La latente pericolosità dei powerbank ha costretto diverse compagnie aeree a prevedere norme interne più rigorose per i passeggeri che volessero portare con sé questi utili dispositivi di ricarica dei propri device.
I POWERBANK NON ELETTRIZZANO LE COMPAGNIE AEREE
Ita Airways per esempio richiede per l’imbarco l’inserimento del dispositivo nella propria confezione originale o all’interno di una bustina di plastica, puntualizzando che i viaggiatori devono avere cura di coprire i punti di contatto con nastro isolante. Prevede inoltre il limite di 100Wh. Quanto alle low cost Ryanair non permette di posizionare i powerbank nella cappelliera e nemmeno nella stiva, mentre EasyJet impone un limite a 100Wh e il passeggero dovrà tenere con sé il device. Restrizioni tutt’altro che frutto di psicosi (come potevano essere quelle invece riguardanti dentifrici e boccette contenenti liquidi) se si considera l’imponente campagna di richiami avviata negli ultimi giorni da Anker, azienda cinese attiva nella produzione di device tecnologici.
CHE SUCCEDE AI POWERBANK DI ANKER
A seguito dell’allerta dell’entità federale Consumer Products Safety Commission degli Stati Uniti, secondo la quale il modello PowerCore 1000 A1263 avrebbe possibili vizi alla batteria agli ioni di litio che può surriscaldarsi creando rischi concreti di combustione e ustioni per gli utilizzatori, Anker ha dovuto richiamare oltre un milione di powerbank Anker.
INCIDENTI E DANNI PER OLTRE 60MILA DOLLARI
Le unità interessate dal richiamo sono state prodotte tra il 1° gennaio 2016 e il 30 ottobre 2019, commercializzate negli Stati Uniti dal giugno 2016 al dicembre 2022 nei colori nero, blu, rosso e bianco. Le segnalazioni raccolte sui malfunzionamenti del PowerCore 1000 A1263 sono in tutto diciannove e denunciano incendi, esplosioni e danni materiali per oltre 60.700 dollari distribuiti su undici casi documentati. La casistica contempla anche due episodi di ustioni a persone che utilizzavano il dispositivo.
ANKER NON HA PERSO TEMPO
Il costruttore asiatico da parte sua ha immediatamente attivato un programma di sostituzione richiedendo prove fotografiche del possesso del dispositivo. Sul sito ufficiale ha inoltre aperto una pagina che permette all’utente di verificare se quello che ha in casa è un powerbank che appartiene al lotto segnalato semplicemente indicando il numero seriale.
GLI ALTRI RICHIAMI
L’azienda in tutto sta gestendo contemporaneamente quattro richiami simultanei per altrettanti modelli (oltre a quello già citato, gli altri riguardano: 334 MagGo 10K, 321 Power Bank 5K e 535 Power Bank 20K ) che si è rivelato urgente sostituire. In tutti i casi è particolarmente delicata la gestione dello smaltimento in quanto le batterie agli ioni di litio devono essere conferite presso centri specializzati per rifiuti pericolosi. Gli utenti sono tenuti a confermare il corretto smaltimento prima di ricevere il dispositivo sostitutivo o, a scelta, il buono, garantendo così la sicurezza ambientale e la prevenzione di ulteriori rischi.