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Cos’è l’operazione Spiderweb dell’Ucraina che ha sorpreso la Russia

L'Ucraina ha lanciato il più grande attacco contro l'aeronautica militare russa dall’inizio della guerra: un maxi-raid di droni introdotti di nascosto in Russia ha colpito e distrutto bombardieri strategici in 4 aeroporti russi. Fatti, numeri e approfondimenti

Si alza l’asticella della tensione militare fra Russia e Ucraina: erano 117, manovrati da altrettanti operatori, i droni coinvolti nell’operazione “Spider Web”, che ha portato alla distruzione di oltre 40 bombardieri russi a migliaia di chilometri dal territorio ucraino.

Ecco fatti, numeri, approfondimenti e analisi.

ECCO COME L’UCRAINA HA ATTACCATO LA RUSSIA

L’Ucraina lancia il più grande attacco contro l’aeronautica militare russa dall’inizio della guerra: un maxi-raid di droni introdotti di nascosto in Russia ha colpito e distrutto diversi bombardieri strategici negli aeroporti nel cuore delle retrovie di Mosca, fanno trapelare fonti dei servizi segreti di Kiev. Secondo i servizi ucraini sono stati distrutti 41 aerei, tra cui diversi bombardieri a lungo raggio A-50 (AEW&C), Tu-95 e Tu-22. Un danno stimato pari a oltre 2 miliardi di dollari.

IL RUOLO DEI SERVIZI UCRAINI

L’operazione portata a termine dai servizi segreti ucraini contro gli aeroporti russi, e denominata “Spiderweb”, è stata preparata per oltre un anno e mezzo. Lo riporta RBC-Ucraina, citando fonti dell’SBU, il servizio di intelligence di Kiev. Secondo quanto riferito da fonti dei servizi, il presidente ucraino e comandante supremo delle forze armate ucraine, Volodymyr Zelensky ha supervisionato personalmente l’operazione. L’idea è stata messa in pratica dal capo del Servizio di sicurezza dell’Ucraina, Vasyl Malyuk, e dal personale del servizio.

TUTTO SULL’OPERAZIONE SPIDERWEB

In totale l’SBU ha attaccato contemporaneamente quattro aeroporti militari russi: Belaya, Diaghilev, Olenya e Ivanovo. L’SBU ha trasportato in un primo momento in Russia i droni FPV e, in seguito, delle case mobili in legno. Successivamente, sul territorio della Federazione Russa, i droni sono stati nascosti sotto i tetti delle case, già montati su dei camion. Al momento del via libera, i tetti degli edifici sono stati aperti a distanza e i droni sono stati lanciati per colpire i bombardieri russi.

CHE COSA DICONO I SERVIZI SEGRETI UCRAINI

Fonti dell’SBU sottolineano che le persone che hanno preso parte a questa storica operazione speciale sono tornate in Ucraina da molto tempo. Quindi, secondo le fonti, se “Putin dovesse arrestare qualcuno, si tratterebbe dell’ennesima messinscena rivolta al pubblico nazionale”.

LA CONFERMA DELLA RUSSIA

“Diversi” aerei hanno preso fuoco a seguito degli attacchi di droni condotti dall’Ucraina contro alcuni aeroporti russi. Lo conferma il ministero della Difesa russo, aggiungendo che alcuni dei partecipanti all’attacco sono stati arrestati. “Nelle regioni di Murmansk e Irkutsk, a seguito del lancio di droni FPV dal territorio situato nelle immediate vicinanze degli aeroporti, diverse unità di aeromobili hanno preso fuoco, gli incendi sono stati spenti. Non ci sono state vittime tra il personale militare o tra i civili”, fa sapere Mosca.

