Allenare la mente alla guerra: si conclude oggi 19 giugno il seminario sul wargaming dal titolo “Why should we wargame? Wargame as an analytic and educational tool” ospitato dall‘Istituto Studi Militari Marittimi della Marina Militare di Venezia.
Di come il wargaming aiuta a decidere in operazioni militari e del suo valore strategico nella formazione militare ne abbiamo parlato con Ferruccio Ferreli, capitano di Vascello e coadiutore di Pianificazione delle Operazioni ed esperto di settore per il Wargaming presso l’Istituto di Studi Militari Marittimi.
Nato e utilizzato in ambito militare, nel corso degli anni, il wargame si è esteso anche ad altri ambiti. Comandante Ferreli, innanzitutto può spiegare ai nostri lettori cosa si intende esattamente con il termine “wargaming” e quali sono le principali tipologie che maggiormente si prestano ad un’applicazione in ambito Marina Militare?
I wargame sono delle rappresentazioni di una situazione di conflitto o di competizione in cui delle persone, i “giocatori”, prendono delle decisioni e rispondono delle conseguenze di tali decisioni; tutto ciò in un ambiente “safe to fail”, ovvero dove gli errori non producono danni all’esterno del gioco medesimo. I suoi elementi cardine sono: il dover prendere delle decisioni; la “friction” indotta dalle dinamiche del gioco; il feedback sulle conseguenze delle decisioni prese.
Ciò detto, poniamoci una domanda: quando da bambini giocavamo ad imitare mamma e papà, perché lo facevamo? Per puro divertimento o per imparare a “stare al mondo” senza però rischiare di fare danni? Giocando i bambini esplorano la realtà, si confrontano tra loro ed imparano. Il gioco è un potente strumento di stimolo all’analisi e di apprendimento: quando giochiamo vogliamo vincere, e per farlo spendiamo delle energie, stimoliamo il pensiero laterale e la creatività.
Le operazioni militari sono, per definizione, complesse e mutevoli. Attraverso il wargaming si possono “anticipare” ed analizzare possibili scenari futuri, giocando ad affrontarli. Nessuno ha la pretesa di prevedere il futuro, ovviamente; ma con l’uso del wargaming ci si può “allenare” a porsi le giuste domande.
In Marina, come del resto nel più ampio ambito della Difesa, il wargaming trova applicazione principalmente in due ambiti: l’analisi dei problemi complessi e l’esercizio al processo decisionale.
Nel primo caso si affronta, attraverso il gioco, uno scenario che rappresenta una situazione conflittuale (reale o potenziale) di interesse; dall’analisi delle decisioni prese e delle loro conseguenze, delle interazioni e delle dinamiche che si sviluppano, si traggono spunti di riflessione che permettono ai giocatori di aumentare enormemente la profondità di giudizio sulla complessità della situazione rappresentata nel gioco ed i suoi plausibili sviluppi. Si parla in questo caso di wargame analitici ed il focus è sulle possibili evoluzioni della situazione analizzata. L’agonismo insito nel gioco stimola la produzione di idee e soluzioni innovative difficilmente individuabili con un classico brainstorming.
Nel secondo caso si parla di wargame formativi (educational) e il focus si sposta sull’esercizio del processo decisionale da parte dei giocatori; lo scenario di gioco non è più “un problema da analizzare”, ma un ambiente funzionale che mette i giocatori nelle condizioni di dover prendere decisioni “difficili” e sviluppare soluzioni a problemi complessi; il wargame è, in questo caso, utilissimo per riprodurre situazioni impossibili da ricreare in esercitazione e nella vita reale, una vera e propria “palestra” dove allenarsi a decidere.
Qual è l’impiego del wargaming oggi da parte della Marina Militare?
La Marina Militare, in quanto componente fondamentale della Difesa, partecipa ad un più ampio sforzo di rinvigorimento della conoscenza e della cultura del wargaming che coinvolge tutte le Forze Armate, coordinato dal Centro Alti Studi per la Difesa. In particolare, l’Istituto di Studi Militari Marittimi, presso cui si tiene il Corso Normale di Stato Maggiore, impiega il wargaming per preparare gli ufficiali di Marina, che presto assumeranno incarichi di staff e di comando, a prendere decisioni. Ho usato il verbo “preparare” e non “insegnare” non a caso: un comandante decide certamente in base alle proprie esperienze pregresse, ma ogni decisione è singola ed individuale. Attraverso il wargaming si può offrire ai futuri comandanti la possibilità di fare esperienza nel prendere decisioni difficili.
