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I perché del niet agricolo di Trump contro la Cina. Report Wsj

L'amministrazione Trump vuole impedire alla Cina di acquistare aziende agricole statunitensi. L'approfondimento del Wall Street Journal.

L’amministrazione Trump ha un messaggio per la Cina: state lontani dalle nostre fattorie. Martedì il segretario all’Agricoltura Brooke Rollins ha dichiarato che l’amministrazione collaborerà con i legislatori statali per vietare la vendita di terreni agricoli statunitensi ad acquirenti provenienti dalla Cina e da altri paesi considerati problematici, citando motivi di sicurezza nazionale.

TRUMP VUOLE TENERE LONTANA LA CINA DALL’AGRICOLTURA AMERICANA

Rollins, affiancato dal segretario alla Difesa Pete Hegseth e dal segretario alla Sicurezza interna Kristi Noem, ha affermato che il governo sta intensificando i controlli sui terreni già di proprietà di acquirenti cinesi e sta valutando possibili modalità per recuperare gli acquisti passati.

“Non permetteremo mai ai nostri avversari stranieri di controllare la nostra terra”, ha dichiarato Rollins – scrive il WSJ.

Da anni i legislatori statali e federali avvertono che la Cina e altri paesi potrebbero utilizzare i terreni agricoli statunitensi per facilitare lo spionaggio o esercitare influenza sulla catena di approvvigionamento alimentare degli Stati Uniti. Secondo i dati del Dipartimento dell’Agricoltura, le entità di proprietà cinese detengono quasi 300.000 acri (circa lo 0,02%) dei terreni agricoli statunitensi, un’area grande circa quanto Los Angeles.

Sia i repubblicani che i democratici hanno cercato di limitare la proprietà straniera dei terreni agricoli americani, talvolta cercando di aumentare il controllo del governo sugli acquisti e sugli investimenti. I critici hanno sollevato il timore che i proprietari stranieri possano far aumentare i prezzi dei terreni o eludere le norme ambientali.

Il governo cinese ha minimizzato tali preoccupazioni, definendole esagerate.

IL BLOCCO AGLI INVESTIMENTI

Negli ultimi anni alcuni legislatori statali e municipali hanno adottato misure per bloccare gli investimenti o la proprietà sostenuti dalla Cina nell’agricoltura statunitense. Nel 2023 la città di Grand Forks, nel Dakota del Nord, ha bloccato la costruzione di un mulino per mais di proprietà cinese dopo che un funzionario dell’aeronautica militare statunitense ha affermato che l’impianto da 700 milioni di dollari avrebbe potuto rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale a causa della sua vicinanza a una base militare.

Alcune proprietà cinesi di terreni agricoli statunitensi coinvolgono importanti aziende agricole statunitensi. Il gigante della carne suina Smithfield Foods e il fornitore di sementi e pesticidi Syngenta hanno dovuto affrontare le critiche di funzionari governativi e legislatori a causa dei loro proprietari cinesi. Smithfield è controllata dalla società cinese WH Group, mentre Syngenta è una filiale della China National Chemical. I dirigenti americani delle società hanno respinto le accuse, affermando che i proprietari cinesi li hanno aiutati a investire negli agricoltori statunitensi e a creare posti di lavoro.

COSA FANNO SMITHFIELD, WH GROUP E SYNGENTA

In passato, Smithfield rappresentava circa la metà dei terreni agricoli statunitensi di proprietà di entità cinesi, attraverso la sua società madre con sede a Hong Kong. Secondo i dati federali, gran parte di questi terreni era destinato a centinaia di allevamenti di suini e impianti di lavorazione di proprietà dell’azienda.

WH Group ha acquisito Smithfield nel 2013, con l’obiettivo di sfruttare la sua tecnologia e competenza per potenziare le attività di WH in Cina. Smithfield è tornata sui mercati pubblici statunitensi all’inizio di quest’anno, raccogliendo circa 500 milioni di dollari dopo la quotazione delle sue azioni sul Nasdaq Stock Market. WH Group possiede circa il 93% delle azioni di Smithfield.

L’anno scorso Smithfield ha venduto oltre 40.000 acri dei suoi terreni agricoli negli Stati Uniti, rimanendo con circa 85.000 acri. Martedì le azioni di Smithfield sono scese dell’1%.

Syngenta, il più grande venditore di pesticidi negli Stati Uniti, ha dichiarato di possedere una piccola quantità di terreni per la ricerca, lo sviluppo e le sperimentazioni normative.

L’azienda, che impiega circa 4.000 persone negli Stati Uniti, ha già ricevuto in passato richieste di vendere i propri terreni agricoli. Due anni fa, l’Arkansas ha ordinato a Syngenta di vendere circa 160 acri nello Stato, dove manteneva un centro di ricerca agricola con poche decine di dipendenti. All’epoca Syngenta definì la decisione dello Stato miope.

Martedì un portavoce di Syngenta ha dichiarato che la società sta vendendo i terreni agricoli rimanenti negli Stati Uniti e attualmente possiede meno di 1.000 acri nel Paese.

(Estratto dalla rassegna stampa di eprcomunicazione)

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