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Il monte che deve scalare il Monte dei Paschi di Siena in Europa

Perché ci sono incertezze europee sull'Ops di Mps su Mediobanca.

“-1,6% Mps in avvio in primo giorno Ops su Mediobanca: così l’agenzia Radiocor stamattina ha dato la notizia di come il titolo del Monte ha aperto a Piazza Affari, nel primo giorno dell’Ops lanciata dall’istituto senese guidato dall’amministratore delegato, Luigi Lovaglio, sulla banca d’affari milanese.

Ora Monte dei Paschi di Siena aspetta l’Europa. È vero, infatti, che solo pochi giorni fa la Banca centrale europea ha dato l’ok all’operazione di Mps su Mediobanca. Ma è altrettanto vero che dalla Commissione Ue, sempre pochi giorni fa, sono scattati i primi accertamenti riguardo la cessione del 15% delle quote del Monte da parte del Ministero dell’Economia italiano. I cui esiti potrebbero essere rilevanti per l’istituto, in attesa anche delle indagini della procura di Milano.

LE INDAGINI EUROPEE SULLA VENDITA DEL 15% DI MPS

Nonostante la difesa di Banca Akros, istituto che ha gestito la vendita del 15% di Mps nello scorso novembre dal Mef a quattro attori (Delfin, Caltagirone, Banco Bpm e Anima), e che sostiene di non aver escluso nessun altro grande investitore dalla gara – specie Unicredit, da Bruxelles vogliono vederci chiaro. Una questione di trasparenza ed equità, non certo perché vogliano fermare in qualche modo Mps. Il via libera della Bce lo testimonia.

Così come lo conferma ciò che ha detto a La Stampa un funzionario europeo “che ha visto da vicino il dossier”: “Sulle operazioni di fusione e acquisizione l’atteggiamento è agnostico, nel senso che ci sono diversi aspetti che valutiamo”. In particolare, riguardo l’offerta di Monte Paschi su Mediobanca, “non ci sono mai stati problemi ostativi, ed è positivo che ci siano delle operazioni di fusione all’interno dell’area dell’euro. Certo, se fossero transfrontaliere sarebbe meglio, perché la priorità è quella di completare, finalmente, l’unione bancaria”. Nessun pregiudizio, quindi.

LA MANO EUROPEA SUGLI AIUTI DI STATO A MPS

Ma dietro l’indagine europea, e dietro la volontà di Bruxelles di approfondire l’ultima vendita del Mef delle quote Mps, ci potrebbero essere anche motivi più specifici. Era il 2022, infatti, quando la Commissione Ue approvò, ai sensi delle norme europee in materia di aiuti di Stato, degli impegni rivisti presentati da Roma per ricapitalizzare il Monte. Il documento di fatto prorogava il termine per l’Italia per una ristrutturazione della banca e per realizzare la vendita della partecipazione dello Stato in Mps. E stabiliva, come ricordano le pagine di Repubblica dell’epoca, che l’aiuto concesso “dall’Italia a Mps nel luglio 2017 resta compatibile con le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato”.

Il testo, pubblicato dalla Commissione Ue nell’agosto del 2022, tra le varie disposizioni sottolineate nelle sue 29 pagine, concludeva elencando gli impegni presi dall’Italia. Tra i quali un punto significativo, riguardo il rapporto tra l’Italia e le banche statali: “Ogni cessione della partecipazione detenuta dallo Stato deve essere condotta con un processo trasparente, aperto e competitivo”. Anche per questo Bruxelles vuole capire se la cessione del 15% di Mps sia stata trasparente, aperta e competiva.

CALTAGIRONE (CHE SALE IN CLASS EDITORI) PUNZECCHIATO DA MILANO FINANZA

L’avvertenza della Commissione del 2022 è stata ben evidenziata anche da Milano Finanza in un lungo articolo. Il settimanale Milano Finanza è uno dei giornali di Class Editori, il cui fondatore e socio di maggioranza è Paolo Panerai, critico sull’operazione di Mps su Mediobanca poiché dietro il progetto di Siena c’è il protagonismo del gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone.

Lo stesso Caltagirone che nelle ultime settimane ha acquisito quote in Class Editori, più del 5%, presentandosi anche con una lista all’assemblea degli azionisti di fine giugno per il rinnovo degli organi sociali. La lista dell’imprenditore romano, dietro la società VM2006, non ha ottenuto amministratori ma ha comunque conquistato il 9,81% dei voti.

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