Nessun segnale dal satellite climatico MethaneSAT, sostenuto dal miliardo Jeff Bezos e dal colosso tech Google, progettato per monitorare le emissioni di metano a livello industriale.
Dopo solo un anno dal lancio nel marzo 2024 a bordo di un razzo SpaceX, Si è spento nello spazio il satellite progettato per rilevare le emissioni di metano, parte di sforzo globale per tracciare i gas serra.
Il satellite
Avrebbe dovuto raccogliere dati per cinque anni sulle fonti del potente gas serra, responsabile di quasi un terzo del riscaldamento globale indotto dall’uomo, per contribuire a ridurre i responsabili più gravi.
L’Environment Defense Fund (Edf), la Ong che gestisce il satellite, ha dichiarato che le comunicazioni sono state interrotte dieci giorni fa e sta attualmente conducendo un’indagine sull’accaduto.
“Per risolvere la sfida climatica sono necessarie azioni coraggiose e assunzione di rischi, e questo satellite era all’avanguardia nella scienza, nella tecnologia e nell’advocacy”, ha aggiunto l’Edf.
Tutti i dettagli.
COS’È METHANESAT
L’Edf ha progettato MethaneSat come una sorta di strumento di verifica delle misurazioni climatiche commerciali, al fine di aiutare i decisori politici a verificare in modo indipendente i report sulle emissioni del settore, rileva Space.com. “MethaneSAT è specificamente progettato per catalizzare la riduzione del metano creando una trasparenza senza precedenti”, si legge sul sito web della missione.
SOSTENUTO DA BAE SYSTEMS, GOOGLE E JEFF BEZOS
Tra i dieci partner della missione che hanno contribuito a investire nel satellite da 88 milioni di dollari, figurano il colosso della difesa britannico Bae Systems, l’Università di Harvard, l’Agenzia Spaziale Neozelandese, il Bezos Earth Fund e Google.
ALLA RICERCA DI EMISSIONI DI METANO
Sebbene invisibile, il metano è uno dei gas serra più potenti. Le molecole di metano assorbono la radiazione infrarossa in modo molto efficiente, intrappolando nell’atmosfera terrestre una quantità di calore da 20 a 30 volte superiore rispetto all’anidride carbonica
Nonostante l’impegno internazionale di ridurre i livelli di metano del 30% entro il 2030, continua ad aumentare di anno in anno e l’obiettivo difficilmente sarà raggiunto, secondo l’Agenzia Spaziale Europea, segnala la Bbc.
Le principali fonti di metano provengono dalla produzione di petrolio e gas, dall’agricoltura e dalla decomposizione alimentare nelle discariche.
LA POSIZIONE DELL’EDF
Ora, dopo un anno di raccolta dati, il satellite MethaneSat non è più operativo. “Venerdì 20 giugno, le operazioni della missione MethaneSAT hanno perso i contatti con MethaneSAT. Dopo aver valutato tutte le opzioni per ripristinare le comunicazioni, questa mattina abbiamo appreso che il satellite ha perso potenza e che probabilmente non sarà più recuperabile”, ha dichiarato l’Edf ina nota. Il team dell’ong sospetta che il satellite abbia perso potenza e ha dichiarato in un comunicato che “probabilmente non è recuperabile”.
Infine, sempre la Bbc ricorda che una delle altre principali fonti di dati sul metano disponibili al pubblico è ospitata da CarbonMapper. Una delle sue fonti di dati è lo strumento TROPOMI a bordo del satellite Sentinel-5P dell’Esa.