IL MESSAGGIO DI ZELENSKY

Erano 117, manovrati da altrettanti operatori, i droni coinvolti nell’operazione “Spider Web”, che ha portato alla distruzione di oltre 40 bombardieri russi a migliaia di chilometri dal territorio ucraino. Lo ha dichiarato in un messaggio video serale il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.  “Possiamo affermare con sicurezza che si tratta di un’operazione assolutamente unica. La cosa più interessante – e possiamo già dirlo pubblicamente – è che la ‘sede’ della nostra operazione sul territorio russo si trovava proprio accanto al dipartimento dell’FSB russo, in una delle sue regioni”, ha affermato il presidente ucraino. Zelensky ha confermato le informazioni dell’SBU secondo le quali è stato colpito il 34% dei vettori missilistici strategici di Mosca. “Durante la fase di preparazione, i nostri uomini hanno operato in diverse regioni della Russia, in tre fusi orari. Ma alla vigilia dell’operazione sono stati portati fuori dalla Russia e ora sono al sicuro”, ha spiegato Zelensky.

L’ANALISI DI RID

“Si tratta di un’operazione che non ha probabilmente eguali nella storia, e che richiama per pianificazione, sofisticazione e preparazione logistica l’operazione israeliana dei cercapersone. Un attacco a sorpresa e uno shock per i Russi che ricorda Pearl Harbor”, ha commentato Rid (Rivista italiana difesa): “e basi colpite sono almeno 4: Olenya (Oblast di Murmansk), Belaya (Oblast di Irkutsk), Severny (Oblast di Ivanovo) e Diaghilev (Oblast di Riazan). Delle prime 2 abbiamo maggiori informazioni: dai video sembra siano stati colpiti almeno 6 Tu-95M (5 a Olenya e 1 a Belaya), 4 Tu-22M3 e 1 An-12. Si tratta di numeri parziali che potrebbero aumentare nelle prossime ore, basti pensare che sulle 2 basi erano schierati in totale nei giorni scorsi 17 Tu-95M, una sessantina di Tu-22M3, circa 30 Mig-31 e una decina di velivoli da trasporto (An-26 e An-12)”.

COME E’ STATA CONDOTTA L’OPERAZIONE

“La cosa più incredibile è come è stata condotta l’operazione – prosegue l’analisi della rivista diretta da Pietro Batacchi –  circa 100 droni FPV sono decollati da dei doppifondi nel tetto di container trasportati da autocarri nei pressi delle basi aeree; per il loro controllo e per la trasmissione delle immagini sembra sia stata utilizzata la rete telefonica russa, mentre per riconoscere e colpire i bersagli sono stati impiegati algoritmi di intelligenza artificiale, con gli FPV che hanno dunque agito in totale autonomia (anche perché guidare direttamente un numero così elevato di droni all’interno del territorio russo sarebbe risultato piuttosto complicato). Ricordiamo che gli Ucraini investono ormai da oltre un anno in sistemi di guida a base IA per i droni per resistere al jamming russo e hanno dunque un ottimo expertise nel settore (anche grazie al supporto statunitense). Al momento resta da chiarire come tali container carichi di FPV siano entrati in territorio russo. Non è da escludere che gli stessi droni siano stati prodotti e assemblati direttamente in Russia; incrociando alcune fonti, è emerso infatti che i sistemi potrebbero essere stati fabbricati in un magazzino nell’Oblast di Celjabinsk, al confine con il Kazakistan.Dalle immagini sembra che ogni container contenesse circa una ventina di droni, e sarebbero dunque stati impiegati almeno 5 autocarri (uno per base). I camion, dopo aver rilasciato gli sciami di droni sono stati fatti esplodere con un meccanismo di autodistruzione. I servizi ucraini hanno rivendicato l’attacco e hanno dichiarato di aver colpito oltre 40 velivoli, mentre la pianificazione dell’operazione sarebbe andata avanti per oltre 1 anno e mezzo”.

IL MESSAGGIO DELL’UCRAINA

“Quest’operazione cambia completamente l’equazione della guerra, e manda un messaggio chiaro anche ai Paesi occidentali: con un elevato numero di sistemi a basso costo e una pianificazione esemplare si possono condurre attacchi asimmetrici devastanti, contro i quali neanche un Paese come la Russia, impegnato in questa guerra da oltre 3 anni, sembra essere attrezzato a difendersi”, conclude Rid.

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