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Le news su Altavilla, Cairo, Dagospia, Grillo, Savona, Sinner e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Altavilla, Autostrade per l'Italia, Cairo, Dagospia, Domani quotidiano, Giornale, Grillo, Napoli calcio, Savona, Sinner, Starlink, Tamburini e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

ESTABLISHMENT IN ADORAZIONE DI DAGOSPIA

 

I CONTI DELLO SCUDETTATO NAPOLI CALCIO

 

CAIRO LODA LA7 DI CAIRO E INVOCA UNA MELONI MONTIANA

 

 

COMMERCIALISTI VS. CONSULENTI DEL LAVORO

 

DAZI BOOMERANG PER TRUMP

 

L’EUROPA TIRA IL FRENO SU TRUMP

 

L’ECONOMIA AMERICANA VISTA A SORPRESA DA UN EX FMI…

 

SAVONA NON E’ UN FRATELLINO D’ITALIA

 

PURE IL GIORNALE DEGLI ANGELUCCI SCORTICA LA CONSOB DI SAVONA

 

IL SOVRANISTA SAVONA TROLLA TRUMP

 

GLI ULTIMI GRILLI DI GRILLO

 

GLI AFFARUCCI DI SINNER

 

LE SASSATE DI DOMANI SU…

 

CI SARA’ UN DOMANI PER ONORATO?

 

ALTAVILLA IL CINESE TAMPONA IL GOVERNO SULLE COLONNINE

 

COME SFRECCIANO I SUPER DIVIDENDI IN AUTOSTRADE

 

STARLINK SFRECCERA’ IN ITALIA?

 

CARTOLINA DALL’AMERICA

 

 

 

CARTOLINA DALLA FRANCIA

 

CARTOLINA DALLA SPAGNA

 

CARTOLINA DALLA GERMANIA

 

CARTOLINA DA BRUXELLES

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

 

 

 

 

 

 

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ESTRATTO DALL’INTERVISTA DEL CORRIERE DELLA SERA A ROBERTO D’AGOSTINO DI DAGOSPIA (intervista ovviamente rilanciata in toto da Dagospia):

Chi è oggi il re del Cafonal?

«L’era d’oro è finita con la cacciata di Berlusconi da Palazzo Chigi. Ruby, Noemi, le Olgettine, ma ci rendiamo conto? Non c’era più un confine tra privato e pubblico. Sono stati 20 anni di cuccagna, peperoncino ogni giorno, come in un feuilleton dell’800. Dopo è iniziata la grande depressione. Monti, Letta, Renzi, Conte, Draghi, più tristi di un piatto di verdure lesse. Si è un po’ ripreso col cambio di regime nel 2022 e l’arrivo della famiglia Meloni, Lollobrigida e Giambruno, Giuli e Sangiuliano. Col ritorno di Trump alla Casa Bianca, si assiste invece a un horror cafonal istituzionale».

Granchi e grattacapi?

«Ho perso il numero. Anche se mi fa sempre ridere vedere celebrità furiose non per le notizie bensì per le foto pubblicate in cui appaiono, diciamo così, col volto spettinato. Mi sono coperto il capo di cenere per aver scritto delle cialtronate tipo: quello è nato sotto una foglia di coca; attenti a farvi sbaciucchiare da Marta Marzotto, vi attacca le rughe. Mi tolse il saluto per due anni».

Chi la ama, chi la odia, chi le ha chiesto scusa?

«Per gli ipocriti Dagospia fa gossip e per i realisti informazione. Politici e banchieri si dividono in due categorie: chi ammette di leggere Dagospia e chi mente. Oggi potere e conoscenza coincidono e il gossip è la risorsa strategica dell’Italia post politica. Dopodiché, massimo cinismo e minimo riserbo. Dimmi tutto, sarò una tromba!».

Cos’è il pettegolezzo?

«Tagliare i panni addosso agli altri è forse l’ultima trincea del libero pensiero. Illumina la giornata, ravviva la democrazia repressa e vigila sul presente come l’Arma dei carabinieri. Ma sì, l’Italia si sconta spiando. Attenzione però: la vita imita i pettegolezzi e non ci riesce nemmeno troppo bene. Le dicerie risultano smisuratamente più autentiche, credibili, palpitanti della vita reale. Il gossip, in fondo, è una bugia che dice la verità».

La Chiesa, il Conclave, il nuovo Papa.

«Secondo tanti pensatori, il mondo stava sprofondando verso il nullismo digitale e il nichilismo esistenziale, compreso il declino della Chiesa, tra scandali sessuali, vocazioni perdute e chiese vuote. Per i più la fede era relegata quasi solo nell’intimità delle sofferenze e della paura della morte.

Poi succede che da un comignolo del Vaticano salga una fumata bianca e un’ora dopo piazza San Pietro viene presa d’assalto da 150 mila persone in preda a un’eccitazione selvaggia. Viva il Papa! A sorpresa, sbuca Robert Prevost. Dalla sua omelia di inizio pontificato è chiaro che è il Papa giusto al momento giusto, perché racchiude due mondi contrastanti: la consapevolezza dell’odissea delle migrazioni e della povertà da una parte; dall’altra conosce bene la giungla della curia romana.

Grazie al suo pragmatismo americano unito alla dottrina agostiniana della riconciliazione, Leone XIV potrebbe ergersi come l’anti Trump, al pari di Wojtyla quando sabotò l’Unione Sovietica attraverso il sindacato polacco Solidarnosc».

La mascherata di Trump da Papa?

«Non è la carnevalata di un mattoide. Se Putin è un tiranno assassino, il Caligola di Mar-a-Lago è un teppista che sta scassando gli ingranaggi della democrazia occidentale.

Pericolosissimo. Se Putin vuol dividere il mondo, arriva Trump che gli passa il coltello.

Il regime comunista di Pechino rischia di diventare la forza stabilizzatrice del disordine globale».

Lei e la politica italiana.

«In un paese normale Dagospia non esisterebbe. Il pettegolezzo è il cavallo di Troia per entrare dentro le mura del potere, finanziario, politico, culturale. Non c’è più nessun giornale senza il retroscena. Meloni diventa Ducetta perché disprezza la cultura della politica: dialogo, trattativa e compromesso. O sei col tovagliolo sul braccio al suo servizio o diventi un nemico dello Stato».

Chi è il vero nemico della Meloni?

«Rallegrata da un’opposizione più masochista che mai, accompagnata dalla grancassa di Rai e Mediaset, l’unico nemico della statista della Garbatella si chiama Matteo Salvini. La resa dei conti avverrà dopo il voto delle Regionali. Il più ostico ostacolo di Meloni è Sergio Mattarella, in trincea a difesa della Costituzione. Messi tutti insieme, Meloni, Schlein, Tajani, Conte, Salvini, assistiamo a una mediocre recita a soggetto dove il crudele e il ridicolo camminano fianco a fianco».

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