Skip to content

dazi cina

Tutto sull’impatto dell’aumento dei dazi Usa sulla Cina

Ecco gli effetti dei dazi Usa sull'economia della Cina. L'analisi di Wenli Zheng, Portfolio Manager of the China Evolution Equity Strategy, T. Rowe Price.

 

La Casa Bianca ha annunciato un ulteriore aumento dei dazi su tutte le importazioni cinesi, con le ultime aliquote che raggiungono il 125%. Il balzo da oltre il 50% a oltre il 100% potrebbe sembrare significativo, ed effettivamente questi livelli sono proibitivi e rischiano di causare concrete perturbazioni commerciali.

Per contestualizzare, il settore immobiliare cinese costituisce oltre il 20% del suo prodotto interno lordo. Al contrario, le esportazioni verso gli Stati Uniti rappresentano solo il 3-3,5% del Pil cinese, evidenziando l’impatto diretto relativamente limitato del commercio statunitense sull’economia globale cinese.

Data la complessità e l’ampia gamma di potenziali esiti relativi ai dazi, è prudente concentrarsi su ciò che è noto piuttosto che speculare sulle mosse future.

In mezzo alle incertezze, due punti chiave sono chiari: l’amministrazione Trump è impegnata a riportare la produzione strategica negli Stati Uniti, compresi settori come l’acciaio, l’automotive, i semiconduttori, i prodotti farmaceutici e la cantieristica navale. Questo messaggio coerente suggerisce la volontà di sopportare difficoltà e disruption a breve termine per raggiungere obiettivi a lungo termine. Inoltre, indipendentemente dalle specifiche dei dazi, l’incertezza potrebbe indurre le imprese e i consumatori a sospendere le loro attività di acquisto oltre l’immediato acquisto di emergenza. Le imprese basate sulle materie prime che sono sensibili ai cambiamenti della domanda e dell’offerta globali potrebbero subire impatti sproporzionati.

Per valutare l’impatto dei dazi sull’economia cinese, si consideri che le esportazioni costituiscono il 18% del Pil cinese, con le esportazioni dirette verso gli Stati Uniti che rappresentano il 15% di tale cifra. Ciò si traduce in circa il 2,7% del Pil cinese, o 3%-3,5% se si includono le diversioni commerciali e le riesportazioni di beni intermedi.

L’indice MSCI China mostra un’esposizione sorprendentemente bassa alle entrate provenienti dagli Stati Uniti, pari a circa l’1% (fonte: Goldman Sachs Global Investment Research, al 6 aprile 2025). Sebbene gran parte delle esportazioni cinesi siano gestite da multinazionali o produttori di apparecchiature originali (OEM) taiwanesi, le aziende cinesi potrebbero comunque subire gli effetti secondari di un’economia indebolita.

Negli ultimi quattro anni, il panorama macroeconomico cinese è stato caratterizzato da una domanda interna debole ed esportazioni resilienti. Questa tendenza dovrebbe invertirsi nei prossimi anni, con le esportazioni che dovranno affrontare forti venti contrari e l’economia interna che mostrerà segni di ripresa, anche prima di significative misure di stimolo.

La recente riduzione della leva finanziaria in Cina, in particolare la deflazione della bolla immobiliare, ha fornito ai policymaker una maggiore flessibilità politica. Ciò ha creato potenziale nei settori legati ai consumi interni e agli investimenti. Questo cambiamento non è innescato esclusivamente dai dazi, ma riflette una tendenza che dovrebbe continuare nei prossimi 1-2 anni.

Infine, si prevede che le attuali perturbazioni creeranno sacche di opportunità, come è avvenuto durante la pandemia di Covid-19. È fondamentale rimanere vigili e pensare in modo creativo per sfruttare queste opportunità emergenti.

 

 

Torna su