Undici paesi Ue lanciano l’allarme sulla difesa riguardo l’eccessiva burocrazia e regolamentazione che compromettono la prontezza militare.
La legislazione europea “non può impedire alle forze armate degli Stati membri di svolgere le attività necessarie per essere pronte operativamente” ma al momento, “lo fa nei settori della legislazione sugli appalti, della conservazione della natura e della protezione ambientale, e più in generale degli oneri amministrativi per le organizzazioni di difesa derivanti da vari atti giuridici dell’Ue”.
È quanto lamentano i ministri della Difesa dei Paesi Bassi (promotore dell’iniziativa), Lituania, Romania, Finlandia, Estonia, Danimarca, Germania, Belgio, Svezia, Repubblica Ceca e Lettonia nella lettera inviata al commissario Ue per la Difesa Andrius Kubilius.
Se da una parte i ministri degli undici paesi Ue lodano il Libro bianco della Difesa presentato dalla Commissione europea lo scorso marzo, dall’altra le chiedono di esaminare e affrontare eventuali “ostacoli giuridici” in una futura direttiva sulla deregolamentazione.
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IL CONTESTO
“Guerre, aggressioni e altri atti ostili hanno colpito il continente europeo. È chiaro che queste minacce persisteranno nel prossimo futuro, considerando che la Russia è passata a un’economia di guerra che consente un rapido aumento delle sue capacità militari e il rifornimento delle sue scorte”, esordisce la lettera.
IL PLAUSO SUL LIBRO BIANCO
“L’Ue può fare molto per migliorare la prontezza operativa delle forze armate degli Stati membri il più rapidamente possibile – prosegue la missiva -. Il Libro bianco lo fa in termini di investimenti, industria, appalti, ricerca, innovazione e altro ancora. Inoltre, il Libro bianco ha annunciato una semplificazione omnibus della difesa, che sarà presentata a giugno.”
Presentato lo scorso 19 marzo, il Libro bianco sul futuro della difesa europea delinea una serie di linee d’azione chiave per il settore, tra cui “colmare le lacune di capacità, concentrandosi sulle capacità critiche identificate dagli Stati membri”, “sostenere l’industria della difesa europea attraverso una domanda aggregata e un aumento degli appalti collaborativi”, sostenere l’Ucraina “attraverso una maggiore assistenza militare e una più profonda integrazione delle industrie della difesa europee e ucraine” e semplificare normative per il mercato della difesa, spiega il comunicato di Bruxelles.
Tra le proposte principali del Libro bianco c’è anche la “semplificazione omnibus” delle norme sulla difesa, incluse quelle relative alla mobilità militare.
L’INVITO A RIVIDERE LA NORMATIVA EUROPEA
Pertanto “In qualità di Ministri della Difesa, sosteniamo fermamente che l’analisi giuridica e le proposte di soluzioni della Commissione contenute nella Proposta Omnibus affrontino anche gli ostacoli giuridici alla prontezza operativa delle nostre forze armate e delle organizzazioni di difesa, oltre ad affrontare gli ostacoli giuridici all’industria della difesa. Attualmente, alcune normative dell’Ue costituiscono un ostacolo diretto all’adempimento dei compiti delle forze armate, mentre il Trattato riconosce la posizione speciale della sicurezza nazionale e dell’integrità territoriale come funzioni statali essenziali degli Stati membri che l’Unione rispetta”.
UNA VALUTAZIONE DI ‘IMPATTO PER LA PRONTEZZA E LA DIFESA PRIMA DI NUOVE NORME
Secondo i titolari della Difesa degli undici Paesi Ue, “per qualsiasi nuova normativa dell’Ue, sarebbe utile introdurre una valutazione d’impatto per la prontezza e la difesa come procedura obbligatoria” esortano i firmatari, ricordando come la Corte Ue “ha considerato, in relazione a tale disposizione, che, sebbene non del tutto escluso dalla sua applicazione, il diritto dell’Ue non può essere interpretato in modo da impedire alle forze armate di svolgere i propri compiti e pregiudicare le funzioni essenziali dello Stato, vale a dire la salvaguardia della sua integrità territoriale e la salvaguardia della sicurezza nazionale”, evidenziano i ministri della Difesa Ue.
LA SITUAZIONE ATTUALE
In altre parole, “la legislazione dell’Ue potrebbe non impedire alle forze armate degli Stati membri di svolgere le attività necessarie per essere pronte operativamente. Ma al momento lo fa. Principalmente (ma non esclusivamente) nei settori della legislazione in materia di appalti, conservazione della natura e legislazione ambientale, e più in generale degli oneri amministrativi per le organizzazioni di difesa derivanti da vari atti giuridici dell’Ue” proseguono i firmatari.
“Essere pronti per il 2030 significa più che investire e ampliare il settore. Una deterrenza credibile, in pratica, significa far crescere le forze armate, il che richiede spazi per l’addestramento, inclusi volo, navigazione e guida, e la costruzione di infrastrutture adeguate”, conclude la nota.