Il mercato nero del tabacco raggiunge i livelli record e i governi bruciano sempre più miliardi ogni anno. L’anno scorso il consumo di sigarette illecite ha raggiunto il livello record di 38,9 miliardi, il 2,3 del totale dei prodotti fumati. Un numero che non si vedeva dal 2015. Le sigarette contraffatte hanno raggiunto i 15,3 miliardi, con un aumento del 20,2% rispetto al 2023. Inoltre, le sigarette prodotte legalmente e contrabbandate oltre confine in Paesi con distribuzione limitata o inesistente (illicit whites) hanno raggiunto la cifra di 8,2 miliardi. Al tempo stesso, i governi europei hanno perso 14,9 miliardi di euro di entrate fiscali. Sono solo alcuni dei dati che emergono dal Rapporto KPMG 2024 commissionato da Philip Morris Products, che fotografa un quadro preoccupante. Perché il nero cresce, invece di diminuire? Come arginare questo fenomeno?
IL NERO CRESCE NEL MONDO
L’anno scorso nel mondo 50 miliardi di euro di entrate fiscali sono andate in fumo per colpa del mercato nero. Le merci contraffatte e pirata hanno rappresentato il 2,3% del totale degli scambi internazionali. Il valore dei prodotti illeciti provenienti da operazioni criminali transfrontaliere, quali il contrabbando di armi, tabacco o prodotti farmaceutici ha raggiunto i 2,2 trilioni di dollari.
In particolare, le sigarette illegali consumate ogni anno nel mondo sono salite fino a 500 miliardi, il 15% dei prodotti utilizzati.
L’Italia, però, è in controtendenza. Infatti, i consumi illeciti ammontano all’1,8% del consumo totale, un risultato invariato rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. Un risultato raggiunto grazie all’attività delle forze dell’ordine e alla collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, oltre agli elevati standard di sicurezza e tracciabilità che caratterizzano la filiera del tabacco italiana, secondo il report di KPMG.
“Regimi fiscali equilibrati e un supporto concreto alle forze dell’ordine si sono dimostrati efficaci: ora sappiamo come contrastare efficacemente le organizzazioni criminali che si occupano della produzione, distribuzione e vendita illecita di prodotti di consumo. Altri Paesi della regione dovrebbero emulare questo approccio per tenere sotto controllo questa pericolosa tendenza”, ha affermato Massimo Andolina, Presidente Regione Europa di Philip Morris International.
TABACCO, PERCHE’ IL NERO CRESCE
Gli improvvisi aumenti delle tasse sono tra i principali responsabili dell’incremento del mercato del nero, secondo PMI. Misure che andrebbero a vantaggio delle organizzazioni criminali che invadono il mercato con prodotti a un prezzo inferiore, non regolamentati, non tassati e spesso contraffatti.
In alternativa, il gruppo propone una regolamentazione basata su una tassazione equilibrata, una continua collaborazione pubblico-privato e un maggiore supporto alle forze dell’ordine regionali e nazionali.
“Oggi, mercati con tasse e prezzi più elevati, come Francia e Paesi Bassi, sono particolarmente colpiti da merci importate illegalmente e contraffatte”, ha affermato Christos Harpantidis, Senior Vice President External Affairs di Philip Morris International.
I BENEFICI DEL CONTRASTO AL MERCATO NERO
Il contrasto alle merci contraffatte e pirata può rappresentare un’occasione per un futuro senza fumo, secondo Philip Morris. La ragione è semplice: le sigarette sono le merci più comuni illegalmente commerciate nel mondo. Quindi, le alternative senza combustione possono portare benefici alla salute, ma anche alle casse del Fisco. La condizione imprescindibile, però, è che i consumatori siano protetti dai falsi e dal contrabbando, impedendo che operatori illegali facciano il loro ingresso anche nel settore delle sigarette elettroniche.
La tecnologia fornisce un assist importante nella guerra al nero. Le molteplici applicazioni di autenticazione, le tecnologie di sicurezza e il machine learning possono offrire un supporto cruciale nel tracciamento dei prodotti attraverso la catena di fornitura e identificare le vendite online illegali.
INSIEME PER SCONFIGGERE IL MERCATO NERO
La battaglia contro il mercato nero, però, non può essere una campagna solitaria. Servono partenariati tra governi, settore privato e società civile, secondo Philip Morris.
“Concentriamo i nostri sforzi sulla sicurezza della nostra catena di fornitura e sulla protezione dei nostri prodotti. Tuttavia, se vogliamo davvero avere un impatto nel scoraggiare i flussi di tabacco illecito e proteggere i consumatori e i nostri marchi da contrabbandieri e contraffattori, i nostri sforzi interni devono essere accompagnati da una forte collaborazione e partnership intersettoriali”, scrive l’azienda.