Skip to content

spotify apple siri

Spotify la spunta su Apple, tutti i dettagli

Questa volta Apple sembra essersi realmente arresa a Spotify, intenzionata a suggerire ai propri utenti di effettuare transizioni senza passare dall'App Store e dunque senza pagare il fio a Cupertino. L'ultima volta la Big Tech di Tim Cook aveva trovato comunque il modo di imporre i suoi balzelli alle terze parti. La situazione non si è sbloccata invece in Europa, nonostante la multa da mezzo miliardo di aprile

Tempi di rivincita per le app che stanno sulla vetrina virtuale di Apple, a iniziare da Spotify. Proprio nei giorni in cui il Ceo di Epic Games, Tim Sweeney, ha ammesso ai microfoni di Business Insider di aver speso più di 100 milioni di dollari in spese legali solo per trascinare la Mela morsicata in giudizio (ottenendo però in cambio pronunce favorevoli che ora stanno rivoluzionando il mercato), un’altra ribelle, l’europea Spotify, ha deciso di sfruttare le sentenze ottenute dalla software house del popolarissimo videogioco Fortnite per scardinare il sistema chiuso previsto da Apple.

 

SPOTIFY VARA ABBONAMENTI FUORI DAL CIRCUITO APPLE

La versione numero 9.0.40 per iOS e iPadOS consente  infatti di acquistare un abbonamento al servizio su un sito esterno e data la sua permanenza su App Store Apple deve averla approvata, dando così la possibilità per Spotify di non pagare più i balzelli imposti finora dovuti all’obbligatorietà di far passare ogni singola transazione sul negozio online di Cupertino.

 

IL PRECEDENTE VANIFICATO DA CUPERTINO

Può sembrare poca cosa, invece è una rivoluzione nel campo delle app e, in particolar modo, degli Store virtuali che hanno incentrato il modello di business proprio sui guadagni ottenuti attraverso ogni singolo acquisto con percentuali che possono arrivare fino al 30 per cento sul transato delle singole software house ospitate in vetrina.

Una prima apertura dovuta sempre alle pronunce favorevoli ottenute da Epic aveva previsto la possibilità per le terze parti di indicare ai propri utenti l’uso di sistemi di pagamento diversi da quelli Apple, ma Cupertino secondo quanto denunciato dalle software house che avevano provato a sfruttare tale opzione la avrebbe successivamente ristretta rispetto al dettato tribunalizio imponendo agli sviluppatori regole ferree e prevedendo comunque una commissione del 27% sui pagamenti esterni.

Adesso però la giudice Yvonne Gonzalez Rogers chiamata a esprimersi sulla controversia avviata da Epic ha vietato ogni pratica che comprimesse la concorrenza ordinando ad Apple di eliminare tutte le commissioni attuate finora sui pagamenti esterni, rimuovendo al contempo le restrizioni e gli alert che scoraggiavano gli utenti a pagare tramite piattaforme che non fossero l’App Store di sua proprietà.

 

PER SPOTIFY “PIETRA MILIARE”, APPLE TACE

Insomma, dopo la prima vittoria di Pirro questa volta Apple sembra essersi arresa lasciando intatta l’impalcatura prevista da Spotify. Non a caso il servizio di streaming svedese parla in merito di “pietra miliare”, mentre la Big Tech americana tace. Esultano da Spotify: “Dopo quasi un decennio, questo ci consentirà finalmente di mostrare liberamente informazioni chiare sui prezzi e link per l’acquisto, favorendo la trasparenza e le possibilità di scelta per i consumatori americani”.

E IN EUROPA?

Lo scorso 23 aprile la Commissione Ue ha multato Apple per 500 milioni di euro per violazioni del regolamento sui mercati digitali Dma avendo accertato la violazione dell’obbligo di anti-steering, ovvero l’esistenza di condotte finalizzate a impedire che i consumatori potessero essere reindirizzati a servizi esterni. “E’ l’ennesimo esempio di come la Commissione abbia ingiustamente preso di mira Apple con una serie di decisioni dannose per la privacy, la sicurezza dei nostri utenti e per i prodotti e ci costringono a distribuire la nostra tecnologia gratis. Faremo appello e continueremo a impegnarci con la Commissione al servizio dei nostri clienti europei”, si era lagnato un portavoce di Apple, dimenticando di aggiungere però che pronunce simili stanno fioccando anche negli Usa.

 

Torna su