La collaborazione con le altre Forze Armate e con tutte le componenti della Difesa è chiaramente un moltiplicatore di efficacia. Il seminario che abbiamo organizzato ne è una dimostrazione.
Può condividere qualche esempio concreto di scenario o esercitazione svolta durante i workshop passati e quali insegnamenti ne sono stati tratti?
L’Istituto di Studi Militari Marittimi è un ente di formazione e pertanto utilizziamo il wargame nella sua funzione formativa. Gli scenari sono sempre diversi, ma tutti incentrati sul Mediterraneo Allargato, area di riconosciuto interesse strategico per il nostro Paese. Tra i tanti insegnamenti, voglio citarne a mio avviso importante. E’ nota la massima “Nessun piano sopravvive al contatto con il nemico” attribuita a Von Moltke “il Vecchio”. Tuttavia, a chi pianifica un’operazione militare può capitare di innamorarsi del proprio piano e, inconsciamente, ritenerlo infallibile. Il wargaming permette di “provare” – in anticipo – il piano elaborato. Credo che uno degli insegnamenti più importanti per gli ufficiali frequentatori del Corso Normale di Stato Maggiore sia provare, seppur in una realtà simulata, quanto la massima citata sia vera e quanto la pianificazione di un’operazione sia importante, non tanto per il risultato finale – ‘il piano d’operazione’ – quanto perché consente di capire la complessità delle operazioni militari e prepararsi ad affrontarne gli imprevisti. Prendo in prestito un’altra massima, questa volta di Eisenhower: “I piani sono di per sé inutili, ma la pianificazione che c’è a monte è tutto”. La consapevolezza della fallibilità dei piani è il miglior stimolo per non dar nulla di scontato, comprendere l’importanza della flessibilità e della semplicità e prepararsi ad affrontare l’imprevisto.
Dal connubio tra le simulazioni di wargaming, e la maturità tecnologica raggiunta dall’Intelligenza Artificiale, quali prospettive future intravede per un rapporto sinergico delle due?
L’intelligenza artificiale promette tanto ed è certamente uno strumento potente che, se utilizzato adeguatamente, può amplificare le capacità della Difesa in molteplici ambiti. Con particolare riferimento al wargaming, si registrano diversi impieghi di successo come, ad esempio, strumenti di supporto nella creazione – in tempi rapidissimi – di scenari coerenti e verosimili. Tuttavia, ci tengo a sottolineare che il vero valore aggiunto dell’impiego del wargaming, rispetto ad altre tecniche di analisi o formative, risiede nell’interazione tra i giocatori, nella necessità di prendere decisioni in un ambiente che muta in conseguenza di queste. Soprattutto nei wargame formativi, il “target” dell’attività è, e deve rimanere, il fattore umano. Le decisioni che si prendono durante un’operazione militare hanno forti implicazioni etiche che richiedono, ancora, il giudizio umano.
Negli scenari moderni la rapidità decisionale è spesso un fattore di vantaggio. Tramite il wargaming questo aspetto è allenabile/simulabile? Esiste, come per esempio negli scacchi un time-limit entro il quale fare la propria mossa prendere la propria decisione?
Nelle operazioni militari, la capacità nel prendere decisioni è fondamentale: decidere rapidamente e bene permette di mantenere l’iniziativa e costringere l’avversario a reagire anziché agire. Per ovvi motivi, non si può immaginare di provocare delle situazioni di combattimento reale per il mero fine di “allenarsi” a decidere. Le esercitazioni, per quanto complesse, tengono conto di tutte le misure di sicurezza necessarie a evitare inutili danni al personale e ai mezzi. Da qui, discende la necessità di poter disporre di una matura capacità di produzione di wargame che costituiscono una palestra in cui allenare il processo decisionale in scenari verosimili in cui la decisione da prendere è la base di tutto ciò che succederà dopo. Mettere dei time-limit, in particolare nei wargame di livello tattico, può essere funzionale ad inserire un ulteriore elemento di difficoltà, ovvero la necessità di decidere in pochissimo tempo, situazione coerente alle operazioni reali.