Giorgia Meloni si appresta al suo viaggio a Washington nel ruolo di ponte tra Ue e Usa. A nome dell’Italia e dell’Europa. Sbagliano ancora una volta previsioni le opposizioni e una certa narrazione mediatica che avevano paventato divisioni nel governo esasperandone le posizioni non sempre collimanti tra i due vicepremier, Matteo Salvini, descritto come intento a far pressione perché tratti solo per l’Italia, e Antonio Tajani che ricorda che solo l’Europa unita può trattare sui dazi.
Il viaggio del 17 aprile, la prima visita ufficiale del premier italiano da Donald Trump, tantomeno si annuncia “con il cappello in mano”, come lo aveva descritto la segretaria del Pd, Elly Schlein, e altri esponenti delle opposizioni, le cui polemiche sono state bollate come “avvilenti” dallo stesso Carlo Calenda, leader di Azione, esponente dell’unica opposizione che si è posta finora in modo dialogante.
Il viaggio a Washington ufficializza quel ruolo di ponte che nella veste di premier conservatore del governo più stabile in Europa Meloni, coordinandosi con Bruxelles, può avere in questo momento tra gli Usa del conservatore Trump e Ue. “Giorgia Meloni può fare da facilitatore per quanto riguarda questa trattativa sui dazi”, dice Tommaso Foti, ministro (FdI) per gli Affari europei, coesione e Pnrr. La linea è “quella del buonsenso, che il governo italiano ha sempre tenuto, non inseguendo gli ultrà di Parigi o di Bruxelles che parlano di bazooka, di contro dazi, di guerre commerciali”, osserva il vicepremier Matteo Salvini. “Meloni dovrà lavorare per convincere Trump a continuare la trattativa con l’Europa. Non va a trattare per l’Italia contro l’Europa, va a sostenere posizioni che sono europee, in contatto sempre con Ursula von der Leyen”, spiega l’altro vicepremier Antonio Tajani.
Gli esponenti dell’esecutivo – dal responsabile della Difesa, Guido Crosetto, allo stesso ministro Foti (sentiti dall’agenzia di stampa Agi) – sottolineano come sul tavolo non ci sia solo la questione delle tariffe, ma anche tanti altri dossier, dall’Ucraina al Medio Oriente, dalla cooperazione all’energia e la spesa militare. Insomma, un confronto a 360 gradi. L’obiettivo primario resta quello di rimuovere i dazi e sgombrare il campo da qualsiasi scenario di guerra commerciale, ma il premier affronterà anche gli altri temi di politica internazionale, a partire dalla necessità di continuare a sostenere Kiev. La guerra in Ucraina è stata al centro dell’incontro tra il premier e il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store.
La missione di Meloni negli Usa sarà “delicata, non c’è niente di semplice, ma fortunatamente abbiamo buoni rapporti con tutti”, afferma Salvini.”Il viaggio del premier va sostenuto da tutti”, dice il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. “Noi guardiamo solo l’interesse nazionale ed europeo che ovviamente difendiamo”, rilancia il ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida.
Un incontro bilaterale, quello tra il capo dell’esecutivo e il presidente americano, che, nelle intenzioni della maggioranza, servirà a rafforzare il patto atlantico, e che Bruxelles guarda con favore. “La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sono state in contatto regolare”, ha fatto sapere la Commissione Europea. A Bruxelles “ogni iniziativa di contatto è benvenuta e viene strettamente coordinata”, fermo restando che “la competenza per negoziare accordi commerciali spetta all’Ue”. “Meloni va in Usa, a nome dell’Italia e dell’Europa”, dice il vicepresidente della Camera e esponente di FI, Giorgio Mulè. Anche le forze dell’opposizione aspettano di capire quale sarà l’esito della visita di Meloni negli Stati Uniti.
“Le buone notizie non possono essere quelle di aumentare le commesse militari dall’America o l’acquisto di gas Usa, ma deve essere una cosa onorevole per i nostri interessi, per la nostra dignità, per il nostro prestigio”, dice il presidente M5s Giuseppe Conte. “Il governo abbia la schiena dritta”, ripetono dal Pd. “La questione dei dazi non la sta gestendo Giorgia Meloni ma la sta gestendo l’Unione europea con il commissario Sefcovic”, attacca il leader di Iv, Matteo Renzi. “Meloni eviti fughe in avanti nazionaliste”, l’invito di Riccardo Magi di +Europa. Argomentazioni seccamente bocciate da un altro esponente della stessa opposizione. “Sono tutte polemiche avvilenti e un po’ ideologiche”, così le liquida Calenda.