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Tax Credit, anche Fast & Furious 10 e The Equalizer 3 nella bufera?

Il caso del presunto duplice omicida di Villa Pamphilj sarebbe solo la punta dell'iceberg delle falle presenti nel sistema di tax credit, la misura voluta da Franceschini per sostenere le piccole produzioni. I fondi, per, sono finiti anche in film stranieri multimilionari, oltre che nelle tasche di attori del calibro di Denzel Washington.

Se è vero che il “cinema indipendente è a rischio estinzione”, come denunciato dalle associazioni di categoria, la storia del presunto duplice omicida di Villa Pamphilj, Francis Kaufmann alias Rexal Ford, ha sollevato nuove polemiche sul tax credit, lo sgravio fiscale concesso dallo Stato per la realizzazione di un film, attivato in Italia negli anni Duemila ma potenziato significativamente dall’allora ministro della Cultura Dario Franceschini con la legge sul cinema del 2016, durante il governo di Giuseppe Conte.

NON SOLO “STELLE DELLA NOTTE”

L’attenzione montata intorno agli 863 mila euro ottenuti da Kaufmann per il suo film Stelle della notte – ancora da dimostrare se sia stato realizzato – ha riportato l’attenzione sul tax credit anche se, secondo il Fatto Quotidiano, i procuratori aggiunti Giovanni Conzo, Stefano Pesci e Giuseppe Cascini, insieme alla Guardia di Finanza, mercoledì scorso, prima che Open rendesse noto l’imbroglio di Kaufmann, si erano riuniti in Procura a Roma per parlare di una decina di fascicoli già aperti sul tema, per un totale di circa 200 milioni di euro di fondi pubblici.

Il sospetto dei magistrati è che alcuni film, seppure di qualità e successo, non possono aver realmente sostenuto costi così elevati come quelli dichiarati.

I FILM ITALIANI NEL MIRINO…

L’inchiesta più rilevante, afferma il Fatto, resta quella rivelata dalla stessa testata a febbraio in seguito alla denuncia di Michele Lo Foco, avvocato esperto di diritto d’autore e membro del Consiglio superiore di cinema e audiovisivo. “L’esposto di Lo Foco – scrive La Verità – denuncia costi gonfiati e mancata rendicontazione: dopo la riforma Franceschini, le spese dichiarate per i film italiani sono decuplicate, senza verifiche rigorose. Lo Foco stima uno sperpero di 4 miliardi di euro”.

In particolare, stando al Fatto Quotidiano, sotto esame ci sono otto film italiani molto noti, che hanno ricevuto complessivamente 70 milioni di euro dal ministero della Cultura (Mic), corrispondenti al 40% dei costi dichiarati. Tra questi: Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti, Siccità di Paolo Virzì e La chimera di Alice Rohrwacher.

Va precisato, chiarisce la testata, che i registi sono del tutto estranei all’inchiesta, poiché non coinvolti nella gestione contabile dei fondi.

…E QUELLI DI HOLLYWOOD

Ma a suscitare ancora più clamore sono due produzioni straniere: Fast & Furious 10, girato in parte tra Roma e Torino, e The Equalizer 3, ambientato sulla Costiera Amalfitana. Quest’ultimo avrebbe ricevuto 30 milioni di euro di finanziamento, di cui 16 destinati al cachet di Denzel Washington.

Al momento, la Guardia di Finanza ha acquisito documenti presso il ministero della Cultura e in alcune società di produzione. Non ci sono indagati né reati formalmente iscritti, ma non si esclude che possa essere ipotizzata la truffa ai danni dello Stato.

COSA FARÀ IL GOVERNO SUL TAX CREDIT

L’ex ministro Gennaro Sangiuliano aveva già dato una stretta al tax credit ma ora è intervenuto anche il suo successore Alessandro Giuli, il quale poco fa ha dichiarato: “Stiamo intervenendo con decisione per garantire che ogni euro destinato al sostegno del cinema italiano sia realmente utilizzato per produrre cultura, lavoro e valore. Nessun film fantasma potrà più approfittare delle risorse pubbliche. Basta sprechi: i soldi dei contribuenti devono andare solo a chi fa davvero cinema”.

Le principali novità introdotte, afferma il Mic, sono: rafforzamento degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari; obbligo di presentare, a opera realizzata, una copia completa come condizione per il riconoscimento definitivo del beneficio; obbligo di indicare chiaramente in fattura il titolo dell’opera cui si riferiscono i costi (se superiori a 1.000 euro); maggiori vincoli nella documentazione sull’assunzione del personale e sulla certificazione delle prestazioni di servizio rese da terzi.

In merito al credito d’imposta internazionale, Giuli ha aggiunto che il Mic ha siglato un protocollo con la Guardia di Finanza, stanziato  3 milioni e mezzo di euro per aumentare il sistema di monitoraggio, sorveglianza, controllo, rendicontazione e certificazione alla fonte, investigando su casi pregressi sospetti. Infine, è stato previsto che chi non rispetta le nuove regole non soltanto perderà il beneficio fiscale, ma sarà escluso per cinque anni da qualsiasi agevolazione prevista dalla legge Cinema oltre a, nei casi più gravi, essere denunciato per truffa.

IL GIRO D’AFFARI INTORNO AL TAX CREDIT

Il tax credit internazionale dell’Italia – che tra il 2017 e il 2024 è stato tra i più convenienti di tutta Europa – ha sicuramente bisogno di essere rivisto ma, come osserva Il Post, è uno strumento che, unito alle capacità delle nostre maestranze, ha attratto molte produzioni, generando “un giro d’affari che secondo le stime di Cassa depositi e prestiti frutta più di tre euro per ogni euro investito”, senza contare “l’indotto secondario, cioè l’aumento di turismo nelle località in cui si girano i film più famosi”.

Il problema, sottolinea il quotidiano online, è arrivato quando, in seguito alla crisi scatenata dal Covid-19, le regole di accesso al tax credit sono state semplificate per far ripartire l’industria cinematografica. Gli stessi operatori del settore, che hanno chiesto un aggiustamento della normativa per impedire che i fondi finiscano a produzioni che non sono tali o che girano film che poi non vengono distribuiti, ritengono che queste modifiche “non furono pensate bene e comportarono, negli anni successivi, diversi usi scorretti”. Proprio come nel caso di Stelle della notte.

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