La digitalizzazione della pubblica amministrazione sarebbe dovuta essere una rivoluzione, specie post pandemia, quando gran parte dei fondi del Pnrr sono stati stanziati con quell’obiettivo, invece più passa il tempo e più ci si rende conto che si è davanti a un processo carsico, tutt’altro che eclatante.
DIGITALIZZAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, COSA NON FUNZIONA
Per cogliere il percepito della pubblica amministrazione italiana sul tema della digitalizzazione, l’Istituto Piepoli ha svolto per PagoPA un’indagine estensiva che ha coinvolto un campione composto da 103 Enti Pubblici tra il 27 marzo e il 15 aprile 2025 e che è stata presentata ieri.
Si scopre così, forse nemmeno senza troppe sorprese, che il percorso di digitalizzazione per la stragrande maggioranza (il 91%) degli addetti ai lavori è stato in parte complicato.
Nel concreto, resta ancora qualche area di miglioramento: le notifiche a valore legale, per esempio, vengono ancora gestite prevalentemente con modalità tradizionali, e sono gli enti stessi a indicare criticità come l’irreperibilità del destinatario, facilmente risolvibili attraverso un processo di digitalizzazione e in particolare il Servizio Notifiche Digitali Send, noto a quasi tutti gli intervistati ma utilizzato fino a oggi solamente da 4 su 10.
IL CASO DELL’APP DEL PROCESSO TELEMATICO
Non è oggetto del campionamento dell’Istituto Piepoli, ma quando si parla di miglioramenti la mente corre senza dubbio all’app per il Processo penale telematico che sarebbe dovuta debuttare ufficialmente lo scorso primo aprile e che invece si è rivelata un amarissimo pesce d’aprile per avvocati e magistrati, con Milano – uno dei più grandi tribunali d’Italia – che ha deciso di rinviare l’avvio del Ppt al prossimo 30 giugno stante i continui malfunzionamenti del sistema informatico.
I giudici in particolare lamentano la lentezza del programma, la presenza di continui bug, l’impossibilità di modificare i verbali dopo la compilazione, l’impossibilità per il Pm di formare il fascicolo virtuale per il dibattimento e di espungere atti o documenti se dichiarati superflui o inutilizzabili. Ciò che dovrebbe rendere il processo particolarmente spedito lo starebbe insomma rallentando.
COSA FUNZIONA
Tuttavia, c’è comunque spazio per l’ottimismo scartabellando i risultati del sondaggio. Secondo l’opinione di 9 intervistati su 10 il percorso di digitalizzazione della Pa ha reso i servizi più efficienti. La piattaforma dei pagamenti pagoPA è generalmente ritenuta dagli intervistati facile, sicura e veloce; l’app IO è invece apprezzata per la sua comodità e semplicità d’uso dai cittadini che la utilizzano prevalentemente per ricevere comunicazioni dagli enti (nel 45% dei casi) ed effettuare pagamenti digitali (39%). Tra le principali evidenze, emerge che a guidare le iniziative di innovazione adottate dagli enti pubblici sono i programmi nazionali (come il Pnrr e il Piano Triennale per l’Informatica nella PA), indicati da più di 9 intervistati su 10.