).
LA CINA SFIDA MUSK CON DUE IMPRESE
Video che hanno attratto l’interesse di Pechino che, come già fatto in altri settori ritenuti strategici (dall’energetico all’automotive, passando per il fintech e le software house più disparate), si è mossa inondando con fiumi di denaro pubblico le proprie aziende al fine di selezionare un manipolo di campioni che dovrà sfidare le rivali occidentali. Al momento rappresentate appunto da Neuralink. La Cina, spiegano su Nature, intende porre in competizione diretta le proprie StairMed e NeuroXess di Shanghai con la startup di Musk.
LA TECNOLOGIA MADE IN CHINA PER COMPETERE CON MUSK
Tra i dispositivi in fase di sperimentazione, un’interfaccia di 8 sonde che sarebbe in grado di ripristinare il movimento della mano in una persona paralizzata utilizzando un guanto pneumatico: il primo paziente, al quale se ne sono poi aggiunti altri 20, ha ricevuto l’operazione a ottobre 2023 e ora riesce a mangiare e bere in maniera autonoma.
LA DEREGULATION CINESE SPINGE GLI AFFARI?
Ancora una volta la competizione tra Est e Ovest rischia di veder favorita la Cina che, è noto, tende a porre sulla strada delle imprese meno leggi e ostacoli normativi, specie quando a livello governativo si stabilisce che serve investire in un determinato settore per recuperare il distacco con l’Occidente.
Nemmeno gli americani, è noto, amano troppo i regolamenti (la differenza di approccio tra Vecchio e Nuovo continente sull’Ai è lampante, anche se molti osservatori evidenziano come l’Europa così facendo si autoescluda dalla corsa), ma in campo medico i passaggi obbligati sono comunque maggiori rispetto ad altri comparti. Anche perché non bisogna mai dimenticare che la sperimentazione sta avvenendo su esseri umani.