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L’Intelligenza artificiale di Perplexity spinge Google fuori dallo smartphone?

Qualche settimana fa Google è riuscita a sventare la defenestrazione della sua Intelligenza artificiale dai cellulari Motorola (della cinese Lenovo) più interessati agli algoritmi smart della startup Perplexity: adesso il medesimo scenario sembra profilarsi con Samsung

Se i servizi digitali di Google nel mondo degli smartphone sono particolarmente diffusi, a iniziare dal sistema operativo Android, lo si deve anche agli accordi che Mountain View ha stretto col produttore di device sudcoreano Samsung, tra i player di maggior successo soprattutto per ciò che concerne i dispositivi di fascia alta, un tempo esclusivo appannaggio della statunitense Apple.

CON PERPLEXITY SAMSUNG ESPLORA VIE ALTERNATIVE A GOOGLE?

Tali accordi a cascata si riverberano anche sulla presenza di Gemini, l’intelligenza artificiale made in Google, su molteplici dispositivi Samsung (non bisogna dimenticare che le due aziende starebbero sviluppando assieme anche occhiali smart), a iniziare dai suoi cellulari più costosi.

Accordi vantaggiosi per entrambe le parti: Samsung infatti offre alla propria clientela un algoritmo che ha alle spalle la solidità economica di Mountain View mentre quest’ultima, da parte sua, sfrutta la percentuale di mercato a disposizione della multinazionale asiatica per arrivare a un numero enorme di utenti e saziare il proprio software.

La collaborazione in essere finora si è manifestata sottoforma di funzioni pensate proprio per i prodotti sudcoreani. Ma se le indiscrezioni di Bloomberg dovessero rivelarsi fondate, presto potrebbe non essere più così. O comunque gli equilibri potrebbero essere destinati a mutare.

PERPLEXITY LA SCELTA MIGLIORE?

Samsung sarebbe infatti molto interessata a installare nativamente gli strumenti di ricerca e assistenza vocale della startup statunitense Perplexity su tutti i futuri dispositivi Galaxy, forse persino già dalla serie Galaxy S26, che come è noto è ormai dietro l’angolo, attesa per gennaio 2026.

Secondo l’agenzia di stampa le due aziende avrebbero discusso anche l’integrazione delle funzionalità AI di Perplexity sia in Bixby, l’assistente proprietario di Samsung, sia nel browser Samsung Internet che gli utenti trovano già installato nei device made in South Corea.

Tutto ciò permetterebbe a Samsung di essere probabilmente maggiormente competitiva nei confronti dei dispositivi cinesi rivali, sempre più numerosi e agguerriti. Dispositivi che montano il sistema operativo Android.

Peraltro, stringere accordi di fornitura con un’altra azienda americana, Perplexity al posto di Google, non creerà problemi di sorta con la Casa Bianca, che data l’imprevedibilità del suo inquilino potrebbe invece sferrare qualche colpo a sorpresa ai device con Ai sviluppate nel resto del mondo (in particolare in Cina).

SAMSUNG INTENDE INVESTIRE NELLA STARTUP USA?

Ma l’accordo di fornitura potrebbe non essere il solo obiettivo di Samsung che, sempre secondo voci di stampa, sarebbe interessata a investire nella giovanissima realtà statunitense guidando un nuovo round di finanziamento da circa 460 milioni di euro che porterebbe la valutazione complessiva di Perplexity a quota 13 miliardi di euro.

CHI C’È DIETRO

A fondare Perplexity AI nel 2022 a San Francisco sono stati Aravind Srinivas (Ceo) e Denis Yarats (Cto). Nato in India, Srinivas si è messo sotto a studiare il deep learning per arrivare a Berkeley, dove ha ottenuto un dottorato. Cresciuto con film come I Pirati di Silicon Valley e The Social Network e con il mito dell’ex ad di Google Larry Page, ha svolto uno stage presso DeepMind a Londra per poi collaborare con il noto informatico Ashish Vaswani. È stato anche in OpenAI. Yarats è un dottorando presso la New York University e alla Facebook AI Research, oltre che visiting PhD student alla Berkeley. Ha scritto diversi articoli sull’apprendimento automatico (machine learning).

PERPLEXITY SEDUCE I PRODUTTORI DI SMARTPHONE

La stessa Perplexity a fine aprile ha comunicato di aver stretto una partnership con Motorola per offrire risposte in linguaggio naturale agli utenti dei nuovi smartphone pieghevoli Razr 60 e 60 Ultra, nonché ai proprietari dei nuovi top di gamma Edge 60. Il marchio americano, non bisogna dimenticarlo, è in mano ai cinesi di Lenovo dal 2014.

L’intenzione di Motorola, scriveva qualche settimana fa sempre Bloomberg, era ben più radicale: sostituire Gemini di Google con l’Ai di Perplexity (un anticipo delle venture mosse di Samsung?) ma Mountain View sarebbe riuscito a bloccarla grazie a un contratto ‘blindato’. Inutile sottolineare come queste mosse per la multinazionale statunitense siano ben più di un campanello d’allarme.

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