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Auto e difesa, ecco tagli e lieviti del governo

Nella manovra 2025 è previsto un taglio da 4,6 miliardi di euro al Fondo automotive, mentre risultano rifinanziate voci dell'industria della difesa gestite dal ministero retto da Adolfo Urso. Tutti i dettagli

Il governo toglie e il governo dà e stavolta a rimetterci è il settore auto a favore della difesa.

Con il Disegno di Legge di Bilancio 2025 l’esecutivo italiano ha deciso di decurtare di oltre 4,6 miliardi di euro fino al 2030 – di cui 562 milioni nel solo 2025 –  il “Fondo automotive” destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera. Le risorse, spiega oggi Il Sole 24 Ore, finiscono allo sviluppo nel settore aeronautico, alla tecnologia per la difesa aerea nazionale, alle unità navali Fremm e al settore marittimo per un totale di oltre 11,3 miliardi spalmati però su un arco temporale molto più lungo, fino al 2039.

“La partita auto-difesa è solo uno degli effetti delle tabelle di definanziamento e rifinanziamenti della sezione II della legge di bilancio, quel lungo elenco di cifre con le revisioni dei fondi ministeriali che accompagna la manovra circondato di solito dal disinteresse generale” prosegue il quotidiano confindustriale.

In realtà della sforbiciata contenuta nelle tabelle della manovra se n’è accorto eccome il settore automotive, che subito ha levato gli scudi.

Tutti i dettagli.

IL TAGLIO AI FONDI AULL’AUTOMOTIVE

Dunque il governo sull’automotive ha tagliato nella manovra ben 4,6 miliardi per il settore trasferendoli all’industria della difesa.

“Nel mezzo di una delle crisi più gravi della storia dell’industria automobilistica italiana, il disegno di legge di bilancio definanzia per 4,55 miliardi il Fondo automotive gestito dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) per interventi fino al 2030. Restano a disposizione a questo punto 1,2 miliardi: una sforbiciata dell’80 per cento” mette nero su bianco il Sole 24 Ore.

Dal governo Draghi il Fondo disponeva di 8,3 miliardi di finanziamento di cui 3 miliardi già utilizzati per agevolare anche con gli incentivi la transizione verso le auto elettriche.

Nelle tabelle della manovra si evince quindi un taglio pari a 2,2 miliardi nel triennio 2025-2027 mentre altri 2,4 miliardi sono definanziati per gli anni 2026-2030. Nel triennio il Mimit perde anche 95 milioni di euro di risorse per i contratti di sviluppo del settore industriale.

RIFINANZIAMENTI PER L’INDUSTRIA DELLA DIFESA

Allo stesso tempo, il Mimit si vede rifinanziare varie voci dell’industria della difesa per risorse di circa 3 miliardi di euro nel triennio.

“Per gli investimenti della difesa ci saranno 2,5 miliardi in più all’anno dal 2025, per un totale di 34 miliardi di euro da qui al 2039 (15 entro il 2030)” rileva il Corriere della Sera.

Nello specifico, risultano rifinanziate le missioni di pace con 1,2 miliardi l’anno, insieme a quasi 800 milioni in più per non autosufficienti e disabili. Si rifinanzia il Fondo Nazionale Emergenze con 400 milioni l’anno. Previsti 440 milioni in più per “programmi tecnologici per la difesa aerea“, così come 325 milioni di euro per l’acquisizione delle unità navali Fremm e 157 milioni per la difesa nazionale nel settore marittimo.

“Dalla revisione dei fondi scaturiscono dunque 3,9 miliardi di risparmi utili per far quadrare i conti della manovra” precisa il Corriere.

SCONCERTO DELL’ANFIA E NON SOLO

Immediata la protesta dell’Anfia (associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) che in nota evidenzia che l’automotive è il principale settore manufatturiero italiano, conta oltre 270.000 addetti diretti, ha un fatturato di oltre 100 miliardi di euro ed è l’unico a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni.

“Il taglio previsto dal Disegno di Legge di Bilancio 2025 alle già scarse risorse stanziate nel 2020 è un’inaccettabile fulmine a ciel sereno che contraddice in maniera clamorosa l’importante attività che il Governo sta svolgendo in Europa a favore del settore per migliorare la regolamentazione, e che annulla questi mesi di intenso lavoro del “Tavolo Sviluppo Automotive”, che hanno portato Anfia, le parti sociali e le Regioni con vocazione automotive a proporre al Governo un piano d’azione per supportare la filiera”, si legge in una nota. All’associazione non resta che sperare di vedere fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della manovra in Parlamento.

I TIMORI DEI SINDACATI

Anche i sindacati metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm si dichiarano “profondamente preoccupati e fortemente contrari” con la richiesta di “ripristinare” i 5,8 miliardi del fondo e di “incrementarli”, ribadendo la necessità di un incontro urgente con il governo.

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